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HIV, la storia del virus in uno studio firmato ISS
"Se lo conosci, lo eviti". Erano gli anni Ottanta e questo slogan imperversava nelle campagne di prevenzione del virus dell'HIV. Da allora molta strada è stata percorsa sia nell'ambito della ricerca di base sia in quello delle strategie di sanità pubblica, anche grazie ai cosiddetti studi osservazionali longitudinali o studi di coorte: quelle indagini epidemiologiche cioè in cui l'arruolamento è basato sull'appartenenza ad un certo gruppo e gli individui vengono seguiti nel tempo senza effettuare alcun tipo di intervento, lasciando che la natura segua il suo corso (in termini di malattie, morte o altro relativamente alla salute). Uno di questi, tra i più importanti per la conoscenza dell'infezione da HIV, è l'Italian Seroconversion Study, ideato e finanziato dall'Istituto Superiore di Sanità da oltre 15 anni. Che viene raccontato questo mese in un
Lo studio si propone di percorrere la storia naturale dell'infezione, registrandone tutte le modifiche nel tempo, a partire dalla sieroconversione, da quando cioè nel soggetto infettatosi compaiono i primi anticorpi contro il virus. E' da questo momento che lo studio si propone di stimare il tasso di progressione verso l'AIDS; di valutare gli effetti delle terapie antoretrovirali sul tempo di incubazione dell'AIDS e sulla sopravvivenza dei malati, nonché le probabilità di decesso per cause non correlate alla malattia; di identificare i fattori che determinano la progressione clinica dell'infezione (i comportamenti a rischio, le coinfezioni virali o batteriche, in particolare l'HCV, le caratteristiche demografiche) e quelli che permettono di definire parametri di laboratorio (la carica virale, la conta di linfociti CD4+), modelli matematici e statistici.
L'Italian Seroconversion Study ha coinvolto 17 centri clinici (10 al Nord, 6 al Centro e 1 al Sud), tutti in contatto con i SERT, i servizi per le tossicodipendenze che fungono da centri di screening per l'HIV, e con i centri di diagnosi e trattamento di malattie veneree. Il principale criterio di arruolamento consiste nella disponibilità di un test sierologico per HIV negativo seguito da un test positivo. A metà tra queste due date si colloca il momento di sieroconversione. La stessa coorte di sieorconvertiti, inoltre, insieme alle coorti presenti in Europa, Nord America e Australia, partecipa da alcuni anni al progetto
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