In rilievo
Alcol, sostanze e guida: i giovani e i meno giovani
di Franco Taggi*
ISS- 23/04/07.
Nel mondo ogni anno circa 5 milioni di persone perdono la vita per traumi. Di questi, circa uno su quattro muore in seguito ad incidente stradale. In Italia, uno su tre. Per ogni morto in incidente stradale ci sono poi 2-3 invalidi molto gravi, 20 ricoverati, più di 250 accessi al Pronto Soccorso. Attualmente, in Italia, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Traumi (ONAT) dell’ISS, queste cifre annuali si traducono in:
- 6.000 morti;
- 15.000 invalidi (molto gravi);
- 120.000 ricoveri;
- più di un milione di accessi al Pronto Soccorso.
Il problema degli incidenti stradali è particolarmente cruciale per i giovani:
- iù di un decesso su tre riguarda soggetti con meno di 30 anni;
- n certe classi di età si muore prevalentemente per incidente stradale (più della metà di coloro che muoiono a 18 anni, muoiono in seguito ad incidente stradale);
- ’incidente stradale è la prima causa di morte per i maschi sotto i 40 anni;
- ’incidente stradale è la prima causa di invalidità grave dei giovani.
A fronte di questa situazione, è naturale chiedersi quali siano le cause, e se tali cause possano essere controllate al fine di ridurre questo drammatico quadro di perdite di vita e di salute che, in base a stime diverse, costa al nostro paese in termini sanitari e sociali più di 35 miliardi di euro l’anno.
Come la ricerca epidemiologica ha da tempo mostrato, le cause di questo fenomeno sono molteplici. Tuttavia, tra le tante, una prevale: la guida in stato di ebbrezza, cui può essere indicativamente attribuito circa il 30% degli incidenti stradali gravi o mortali (uno su tre). E’ bene dire subito che il guidare in stato di ebbrezza alcolica non è un fenomeno caratteristico solo dei giovani: questa perniciosa abitudine riguarda anche gli adulti; anzi, ancor più gli adulti. La cosa non deve sorprendere, in quanto – secondo valutazioni a suo tempo prodotte dalla Società Italiana di Alcologia – nel nostro Paese ci sono circa un milione di alcolisti e tre milioni di bevitori eccessivi. Il problema specifico dei giovani è che l’uso di alcol è quasi sempre accompagnato da quello di sostanze d’abuso, con quel che ne consegue per la sicurezza stradale in quanto gli effetti congiunti dell’alcol e delle droghe sul cognitivo del conducente si moltiplicano.
In base ai risultati degli studi nazionali svolti tra il 1998 e il 2005 dall’ONAT, relativi a più di 30.000 giovani, possiamo affermare che in media più di tre giovani su quattro fanno uso di bevande alcoliche, più di un giovane su tre ha fatto nella vita esperienza con le droghe e uno su cinque continua ad usarle. Tra i maschi che bevono alcol, circa quattro su dieci consumano anche droghe (nelle femmine la quota si riduce un poco, a una su tre). Sempre riferendoci agli studi dell’ONAT sui conducenti molto giovani (18-19 anni), circa un ragazzo su cinque riferisce di aver guidato almeno una volta in stato di ebbrezza nell’ultimo mese (nelle ragazze di analoga età questa quota scende a una su trenta).
Tenendo conto che i giovani rappresentano circa un quinto delle patenti attive (che sono attualmente circa 35 milioni), e ricordando che la guida in stato di ebbrezza è un problema anche per gli adulti, si comprende bene come la sicurezza della circolazione sia oggi fuori controllo
per quel che riguarda il fattore Alcol, Sostanze e Guida
. Gli studi svolti dal reparto “Ambiente e Traumi”, oltre ad interessarsi delle dimensioni del fenomeno (attività specifica dell’ONAT), hanno prodotto importanti risultati che forniscono indicazioni precise in termini di terapia
.
Al di là di indicazioni ovvie, dettate anche dal buonsenso, come elevare il numero dei controlli su strada per la guida in stato di ebbrezza o sotto l’influenza di sostanze psicotrope (articolo 186 e 187 del Codice della Strada), ne emergono altre meno scontate, tra cui segnaleremo quelle di maggior interesse.
In primo luogo, è necessario che a fronte di queste violazioni i periodi di sospensione della patente di guida seguano una progressione geometrica: ad esempio, nel caso di controlli su strada (e quindi in assenza di incidente stradale) se alla prima infrazione la sospensione è di sei mesi, la seconda volta dovrà essere di un anno; la terza di due; la quarta di quattro, e così via. Ovviamente, in caso vi fosse responsabilità nell’aver causato un incidente mortale o con feriti, tale regola dovrà essere necessariamente resa più dura, sino a pervenire in alcuni casi alla definitiva revoca della patente.
In secondo luogo, è necessario che le Commissioni Mediche Locali (CML), che si occupano specificamente dei soggetti che incorrono in questo grave tipo di violazioni del Codice della Strada, facciano tutte riferimento ad un data base comune che riporti l’intera storia del soggetto, come pure a regole comuni di giudizio. Non deve più accadere che ci siano persone cui viene restituita la patente tre, quattro, cinque o più volte dopo essere stati trovati dai controlli su strada a guidare in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’influenza di sostanze; e magari essendosi già resi responsabili della morte o del ferimento di qualcuno.
In terzo luogo, è bene riflettere sulle strategie di comunicazione. La comunicazione è certo utile in termini di attenzione al problema e di educazione dei giovani; e, dunque, in termini di prevenzione dell’alcolismo come pure dell’uso delle sostanze. Tuttavia, chi già beve (o usa sostanze) in modo problematico è poco sensibile alla comunicazione. Per questi soggetti l’unica possibilità è quella di intraprendere un percorso alcologico ben preciso che li aiuti a risolvere il loro problema. E solo al termine di questo percorso – in caso di successo – si potrà riconsiderare se permettere loro di riprendere a guidare o meno.
* Direttore del reparto Ambiente e Traumi e coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Traumi (ONAT)- Istituto Superiore di Sanità
Sala Stampa
pres Focus