In rilievo
Acque potabili, buone e sicure
in collaborazione con Massimo Ottaviani, Luca Lucentini, Emanuele Ferretti*
L'acqua potabile che esce dai rubinetti delle nostre case è di buona qualità e non presenta particolari rischi sanitari per i livelli di metalli in essa contenuti. Ad affermarlo sono i ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità, i primi ad aver realizzato una banca dati nazionale sulla cessione dei metalli in reti di distribuzione di acque destinate al consumo umano. La banca dati è, a sua volta, il frutto del primo progetto nazionale, messo a punto dal Reparto di Igiene delle Acque Interne del
La qualità dell'acqua potabile, quella che arriva fino al rubinetto di casa nostra, è notevolmente condizionata dalla struttura e dallo stato delle reti idriche utilizzate per la distribuzione. Fino a poco tempo fa, questo criterio non veniva adeguatamente preso in considerazione, tanto che le analisi sulle caratteristiche dell'acqua venivano effettuate a monte, ossia negli acquedotti. Solo di recente, con l'entrata in vigore del
Caratteristiche dell'acqua destinata al consumo umano
In Italia, circa l'80% dell'acqua potabile è sotterranea e circa il 20% è invece superficiale. Oltre il 90% della popolazione riceve l'acqua grazie agli acquedotti. Questi ultimi sono circa 10.000, dei quali 1.600 con bacini d'utenza superiori ai 5.000 abitanti. Ancora, oltre l'80% delle acque distribuite dagli acquedotti sul territorio nazionale viene disinfettato utilizzando come agenti cloro gassoso, ipoclorito di sodio e biossido di cloro. L'attività di controllo, eseguita con regolarità e capillarità su tutto il territorio nazionale, indica che su 3,5 milioni di analisi effettuate, oltre il 95% dei valori sono risultati conformi agli standard qualitativi previsti dalla normativa vigente. Ma la natura dei suoli, e soprattutto le contaminazioni dell'acqua, causate in vario modo dalle attività dell'uomo,possono condizionare inevitabilmente le caratteristiche originarie dell'acqua.
Questo spiega perché non si possa parlare di una sola acqua potabile, ma di tante acque, a seconda del sottosuolo da cui originano, delle condizioni degli acquedotti in cui vengono raccolte e delle tubature attraverso cui arrivano fino ai rubinetti delle nostre case. Tutto ciò rende spesso necessario un processo di potabilizzazione, cioè un trattamento che consente di assicurare, per l'acqua che ne sia priva, gli standard qualitativi necessari a tutelare la salute pubblica e richiesti per legge. Si tratta di un procedimento delicato, diverso a seconda della natura dell'acqua da trattare e che include una fase di disinfezione finale tramite mezzi chimici e fisici, processo da realizzare minimizzando l'impatto sulla qualità dell'acqua senza compromettere il risultato finale.
Il metodo
Lo studio ha coinvolto 15 Gestori e 13 laboratori pubblici ed è stato realizzato effettuando 6.000 prelievi presso più di 3.800 utenze pubbliche e private, ubicate in fabbricati di diversa tipologia ed epoca di costruzione. I prelievi sono stati effettuati con diverse modalità: quella random che avviene in modo casuale, senza aspettare che l'acqua scorra per un po' di tempo dal rubinetto, e quelle che prevedono un flusso di 5 minuti e il prelievo dopo mezz'ora o 4 ore di stagnazione.
* Reparto di Igiene delle Acque Interne del Dipartimento di Ambiente e connessa Prevenzione Primaria
Sala Stampa
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