Eventi
Giornata Europea degli Antibiotici,:in Italia ancora troppo alto il consumo, aumenta la resistenza
Aumentare la consapevolezza che gli antibiotici sono farmaci preziosi è l'obiettivo della Giornata Europea degli antibiotici, che ricorre oggi 18 novembre. L’Istituto Superiore di Sanità coordina dal 2001 la sorveglianza AR-ISS (Antibiotico-resistenza-ISS), una sorveglianza sentinella, alla quale partecipano su base volontaria circa 50 laboratori ospedalieri su tutto il territorio nazionale. I dati di sensibilità, prodotti routinariamente dai laboratori vengono inviati all’ ISS, che provvede ad assemblarli e a trasferirli su base annua all’ECDC. I dati di AR-ISS quindi sono quelli che sono indicati per l’Italia nella sorveglianza EARS-Net, e che danno all’Italia i colori nelle ben note cartine (vedi allegato) sulla resistenza agli antibiotici in Europa. Il nostro Paese, infatti, è, insieme alla Grecia, quello con una presenza endemica di Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, con livelli intorno al 33%.
Riportiamo un commento di Annalista Pantosti del MIPI ai dati.
18 novembre 2016
di Annalisa Pantosti
Quest’anno la Giornata Europea degli Antibiotici che si celebra come ogni anno il 18 Novembre, conclude una settimana mondiale (World Antibiotic Awareness Week) organizzata congiuntamente da OMS, FAO e OIE (che si occupa di sanità animale) dedicata ad aumentare la consapevolezza che gli antibiotici sono farmaci preziosi e pertanto non devono essere sprecati per utilizzi inappropriati. La campagna dell’OMS è diretta primariamente al personale sanitario (medici, infermieri, farmacisti) che sono in prima linea per un buon utilizzo degli antibiotici.
Quest’ultimo anno registra un interesse senza precedenti sul problema dell’antibiotico-resistenza, con un proliferare di iniziative e progetti da parte di istituzioni e società scientifiche. Uno dei più autorevoli documenti è quello della Review on Antimicrobial Resistance
, commissionato dal Primo Ministro della Gran Bretagna e pubblicato nella sua veste definitiva a maggio 2016, che offre scenari drammatici, stimando che, in assenza di energiche misure correttive per arginare l’antibiotico-resistenza, nel 2050 si potrebbe arrivare a 10 milioni di morti per anno per infezioni resistenti, un numero superiore a quello dei morti per tumore, con un elevatissimo costo non solo umano ma anche economico.
Il 2016 ha anche visto un interesse senza precedenti della politica a diversi livelli per il problema dell’antibiotico-resistenza, interesse che è culminato nella presa di posizione dell’Assemblea Generale dell’ ONU, lo scorso 21 settembre, che ha definito la resistenza antimicrobica una minaccia globale per lo sviluppo sostenibile che richiede una risposta globale. In questa occasione tutti gli stati membri si sono impegnati a predisporre piani di azione per combattere questo fenomeno.
A fronte di tutte queste iniziative, la resistenza agli antibiotici continua ad aumentare, come ha messo in evidenza in maniera efficace un breve report dell’OECD. Tra i paesi considerati, l’Italia è, dopo la Turchia e la Grecia, il paese nel quale la resistenza è più alta ed ha registrato un raddoppio
tra il 2005 e il 2014.
Questo è anche l’anno nel quale è stato messo in evidenza che alcune resistenze ad antibiotici di ultimissima risorsa, come la colistina per i batteri Gram-negativi o il linezolid per i batteri Gram-positivi possono essere portate da plasmidi facilmente trasferibili e quindi molto diffusibili, che probabilmente sono stati selezionati negli allevamenti animali.
Purtroppo i dati del 2015 della sorveglianza Europea EARS-Net, coordinata dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), mostrano un’Europa sempre più colorata di giallo-arancio-rosso (colori che indicano livelli più alti di resistenza - vedi pdf allegato) per i patogeni Gram-negativi. L’Italia in particolare è sempre insieme alla Grecia il paese con una presenza endemica di Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, con livelli invariati (intorno al 33%) rispetto allo scorso anno nelle batteriemie. Uno studio Europeo pubblicato oggi su Lancet Infectious Diseases
Se consideriamo la resistenza in Escherichia coli, questa continua a crescere in Italia sia verso le cefalosporine di terza generazione, sia verso i fluorochinoloni. Per i batteri Gram-positivi, a fronte di una stabilità dei livelli di MRSA (che però in molti altri paesi europei hanno registrato una chiara diminuzione) si è notato in Italia un aumento di entrococchi resistenti alla vancomicina (VRE), un altro tipico microrganismo multiresistente che sembrava non rappresentasse più una minaccia nel nostro paese.
Anche sul fronte del consumo di antibiotici (dati ESAC-Net 2015, ECDC), l’Italia si mantiene in posizioni superiori alla media europea soprattutto per l’uso territoriale. Come dimostrato dai dati del progetto europeo ARNA, il 6% di chi ha fatto uso di antibiotici nel territorio, lo ha fatto senza prescrizione medica. L’automedicazione è legata soprattutto alla presenza di avanzi
di antibiotici nell’armadietto di casa. D’altra parte gli Italiani sono tra i cittadini dei paesi dell’unione europea con minore conoscenza del fenomeno dell’antibiotico-resistenza e dell’uso appropriato di antibiotici, secondo l’Eurobarometro 2016.
Di fronte a questi scenari, è necessario che le istituzioni e la politica si adoperino per mettere in atto tutti gli sforzi possibili per contenere il fenomeno e per promuovere un uso appropriato di antibiotici e misure per evitare la diffusione di microrganismi resistenti a livello delle strutture di assistenza sanitaria e a livello territoriale.
Il Ministero della Salute sta approntando un piano per combattere AMR (resistenza antimicrobica), e l’ISS fa parte del gruppo di lavoro per la stesura del piano. Il piano dovrebbe essere completato entro breve tempo e indicherà anche le azioni che saranno considerate prioritarie.