Eventi
Nelle piume il segreto dell’influenza aviaria
ISS 7 Luglio 2010
Il commento dei ricercatori del MIPI e DSPVSA al lavoro pubblicato su PLoS ONE
Commento a cura di Maria Alessandra De Marco*, Livia Di Trani**, Antonio Cassone* ed Isabella Donatelli*
* Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e Immunomediate dell’Istituto Superiore di Sanità
** Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità
Scoprire come un’anatra e un virus dell’influenza aviaria si possano incontrare in natura, dove il virus è disperso in enormi volumi d’acqua. Individuare anelli mancanti nelle catene di trasmissione e circolazione del virus in natura. Dimostrare la necessità di studi congiunti di campo e sperimentali per individuare tali anelli mancanti nella trasmissione del virus in natura. Ecco le finalità, a loro volta mirate al prioritario obiettivo di ridurre il rischio sanitario della malattia, della ricerca condotta insieme con la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Alma Mater-Università di Bologna, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia e il St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis. Il lavoro - autore principale il dottor Mauro Delogu dell'ateneo di Bologna - è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista PLoS ONE il 25 giugno 2010.
Il risultato, che si inserisce in studi ventennali sulla trasmissione interspecie dei virus influenzali, è la dimostrazione che i virus dell’aviaria non incontrano gli uccelli acquatici, loro serbatoio naturale, in maniera casuale od occasionale. Al contrario, esiste un meccanismo, finora sconosciuto, che consente a singoli virus, dispersi nell’ acqua da soggetti infetti, di annidarsi
sulla superficie del corpo degli uccelli, in attesa di poter contagiare altri ospiti recettivi.
I virus infatti si legano ai grassi che gli uccelli utilizzano per impermeabilizzare il piumaggio e in poco tempo raggiungono concentrazioni tali da poter dare il via a una nuova infezione. Il contagio fa in un certo senso leva su un comportamento naturale delle anatre selvatiche, che trascorrono più del 10% della giornata a ricoprire il loro piumaggio con il grasso secreto dalla ghiandola dell’uropigio, spalmandolo sul loro corpo con il becco (preening). Quando durante il preening gli uccelli inghiottono questo grasso di impermeabilizzazione quale fonte naturale di vitamina D, i virus concentrati sul corpo vengono ingeriti e possono innescare nuove infezioni. Inoltre, adesi al grasso delle piume, i virus possono lasciarsi trasportare per lunghe distanze. È noto infatti che i virus dell’influenza usano gli uccelli migratori come navette
per spostarsi da un continente all’altro. I risultati della ricerca spiegano quindi come virus influenzali altamente patogeni, come l’H5N1, possono essere trasportati sul loro ospite, senza ucciderlo. Va tenuto presente che le indagini sanitarie di routine non includono l’isolamento del virus dal piumaggio. Ciò significa che anche animali in apparenza sani o guariti dalla malattia possono contribuire alla circolazione del virus. I soggetti che trasportano il virus adeso alle loro piume possono contagiare i loro vicini di stormo recettivi all’infezione, attraverso la reciproca cura del piumaggio (allo-preening).
Le ricadute più importanti della ricerca riguardano la possibilità di elaborare nuove strategie di prevenzione e sorveglianza dell’influenza. Ad esempio, è chiaro che da questa scoperta emerge la necessità di cercare la presenza del virus anche nelle piume quando si vuole escludere che l’animale sia infetto o possa infettare. Le nostre ricerche suggeriscono altresì che vaccini contro la malattia debbano tener conto del ruolo del preening e della secrezione della ghiandola uropigiale nella trasmissione dell’infezione: un vaccino efficace deve stimolare soprattutto l’immunità mucosale, in particolare le immunoglobuline IgA secretorie. Ciò si può ottenere attraverso un’opportuna formulazione vaccinale con l’uso di appropriati adiuvanti mucosali.
Il team di ricercatori è composto da medici e veterinari. Per una sorveglianza integrata dell’interfaccia uomo-animale-ambiente, risulta infatti fondamentale la cooperazione tra la sanità pubblica umana e veterinaria. Un lavoro sinergico che è più che consolidato all’interno dell’Istituto Superiore di Sanità, i cui Dipartimenti MIPI e DSPVSA da anni integrano le loro attività di formazione, ricerca e sviluppo di nuove tecnologie diagnostiche, farmaci e vaccini.
In linea con le indicazioni delle Organizzazioni nazionali e internazionali (WHO, ECDC, OIE) sulle attività da svolgere sugli agenti zoonosici, il coordinamento tra i due Dipartimenti del nostro Istituto ha già in precedenza messo a disposizione della comunità scientifica importanti risultati, quali l’evidenza di trasmissione di virus influenzali aviari all’uomo, attraverso estese indagini sierologiche di lavoratori del settore avicolo.
Venti anni di ricerche sull’ecologia dei virus influenzali: ecco le tappe principali che hanno aperto la strada alla scoperta pubblicata su PLos One
La ricerca Can Preening Contribute to Influenza A Virus Infection in Wild Waterbirds?
, pubblicata su PLoS One il 25 giugno 2010, si inserisce in una lunga serie di studi sulla diffusione ambientale e trasmissione interspecie dei virus influenzali, condotti dal consolidato gruppo di lavoro dell’ISS.
Tra le principali acquisizioni alla base della ricerca si possono ricordare:
a) la dimostrazione del ruolo centrale della specie suina nella comparsa di virus potenzialmente pandemici, attraverso fenomeni di riassortimento genetico tra virus umani ed aviari (Virology, 1993, 193: 503-506)
b) la prima evidenza del passaggio di un virus influenzale da uccelli selvatici a specie aviarie di allevamento (Virology, 2004, 323: 24-36)
c) la dimostrazione di anticorpi specifici verso virus aviari H7N3, circolanti negli allevamenti italiani, in lavoratori del settore avicolo (J. Infect. Dis., 2005, 192: 1318-1322)
d) l’identificazione di importanti circuiti di diffusione inter-continentale (Europa-Asia) dei virus influenzali, legati alle rotte migratorie dell’avifauna selvatica (Journal of Virology, 2007, 81: 7529-7539).
Leggi il Comunicato Stampa dell'ISS
Alcuni link utili:
Leggi il
Sala Stampa
pres Primo Piano