In rilievo
Tutela e monitoraggio delle acque: una priorità nazionale
23 luglio 2010
L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – Ogs ha da poco firmato un accordo di collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che prevede l’attivazione di ricerche relative alla tutela di gestione di corpi idrici e ambienti acquatici. In altri termini, Ogs - e in particolare il suo dipartimento di Oceanografia biologica, o BiO - avrà il compito di effettuare attività di monitoraggio e ricerca sulla qualità delle acque sì da garantire un intervento tempestivo, e una risoluzione appropriata, da parte dell'Iss qualora si presentassero problemi che mettono a rischio, più o meno diretto, la salute umana. La collaborazione avrà una durata triennale e sarà gestita dallo stesso Ogs.
Il controllo degli ambienti acquatici e delle acque di balneazione in genere rappresenta una delle priorità per un paese come l'Italia, che vanta uno sviluppo costiero di quasi 7500 km. L’attività di controllo viene svolta istituzionalmente dalle Arpa, le Agenzie regionali di protezione ambientale. Tuttavia, agenti chimici e/o biologici – normalmente non oggetto di indagine – possono essere introdotti accidentalmente o intenzionalmente, o essere portati dalle correnti, e dunque rappresentare una minaccia per la popolazione: sono quasi sempre invisibili, ma possono risultare nocivi per l'organismo. E’ qui che si inserisce l’attività di Ogs e la sua collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.
Il Dipartimento BiO di Ogs ha avviato da tempo programmi di ricerca e controllo su specifici organismi biologici che possono sortire un impatto sulla salute umana. Stiamo tenendo d'occhio da più di 10 anni il fenomeno delle alghe tossiche - spiega Paola Del Negro, biologa marina e braccio operativo della collaborazione - e possediamo corpose serie storiche dalle quali possiamo ricavare dati per proiezioni future. Negli ultimi anni abbiamo anche allestito una ceppoteca che raccoglie un centinaio di campioni di batteri rinvenuti sia nelle nostre acque, che in acque antartiche, per i quali è già stata fatta una classificazione che tiene conto non solo delle caratteristiche fisiologiche ma anche della loro genetica
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L’ISS è l’organo tecnico scientifico del Servizio Sanitario Nazionale e il suo Dipartimento Ambiente e Prevenzione Primaria – reparto Qualità degli ambienti acquatici e acque di balneazione svolge attività di studio, ricerca e valutazione del rischio associato alla presenza di agenti chimici e microbiologici, tossine algali e cianotossine negli ambienti acquatici. Responsabile della collaborazione per l’ISS sarà il dottor Enzo Funari. 'Le competenze dell'Istituto di Oceanografia sugli ecosistemi marini e sui microrganismi si integrano perfettamente con le nostre - spiega Enzo Funari, direttore del reparto Qualità degli ambienti acquatici e acque di balneazione - Questa collaborazione rappresenta una sinergia ideale per studiare gli effetti sulla salute umana a partire da una conoscenza approfondita degli ecosistemi marini ed è quindi un importante laboratorio pilota in cui competenze diverse: ambientali, microbiologiche e cliniche vengono tutte utilizzate per comprendere le migliori strategie di prevenzione ma anche di intervento per tutelare cntemporaneamente l'ambiente e la salute umana. Questa collaborazione rappresenta inoltre per l'ISS una preziosa opportunità di accesso diretto al mare per uno studio più approfondito delle problematiche sanitarie ad esso associate.
Le problematiche di cui si occupa l’Iss sono comuni a quelle trattate dal BiO – sottolinea Del Negro - che studia anche microrganismi produttori di tossine, da Dynophysis a Ostreopsis e Alexandrium, batteri marini patogeni (Vibrio, Aeromonas, Pseudomonas) e cianobatteri
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Alcuni dei produttori di tossine appena citati sono piccoli dinoflagellati, alghe unicellulari rivestite spesso da una teca cellulosica, che si spostano grazie a un’appendice chiamata flagello. I molluschi bivalvi come mitili, vongole, ostriche e altri ancora, in virtù della loro attività di filtraggio continuo dell’acqua di mare, possono accumulare grandi quantità di cellule algali o batteri e le loro tossine. Purtroppo nessun trattamento termico (né la bassa né l’alta temperatura) riesce a inattivare le tossine. Per questo motivo è fondamentale che ci sia un rigoroso controllo a monte da parte di chi conosce a fondo questo genere di problematiche
dice Del Negro.
La collaborazione scientifica tra il dipartimento BIO dell'OGS e l'istituto superiore di sanità permetterà di avviare, come mai in passato, un dialogo produttivo tra due organismi che si occupano di tutela delle acque in forme diverse ma complementari. Lo scambio di informazioni e di dati relativi agli ecosistemi acquatici e alla fisiologia degli organismi che li abitano permetterà di affrontare situazioni di rischio e di aumentare il controllo sulla qualità delle acque che già l’Arpa effettua
commenta Renzo Mosetti, direttore del BiO e responsabile dell’accordo fra il suo dipartimento e l’Istituto Superiore di Sanità