Fumo: i nuovi prodotti hanno annullato il trend in discesa dei fumatori, SEGUI IL CONVEGNO LIVE

UFFICIO STAMPA
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I nuovi prodotti che in questi anni hanno affiancato le sigarette tradizionali stanno facendo aumentare i consumatori tra i più giovani, con quasi il 40% degli studenti delle superiori che ne fa uso, e hanno di fatto annullato il trend in discesa che si vedeva nei fumatori adulti. Lo rilevano i dati diffusi dall'Iss in occasione del No Tobacco Day che si celebra il 31 maggio, che verranno presentati durante un convegno che si terrà il 30 maggio nella sede dell'istituto. Il cosiddetto ‘policonsumo’, sottolineano gli esperti, riguarda infatti la grande maggioranza dei 14-17enni che fumano e una quota sempre maggiore di adulti, con rischi crescenti per la salute.
“L'uso composito dei prodotti da fumo rappresenta una sfida complessa per la salute pubblica, - ha affermato il presidente dell’Iss Rocco Bellantone - perché non si può escludere che l’uso composito di sigarette tradizionali e dispositivi elettronici, con o senza nicotina, si traduca in aumento del rischio per la salute”.
I consumi nei giovani
Fumano o svapano il 7,5% (oltre 240.000 ragazzi/ragazze) degli studenti italiani tra gli 11 e i 13 anni: questa percentuale sale al 37,4% tra gli studenti di 14-17 anni (circa 865.000 ragazzi e ragazze). In particolare, hanno fatto uso negli ultimi 30 giorni di un prodotto tra sigarette tradizionali, prodotti a tabacco riscaldato e sigarette elettroniche prevalentemente i ragazzi rispetto alle ragazze tra gli studenti delle scuole medie (M 7,6% vs F 6,9%), mentre nelle scuole superiori sono state le ragazze a consumare di più rispetto ai ragazzi (M 32,2% vs F 42,1%). E’ quanto emerge da due ricerche che hanno coinvolto oltre 8mila giovani tra gli 11 e i 17 anni, coordinate dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, su un campione rappresentativo di 3441 studenti delle scuole medie e 4861 studenti delle scuole superiori.
Quasi raddoppiato in entrambe le fasce di età il fenomeno del policonsumo, ovvero dell’utilizzo combinato di più prodotti: se nel 2022 era pari al 26,0% tra gli 11-13enni e al 38,7% tra i 14-17enni, nel 2025 questa percentuale è pari al 45,5% tra gli studenti delle scuole medie e al 70,7% tra gli studenti delle scuole superiori.
Tra i prodotti sperimentati dagli studenti italiani emergono anche le bustine contenenti nicotina: dichiarano di averle provate l’8,2% degli studenti tra i 14 e i 17 anni, e questo dato è in forte aumento rispetto a quanto registrato nel 2024 (3,8%).
Tra gli studenti che hanno utilizzato un prodotto contenente tabacco o nicotina nel mese antecedente la rilevazione, preoccupante è il dato relativo a coloro che lo hanno fatto per più di 20 giorni: tra gli studenti 11-13enni il 9,0% ha consumato la sigaretta tradizionale, il 9,7% un prodotto a tabacco riscaldato, il 16,0% la sigaretta elettronica. Queste percentuali aumentano sensibilmente nei ragazzi più grandi (40,5% per la sigaretta tradizionale, 34,8% per il tabacco riscaldato, 35,9% per la sigaretta elettronica), denotando un comportamento di consumo abituale.
Il consumo di tabacco o nicotina si concentra nei fine settimana o nei giorni di festa in entrambe le fasce di età e per tutti i prodotti indagati. Tra gli studenti consumatori di sigarette elettroniche di entrambe le fasce d’età il prodotto viene utilizzato prevalentemente con liquidi contenenti nicotina (65,5% degli 11-13enni e 86,8% dei 14-17enni).
Per quanto riguarda i canali di acquisto delle sigarette tradizionali, del tabacco riscaldato e delle sigarette elettroniche, le indagini hanno messo in evidenza come i ragazzi più giovani (11-13 anni) se le facciano offrire o comprare dagli amici, mentre i ragazzi più grandi tendono anche ad acquistarli personalmente dal bar/tabaccaio. Nonostante il divieto di vendita ai minori alcuni studenti dichiarano di acquistare i prodotti consumati senza il rifiuto da parte del rivenditore: le percentuali più alte si registrano per l’acquisto della sigaretta elettronica (il 62,6% degli 11-13enni e il 58 0% dei 14-17enni non ha ricevuto un rifiuto all’acquisto da parte del rivenditore).
