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Vaccini antitumorali: il punto sulla ricerca dell’ISS
Gli studi più significativi condotti dai ricercatori dell’ISS sono stati di recente presentati al meeting Internazionale Immunotherapy of Cancer: Challenges and Needs
(ISS, Roma, 24-25 maggio, 2006) e pubblicati su importanti riviste internazionali.
• E’ stato già condotto uno studio pilota, presso l’Istituto Nazionale per la Cura dei Tumori di Milano e l’Istituto Dermopatico dell’Immacolta di Roma, su 10 pazienti con melanoma avanzato trattati con un vaccino derivato da antigeni di melanoma in associazione con IFN α a basse dosi. I risultati dello studio, pubblicato nel maggio scorso su Cancer Research
, hanno mostrato che l’ IFN α è realmente in grado di potenziare la risposta immunitaria, aumentando la quantità e potenziando la capacità di cellule citotossiche specifiche contro il tumore. Nel sangue dei pazienti, infatti, gli studiosi hanno riscontrato un aumento del numero di linfociti T citotossici contro il tumore e di quello dei precursori di DC. Il tutto in assenza degli effetti tossici che spesso accompagnano i pazienti trattati con alte dosi di IFN e per tempi prolungati.
• Sulla base di questo e di altri studi, condotti da Filippo Belardelli e Maria Ferrantini, dell’ISS, verranno avviati due studi clinici. Nel primo l’uso corrente di IFN α verrà associato con un vaccino anti-melanoma. Il protocollo clinico di tale studio verrà finalizzato con il Dr. Giorgio Parmiani dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano. Nel secondo studio, si prevede l’uso di nuovi farmaci cellulari (IFN-DC) personalizzati, prodotti cioè da cellule del paziente stesso nel nuovo centro dell’ISS FaBioCell, e che saranno poi utilizzati, anch’essi, per la vaccinazione terapeutica di pazienti con melanoma.
Le ricerche sui chemioterapici
Il trattamento combinato di dacarbazina, farmaco chemioterapico già conosciuto e ben tollerato dai pazienti, insieme alla somministrazione di un vaccino contenente piccole molecole caratteristiche delle cellule tumorali (antigeni tumorali), aiuta a prevenire la comparsa di recidive nelle persone affette da melanoma. Sulla base di questa osservazione, frutto di anni di studi condotti in modelli sperimentali, un team di ricercatori coordinato dal Enrico Proietti, dell’ISS, ha elaborato un metodo per ridurre il rischio di recidiva nei pazienti operati di melanoma.
Un primo studio pilota, condotto, in collaborazione con l’Ististuto Regina Elena e il Policlinico di Tor Vergata, su un numero limitato di pazienti affetti da melanoma, ha mostrato che il principio della combinazione di chemio e immunoterapia è applicabile all’uomo. I pazienti sottoposti a trattamento combinato con dacarbazina e vaccino antimelanoma hanno avuto risposte immunologiche molto superiori a quelli trattati con vaccino da solo. E proprio in considerazione degli ottimi risultati conseguiti, i ricercatori dell’ISS intendono estendere lo studio ad un numero maggiore di pazienti e valutare la possibilità di combinazione della chemioterapia con diverse strategie immunoterapiche.
Dopo l’asportazione di un melanoma considerato a rischio di recidiva, infatti, il paziente continua a convivere, anche per anni, con la paura che la malattia possa tornare. La novità introdotta da questa ricerca, invece, consiste nello sfruttare l’effetto del chemioterapico per aumentare la risposta immunitaria contro il tumore indotta dal vaccino.
Un procedimento, inoltre, che rimette in discussione l’idea che la chemioterapia distrugga gli effetti benefici della vaccinazione. Infatti, gli studi condotti in ISS hanno mostrato che alcuni chemioterapici possono potenziare fortemente la risposta del sistema immunitario attraverso un meccanismo definito di proliferazione omeostatica
, che interviene alla sospensione della loro somministrazione. Questo fenomeno è accompagnato dalla produzione di numerosi fattori di crescita delle cellule del sistema immunitario (citochine). La risposta ad un vaccino somministrato nella fase di proliferazione omeostatica viene, pertanto fortemente potenziata. A questo si aggiunge il fatto che il trattamento chemioterapico riduce fortemente la risposta immunosoppressiva indotta dal tumore.
Vaccini antitumorali in Europa, la presenza e l’impegno dell’ISS
La Comunità Europea ha finanziato nell’ambito del VI Programma Quadro il progetto Feasibility Study for Coordination of National Cancer Research Activities
(EUROCAN+PLUS), coordinato dallo IARC, che prevede di tracciare un quadro dello stato della ricerca sul cancro e di proporre iniziative necessarie per armonizzare e ottimizzare la ricerca oncologica in Europa, coordinando, dove possibile, iniziative per il trasferimento dei risultati dalla ricerca pre-clinica alla sperimentazione clinica. In tale progetto, per il quale l’ISS è il partner italiano di riferimento, il Dott. Filippo Belardelli ha un ruolo leader su temi di particolare importanza, quali la messa a punto di lineeguida e regolamentazioni nell’ambito delle bioterapie, lo sviluppo di vaccini antitumorali, sia terapeutici che preventivi. Scopo di EUROCAN+PLUS, quindi, è anche quello di realizzare documenti di consenso per la promozione della ricerca clinica europea in queste aree di emergente interesse sanitario.
Sala Stampa
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