In rilievo
La carenza nutrizionale di iodio
ISS 02/07/08
Lo iodio è il costituente essenziale degli ormoni tiroidei, la tiroxina e la triiodotironina. Un adeguato apporto alimentare di questo microelemento è indispensabile per assicurare la normale crescita e lo sviluppo degli organismi animali e dell’uomo. La principale fonte naturale di iodio per l’uomo è rappresentata dagli alimenti ed il suo contenuto nelle diverse categorie alimentari è estremamente variabile. Tale contenuto dipende dai livelli presenti nel terreno, per quanto riguarda le derrate di origine vegetale, mentre, per quelle di origine animale, dall’introito con l’alimentazione. I pesci di mare rappresentano gli alimenti in cui lo iodio è presente in maggiore concentrazione ma, dato il loro basso consumo nel nostro Paese, non costituiscono generalmente la principale fonte dietetica che è invece costituita da prodotti-lattiero caseari, uova, carne e cereali e derivati. In molti paesi del mondo, compresi molti paesi europei tra cui l’Italia, lo iodio è presente in quantità così esigue nelle acque e negli alimenti che, anche alla luce delle abitudini alimentari della maggioranza della popolazione, il fabbisogno giornaliero necessario per una normale attività tiroidea generalmente non risulta soddisfatto.
La carenza iodica compromette la funzione tiroidea e si traduce in quadri morbosi le cui manifestazioni variano in funzione del periodo della vita interessato da questo deficit. Sebbene il gozzo sia il più visibile effetto della carenza nutrizionale di iodio, in realtà le conseguenze più gravi sono rappresentate dai disturbi neurologici derivanti da un’esposizione fetale e neonatale ad un insufficiente apporto nutrizionale di questo microelemento. Infatti, a seconda della gravità, della durata e del periodo di esposizione alla carenza, possono prodursi danni a carico del sistema nervoso centrale e periferico per il cui sviluppo gli ormoni tiroidei sono essenziali. La carenza iodica anche lieve produce effetti negativi soprattutto nelle condizioni quali la gravidanza e le prime fasi dello sviluppo nelle quali è necessario un maggiore apporto di iodio. Per tale motivo, un insufficiente apporto di iodio in queste fasi si esplica in una esagerata prevalenza del gozzo in età pediatrica, in difetti auxologici di vario grado e nel raggiungimento di un quoziente intellettivo inferiore a quello ottenibile in condizioni di apporto ottimale. E’ stato accertato, inoltre, che non solo la frequenza di ipotiroidismo neonatale transitorio è quasi 8 volte più elevata in Europa che non in Nord America, dove l’apporto alimentare di iodio è adeguato, ma che anche la frequenza di forme permanenti di ipotiroidismo congenito è influenzata dalla carenza iodica ambientale. Nell’adulto invece, l'insufficiente apporto iodico è causa di gozzo, la più frequente patologia endocrina dopo il diabete, e la mancata correzione del deficit nutrizionale di questo microelemento ne determina l'evoluzione nodulare ed il possibile sviluppo di ipertiroidismo.
Va comunque sottolineato che sebbene una assunzione adeguata di iodio sia indispensabile per il corretto funzionamento della tiroide, apporti eccessivi possono dar luogo a effetti avversi di gravità variabile, a seconda dell’entità dell’eccesso e di un eventuale status carenziale preesistente. Al fine di evitare tali effetti, il Comitato Scientifico per l’Alimentazione della Comunità Europea nel 2002 ha ritenuto opportuno stabilire, sulla base di un’attenta valutazione del rischio, i livelli massimi di assunzione tollerabili.
La carenza iodica in Italia
Stime condotte nella popolazione italiana, utilizzando i livelli di ioduria come indice dello status nutrizionale, hanno evidenziato come ancora oggi gran parte del territorio nazionale, sia pure con un’ampia variabilità da zona a zona, è caratterizzata da un apporto iodico insufficiente e che la maggior parte della popolazione italiana è esposta alla carenza di questo micronutriente. E’ stato stimato che in Italia circa 6 milioni di persone si ammalano di gozzo, ovvero più del 10% della popolazione del nostro Paese. Inoltre, studi condotti negli ultimi 20 anni hanno messo in evidenza che nella popolazione giovanile residente in alcune aree del nostro Paese il gozzo può superare la prevalenza del 20%. Infine, dai dati ISTAT sui ricoveri ospedalieri del 2000, si rileva che ci sono quasi 30 mila ricoveri ordinari con diagnosi di gozzo semplice, cioè quasi 50 ricoveri ogni 100 mila abitanti (
Da quanto fin qui esposto è evidente che le conseguenze della carenza nutrizionale di iodio costituiscono, ancora oggi, un grave problema sanitario e sociale che interessa un numero elevato di persone nel nostro Paese e che l’integrazione della dieta con una adeguata quantità di iodio risulta di estrema importanza per la prevenzione delle patologie sopra descritte. La strategia raccomandata dall’OMS a livello mondiale, per l’eradicazione dei disturbi da carenza iodica, è quella di utilizzare come veicolo il sale alimentare arricchendolo delle opportune quantità di iodio. Tale scelta è giustificata dalle seguenti motivazioni: il sale è un alimento consumato da quasi tutta la popolazione, il suo consumo è stabile, le modalità tecnologiche di arricchimento sono compatibili sotto il profilo economico e potenzialmente implementabili negli stabilimenti di lavorazione del sale alimentare. Inoltre, risulta un prodotto alimentare sul quale è possibile attuare efficacemente programmi di sorveglianza nei diversi punti critici del sistema di produzione e distribuzione.
L’emanazione nel marzo del 2005 della legge n. 55 Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica
mette a disposizione a livello nazionale un importante strumento legislativo volto a ridurre la frequenza dei disordini derivanti della carenza di iodio. La normativa prevede infatti, una serie di misure volte a promuovere il consumo di sale arricchito su tutto il territorio nazionale, quali la presenza obbligatoria di sale arricchito con iodio nei punti vendita, la fornitura del sale comune soltanto su specifica richiesta dei consumatori, l'uso di sale arricchito di iodio nella ristorazione collettiva e la possibilità di utilizzazione nella preparazione e nella conservazione dei prodotti alimentari
Sala Stampa
pres Focus