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HIV: gli stranieri nel nostro Paese si infettano sei volte di più che gli italiani
ISS 29 /01/08
L’incidenza del virus HIV tra gli stranieri presenti in Italia, se confrontata con quella riferita alla popolazione italiana, risulta essere in media sei volte maggiore rispetto a quest’ultima. È quanto emerge da una ricerca effettuata da un gruppo di ricercatori dell’ISS coordinato da Barbara Suligoi, direttore del Centro Operativo AIDS (COA). Lo scopo della ricerca era quello di stimare, nel periodo 1992-2004, l’incidenza dell’HIV tra gli stranieri presenti legalmente e illegalmente nel nostro Paese, mettendo poi a confronto i dati ottenuti con quelli riferiti alla popolazione italiana.
Nel periodo di riferimento (1992-2004), delle 17.309 nuove diagnosi segnalate il 19% riguarda soggetti stranieri. Il numero degli stranieri infetti è aumentato da 232 casi nel 1992 a 347 casi nel 2004. A questo proposito c’è però da considerare anche il parallelo incremento della presenza in Italia degli stranieri con permesso di soggiorno: si è passati infatti da 207.157 nel 1992 a 828.509 nel 2004, con un tasso di crescita annuale del 12,2%.
Il recente aumento dell’immigrazione verificatosi nei Paesi economicamente avanzati – spiega Suligoi - deve costituire motivo di maggiore attenzione per la diffusione del virus dell’HIV. Le popolazioni immigrate infatti risultano essere maggiormente vulnerabili rispetto all’infezione a causa di diversi fattori, primo fra tutti la provenienza da Paesi fortemente colpiti dall’HIV: più della metà (53,8%) degli stranieri che hanno contratto la malattia proviene dall’Africa e il 25% dall’America Latina. La distribuzione delle nuove diagnosi per area di origine è comunque mutata nel corso degli anni: per quanto riguarda i soggetti provenienti dall’Africa si è avuto un aumento dei casi segnalati, dal 26,7% nel 1992 al 59,9% nel 2004; al contrario, è diminuita nel periodo considerato la percentuale rappresentata dai latinoamericani, da 37,5% a 22,2%
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Per più della metà dei casi analizzati (51%) in tutto il periodo di riferimento, l’acquisizione dell’HIV è dovuta a rapporti eterosessuali. E la percentuale degli stranieri esposti a questo rischio è triplicata nel tempo: da 23,7% nel 1992 a 60,4% nel 2004. I soggetti maggiormente colpiti risultano essere gli uomini, con un percentuale del 56%; l’età media dei sieropositivi è di 31 anni (32 per gli uomini e 27 per le donne).
L’incidenza delle nuove diagnosi tra gli stranieri nell’intero periodo di studio è stata di 69 casi su 100.000 soggetti aventi permesso di soggiorno, mentre tra gli italiani è stata di 8,7 casi su 100.000 abitanti. In ogni caso l’incidenza è diminuita nel tempo per entrambe le categorie: infatti, tra gli stranieri, nel periodo 1992-1994 l’incidenza era di 99,8 diagnosi per 100.000 aventi permesso di soggiorno, mentre nel periodo 2002-2004 è scesa a 57,7. Tra gli italiani l’incidenza è passata da 15,7 diagnosi ogni 100.000 abitanti nel 1992-1994 a 5,4 nel 2002-2004.
L’indice di incidenza ha comunque confermato una marcata differenza tra le due popolazioni, mostrando come l’incidenza totale tra gli stranieri sia in media sei volte maggiore di quella rilevata tra gli italiani: è risultata cinque volte maggiore nel periodo 1992-1994 e ben otto volte nel periodo 2002-2004. Ciò può essere spiegato anche con l’aumento generale dell’immigrazione, soprattutto dell’immigrazione proveniente da zone a rischio, come l’Africa e i Paesi dell’Europa dell’Est.
Non siamo purtroppo in grado di stabilire se l’infezione da parte degli stranieri è stata acquisita in Italia - conclude la ricercatrice - tuttavia il fatto che un’alta percentuale di soggetti affetti da HIV provenga da aree geografiche fortemente colpite dal virus fa supporre che essi abbiano contratto l’infezione nel loro Paese d’origine. Nell’interpretare i risultati dell’indagine, inoltre, bisogna considerare che i tassi di incidenza stimati sono stati calcolati rispetto al numero degli stranieri regolari perché il numero preciso degli irregolari non è noto; tuttavia, anche includendo gli irregolari, l’incidenza da HIV tra gli stranieri risulterebbe molto più alta rispetto a quella degli italiani. Inoltre, non possiamo escludere che molti stranieri, non essendo consapevoli delle possibilità di cure e servizi sanitari gratuiti offerti nel nostro Paese, non si sottopongono al test dell’HIV perché non possiedono il permesso di soggiorno e temono per questo di essere consegnati alle autorità, oltre che a causa delle barriere sociali e linguistiche che incontrano nel loro soggiorno
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Sala Stampa
pres Focus