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Inquinamento indoor: uno studio dell’ISS definisce le misure di prevenzione
ISS 09/11/2012
Attualmente, in Italia, non esiste una specifica regolamentazione che definisca in maniera puntuale e omogenea procedure di rilevazione, monitoraggio e campionamento degli inquinanti indoor. Al fine di contribuire a colmare tale lacuna è stato attivato dal Gruppo di Studio Nazionale sull’inquinamento Indoor dell’ISS un gruppo ad hoc composto da esperti individuati dallo stesso GdS.
Nell’ambito del Gruppo di Studio è emersa la necessità di predisporre con urgenza un documento condiviso, che fornisca una metodologia univoca per la caratterizzazione e valutazione di inquinanti chimici allo stato aeriforme negli ambienti confinati (indoor).
Il presente documento rappresenta il risultato del lavoro del suddetto gruppo ad hoc ed è rivolto in particolare a quelle strutture che, a vario titolo, sono preposte allo studio e/o al controllo della qualità dell’aria negli ambienti confinati finalizzato alla tutela della salute umana.
Le attività di monitoraggio indoor e la valutazione dei fattori di rischio per la salute, risultano elementi fondamentali all’individuazione delle misure necessarie a prevenire e a ridurre i livelli di concentrazione degli inquinanti.
Nella prima fase del lavoro è stata effettuata una revisione della documentazione tecnica più aggiornata relativa alle norme di riferimento disponibili a livello europeo e internazionale, alle metodiche di campionamento ed analisi specifiche negli ambienti confinati, alla identificazione sia delle sorgenti indoor sia dei possibili apporti esterni oltre ad altri aspetti quali: ricambi aria, sistemi di ventilazione.
Gli inquinanti indoor, che possono agire singolarmente o combinati con altri fattori, determinano una diminuzione del comfort ambientale e un rischio per la salute; sono agenti di tipo chimico (composti organici e inorganici), fisico (radiazioni ionizzanti e non ionizzanti) e biologico (microrganismi, muffe, acari).
Come risulta da alcune indagini condotte a livello europeo, la popolazione dei centri urbani trascorre in media il 95-97% del tempo negli ambienti confinati; il 2,4% nei mezzi di trasporto e l’1% nell’ambiente esterno (“outdoor”). Anche in Italia sono stati condotti studi analoghi sulla popolazione residente in alcune aree urbane al fine di acquisire informazioni dettagliate sugli stili di vita
Nel corso degli ultimi decenni si è assistito a un progressivo deterioramento della qualità dell’aria negli ambienti confinati; numerosi studi scientifici hanno infatti dimostrato la presenza, nell’aria degli ambienti di vita, di agenti inquinanti a bassa concentrazione di difficile misurazione che possono determinare effetti sulla salute non ancora completamente noti.
Considerato che gran parte della popolazione trascorre il proprio tempo in ambienti confinati, l’esposizione all’inquinamento indoor è dominante rispetto a quella outdoor.
E’ necessario aggiungere che la qualità dell’aria indoor dipende oltre che dalla presenza di sorgenti interne, anche dalla qualità dell’aria esterna. Le principali fonti interne sono determinate dall’uomo e dalle sue attività, dai materiali da costruzione, dagli arredi e dai sistemi di trattamento dell’aria; fra questi una delle fonti più importanti è sicuramente il fumo di tabacco, oltre ai processi di combustione di combustibili fossili. Altre possibili fonti interne di inquinamento sono i prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa, i prodotti antiparassitari, l'uso di colle, adesivi, solventi oltre all’utilizzo di strumenti di lavoro quali stampanti, plotter e fotocopiatrici.
Negli ultimi anni inoltre l’attenzione scientifica si è rivolta anche a ulteriori possibili fonti di contaminazione dell’aria indoor e precisamente all’intrusione di vapori provenienti da suoli e falde acquifere contaminate da sostanze volatili che, in alcune aree, possono rivestire un importante ruolo nelle esposizioni.
L’esposizione agli inquinanti presenti nell’aria indoor può essere responsabile dell’insorgenza di specifiche patologie o dell’aggravamento di patologie preesistenti in fasce di popolazione più vulnerabile quali i bambini che trascorrono la maggior parte del loro tempo a casa e a scuola. Alcuni studi condotti nell'Europa del nord hanno dimostrato come l’asma in bambini e adolescenti sia risultata positivamente associata anche alla presenza nell’ambiente scolastico di composti organici volatili (COV). Inoltre una cattiva qualità dell’aria e condizioni microclimatiche non ottimali possono influenzare negativamente la performance del lavoro scolastico degli studenti.
Studi di settore hanno dimostrato che in presenza di fonti interne e con bassi livelli di ricircolo dell’aria, i livelli degli inquinati riscontrabili negli ambienti indoor, e in particolare i livelli dei composti organici volatili, possono essere di gran lunga superiori rispetto a quelli rilevati all’esterno, talvolta anche 10-20 volte maggiori, come nel caso della formaldeide.
Alcuni COV come il benzene e la formaldeide sono classificati dalla IARC (International Agency for Research on Cancer) come cancerogeni -Gruppo 1: cancerogeno accertato per l’uomo.
Sala Stampa
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