Circa un ragazzo su cinque tra gli 11 e i 13 anni dichiara che i propri genitori sono a conoscenza del fatto che fumi/svapi: questa percentuale sale a quasi uno studente su due tra i ragazzi di 14-17 anni. La scuola rimane ancora un ambiente in cui i ragazzi vedono altri studenti/professori o altro personale della scuola fumare o svapare e questo è molto più frequente soprattutto tra i ragazzi delle scuole superiori (80% dichiara di aver visto tutti i giorni/quasi tutti i giorni fumare/svapare). “I risultati delle ricerche che abbiamo realizzato ci danno la misura della precocità dei comportamenti di sperimentazione da parte dei preadolescenti e della criticità del passaggio tra la scuola media e la scuola superiore, a conferma dell'importanza degli interventi di prevenzione destinati a queste fasce d'età” sottolinea Simona Pichini, che dirige il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss
I consumi negli adulti
La stima dei consumi negli adulti e negli anziani è stata ricavata dai dati delle Sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento coordinate dal Centro nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (CNaPPS) dell’Iss. In Italia, la maggioranza degli adulti 18-69enni non fuma (59%) o ha smesso di fumare (17%), ma 1 italiano su 4 è fumatore abituale (24%), cifre invariate negli ultimi anni ma non prive di “criticità”. Infatti a fronte di un trend in lenta riduzione della prevalenza di fumatori di sigaretta tradizionale, aumenta l’uso della sigaretta elettronica (per lo più con uso di nicotina) e dei dispositivi a tabacco riscaldato, sia tra i fumatori, che diventano così dediti al poliuso dei prodotti del tabacco, sia fra i “non fumatori” o gli “ex fumatori”, che pur non essendo mai stati (o essendo stati in passato) esposti ai danni del fumo di sigaretta si espongono oggi ai rischi legati all’inalazione delle sostanze utilizzate nelle sigarette elettronica, ai rischi residuali della combustione del tabacco (comunque presente nelle HTP) e alla dipendenza da nicotina.
Nel biennio 2023-2024 a fronte di una quota di fumatori pari al 24% fra i 18-69enni, il 19% riferisce un uso esclusivo di sigarette tradizionali e il 5% dichiara sia di fumare sigarette tradizionali che di utilizzare un dispositivo elettronico (fra e-cig e/o HTP); a questi si aggiunge una quota di persone (4%) che fa invece un uso esclusivo di dispositivi elettronici (e-cig e/o HTP), pur non avendo mai fumato sigarette tradizionali o avendo smesso da tempo, rimanendo così comunque esposta ai rischi di dipendenza da nicotina
Il trend che si osserva dall’introduzione nel mercato italiano dei nuovi dispositivi elettronici (2014 per la e-cig e 2018 per HTP) mostra così una riduzione costante della quota di fumatori esclusivi di sigarette tradizionali (dal 25% del 2014 al 18% del 2024) a favore di un aumento del poliuso (dall’1,5% del 2014 al 4,8% del 2024) cui si accompagna un aumento di coloro che utilizzano esclusivamente dispositivi elettronici (dallo 0,4% del 2014 al 4,0% del 2024). Ecco i dati per i singoli tipi di prodotto relativi al biennio 2023-2024:
- Il fumo di sigarette tradizionali è più frequente fra gli uomini rispetto alle donne (28% vs 20%) e disegna un gradiente sociale significativo, coinvolgendo molto di più le persone con difficoltà economiche (36% vs 21% fra chi non ne ha) o con bassa istruzione (30% fra chi ha la licenza media o 26% fra chi ha al più la licenza elementare vs 18% fra i laureati). La variabilità territoriale mostra in testa alla classifica delle Regioni con le più alte quote di fumatori alcune del Centro-Sud, come Molise, Campania e Umbria.
- L’uso della sigaretta elettronica coinvolge complessivamente il 4% della popolazione, ma è più frequente fra i più giovani di 18-24 anni (8% vs 3% fra i 50-69enni). I dati annuali mostrano un lento e modesto aumento dell’uso della sigaretta elettronica che passa da poco meno del 2% del 2014 a poco più del 4% in 10 anni. Non mostra differenze di genere, né per disponibilità economiche, ma è poco più frequente fra le persone diplomate rispetto alle persone con titolo di studio inferiore o rispetto ai laureati.
