In rilievo
ISS, al via il primo gruppo di studio nazionale sull’inquinamento indoor
ISS 29 Ottobre 2010
Il 29 ottobre 2010 si riunisce per la prima volta all’Istituto Superiore di Sanità il Gruppo di studio sull’inquinamento degli ambienti di vita istituito da Enrico Garaci, Presidente dell’ISS e coordinato dal Reparto Igiene degli ambienti di vita del medesimo Istituto. Lo scopo è quello di approfondire gli argomenti relativi all’inquinamento indoor e di proporre allo stesso tempo linee di indirizzo e di comportamento a tutela della salute.
Nel corso del recente Convegno Inquinamento indoor residenziale – abitazione e qualità dell’aria è emersa la necessità di costituire un nostro Gruppo di studio e di lavoro per coordinare tutte le attività scientifiche a livello nazionale, attualmente frammentate tra diversi istituti – afferma Sergio Fuselli, Direttore del Reparto Igiene degli ambienti di vita – su un tema tanto importante quanto sottovalutato come quello della qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre case e in tutti quegli ambienti cosiddetti
.di vita
, ovvero che frequentiamo per l’80% del nostro tempo nel corso della giornata: scuola, uffici, mezzi di trasporto e così via. Ci si sofferma spesso infatti sull’inquinamento atmosferico, sulla qualità dell’aria di città, sullo smog, sull’inquinamento prodotto dal traffico e dalle attività industriali, dando per scontato di poter stare sicuri tra le mura domestiche o di un qualunque altro edificio. Ma in realtà non è così. E anche una recente ricerca dell’Enviromental Protection Agency (Epa), l’Ente statunitense di protezione ambientale, ha dimostrato l’esatto contrario, ovvero che l’aria di casa è cinque volte più inquinata di quella esterna
Quali le cause? Le fonti dell’inquinamento indoor – va avanti l’esperto – sono da rintracciarsi nei cosiddetti COV, ossia i Composti Organici Volatili, contenuti nei prodotti per la pulizia della casa, degli uffici e di tutti gli ambienti di vita, come pure in pitture, vernici e smalti, nelle candele profumate e nei bastoncini d’incenso, nei vestiti e nella tappezzeria sottoposti a lavaggio a secco, nell’utilizzo di stufe a legna e caminetti, e ovviamente, nel fumo di sigaretta. Da non dimenticare poi l’inquinamento dovuto a batteri, funghi e muffe originatesi negli ambienti troppo umidi
.
Compongono il Gruppo di studio il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), il CNR, l’ENEA, l’ISPRA, l’Università di Roma La Sapienza
, l’associazione DonnEuropee Federcasalinghe Nazionale. Hanno inoltre aderito al progetto le Regioni: Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto e Valle d’Aosta.
Alcuni esempi di precauzioni nelle case
- Pulizia. E’ bene leggere attentamente le etichette e non miscelare mai i prodotti, soprattutto non mischiare acido muriatico, candeggina e ammoniaca per non dar luogo a vapori estremamente tossici. E’ bene sempre arieggiare la casa per assicurare il ricambio d’aria, usare accorgimenti antiacari per materassi, cuscini, divani. Limitare l’uso di deodoranti spray. Contro le tarme evitare la naftalina e ricorrere a sostanze naturali che si possono acquistare in erboristeria.
- Mobili. Meglio utilizzare semplicemente panni in microfibra per detergere il mobilio anziché i classici spray mangia polvere
che sono per lo più a base di formaldeide. In questo caso, tuttavia, è bene tenere per un po’ le finestre aperte dopo il loro utilizzo.
- Vernici e pitture. Ventilare gli ambienti fino alla scomparsa degli odori e comunque utilizzare vernici a base d’acqua o a basso contenuto di COV.
- Combustioni. E’ bene limitare l’uso di stufe a legna e caminetti se privi di sistemi a norma di smaltimento dei fumi. Per lo stesso motivo, ovvero lo sprigionamento di benzene e sostanze prodotte dalla combustione, è meglio limitare l’accensione di candele profumate e bastoncini d’incenso.
Sala Stampa
pres Primo Piano