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ISS, balneazione senza rischi per la salute
A nuoto, in barca o sulla spiaggia, siamo potenzialmente esposti all'inquinamento delle acque di balneazione. L'esposizione a fattori di rischio, infatti, può avvenire per ingestione, per assorbimento dermico o per inalazione. E i rischi per la salute vanno dalle sindromi gastrointestinali alle infezioni oculari, dai disturbi della pelle alle infezioni delle vie respiratorie.
Al tema, l'Istituto Superiore di Sanità ha dedicato lo studio 'Fattori di pressione per la salute connessi con la balneazione', pubblicato nell'ultimo Rapporto Istisan. La bassa qualità delle acque di balneazione, avvertono gli esperti, di solito è dovuta all'immissione di reflui di varia natura e all'assenza di trattamenti preventivi, che rendono i bacini marini un veicolo epidemico di un ampio spettro di microrganismi, di differente patogenicità, più o meno facili da trasmettere.
Stime di massima mostrano che durante un bagno un adulto assume acqua compresa tra 50 e 100 ml, con valori più elevati tra i bambini. Per via cutanea assorbiamo invece una quantità d'acqua pari a 1 grammo/ora nel caso di un bambino di 10 kg e di circa 3 grammi/ora nel caso di un adulto di 70 kg.
I disturbi che possono insorgere sono tutti correlati alla presenza di alte quantità di indicatori di contaminazione fecale come i coliformi totali e fecali, Escherichia coli, o gli enterococchi. Le soglie di infettività variano a seconda dei livelli di resistenza delle popolazioni esposte e degli indicatori di contaminazione. Ma è stato evidenziato che queste soglie sono correlate a 20 batteri/100 ml di acqua per popolazioni meno resistenti e a 40 batteri/100ml nel caso di popolazioni più resistenti alle infezioni.
In Italia il monitoraggio delle acque di balneazione è affidato al Ministero della Salute, con dati pubblicati l'anno successivo, anche attraverso una cartografia con simboli e colori che traccia lo stato di qualità delle acque di balneazione, nel rispetto del DPR 470/1982.
Sala Stampa
pres News