Anche l’uso di dispositivi a tabacco riscaldato in Italia coinvolge ancora poche persone (complessivamente il 4%), ma sembra in rapido aumento (dallo 0,5% del 2018 al 4,6% nel 2024) almeno rispetto a quanto osservato per le sigarette elettroniche. Nonostante i numeri contenuti, si evidenziano già differenze significative per età e genere: la quota di persone che usano i dispositivi a tabacco riscaldato raggiunge il 9% fra i 18-24enni, ed è più alto fra le donne soprattutto nelle generazioni più giovani. Inoltre, si osserva un gradiente per istruzione che vede aumentare il valore dell’indicatore da meno dell’1% per chi ha al massimo la licenza elementare al 4% di chi ha la laurea, mentre non sembrano esserci differenze legate alla disponibilità economica
“L'introduzione di nuovi prodotti, come le sigarette elettroniche e, più recentemente, i dispositivi a tabacco riscaldato, sembra aver arrestato i trend positivi che si andavano osservando negli ultimi decenni di riduzione della quota di fumatori. Accade così che negli ultimi anni resta stabile la quota complessiva di persone esposte ai rischi per la salute derivanti dal fumo di tabacco o dall'inalazione delle sostanze presenti nelle sigarette elettroniche, così come al rischio di dipendenza da nicotina. Ancor più preoccupante è il fatto che questa situazione coinvolga soprattutto i giovani" spiega Maria Masocco, responsabile scientifico della sorveglianza Passi.
Il Telefono Verde contro il fumo e i centri antifumo
Il 2024 ha registrato un calo delle chiamate al telefono verde contro il fumo dell’Iss (800554088), scese a 6497 dalle 6931 del 2023. Per il 90% a chiamare sono fumatori, soprattutto maschi, mentre l’8,1% sono familiari, in questo caso soprattutto donne. Il 92,3% di chi chiama vuole smettere, o far smettere di fumare, ma è in crescita anche chi chiede informazioni sui nuovi prodotti. Per quanto riguarda i servizi territoriali, il loro numero è stabile (223) negli ultimi due anni. In prevalenza sono concentrati al nord (60%), contro il 21% del centro e il 19% del sud e delle isole. (Leggi qui la nuova guida ai servizi territoriali presentata al convegno).
Il tentativo di smettere di fumare
Nel biennio 2023-2024, un terzo dei fumatori intervistati da PASSI dichiara di aver tentato di smettere di fumare nei 12 mesi precedenti l’intervista, restando almeno un giorno senza fumare. Nella stragrande maggioranza dei casi (quasi il 76%) il tentativo fallisce: solo una bassa quota (12%) raggiunge l’obiettivo e riferisce di aver smesso di fumare da più di 6 mesi. Il tentativo di smettere di fumare si riduce all’avanzare dell’età, ma va sottolineato che proprio all’avanzare dell’età va cumulandosi la quota di persone che riesce ad abbandonare questa abitudine (ex fumatori). Tentare di smettere di fumare è più frequente fra le persone con più alto titolo di studio e fra i residenti nelle regioni settentrionali. mentre non vi sono significative differenze fra uomini e donne. Chi riesce in questo tentativo dichiara di averlo fatto per lo più senza alcun ausilio (64%);
Fumo passivo
Nel nostro Paese, nel biennio 2023-2024, il 95% degli intervistati riferisce che il divieto di fumo sul luogo di lavoro è rispettato “sempre” (84%) o “quasi sempre” (11%). Significative sono le differenze regionali a sfavore delle Regioni meridionali, dove il rispetto del divieto di fumo nei luoghi di lavoro viene riferito da meno persone. Fortunatamente questo gradiente geografico va riducendosi nel tempo grazie all’aumento del rispetto del divieto che investe tutto il Paese (in 17 anni la quota di persone che riferisce un rispetto totale del divieto di fumo nei luoghi di lavoro passa dal 70% del 2008 al 84% del 2024).
L’esposizione al fumo passivo in ambito domestico è ancora una realtà non trascurabile: nel biennio 2023-2024 l’11% degli intervistati dichiara che nella propria abitazione è ammesso fumare; un’abitudine solo poco meno frequente (8%) fra coloro che vivono in case in cui sono presenti minori di 0-14 anni di età . Le Regioni in cui vi sono meno case “libere da fumo” sono prevalentemente Regioni meridionali e quelle con la quota più alta di fumatori dove, generalmente, è anche minore il rispetto del divieto di fumo nei luoghi di lavoro. Anche il numero di case “libere da fumo” continua ad aumentare significativamente nel tempo, come effetto presumibile di un passaggio culturale che, a partire dalla legge sul divieto nei luoghi pubblici conduce, attraverso una maggiore consapevolezza dei danni del fumo passivo, all’astensione dal fumo negli ambienti di vita privati.
Leggi anche la scheda sul tumore del polmone sul sito IssSalute.
Per saperne di più https://smettodifumare.iss.it/it/