Eventi
Nota stampa 4/2004, Gli italiani e i disturbi psichici
Un'indagine coordinata dall'ISS, la prima ad aver descritto la frequenza e le caratteristiche di tutti i disturbi mentali non psicotici nella popolazione italiana, mostra che le donne sono più a rischio, insieme con disabili, disoccupati e single, soprattutto se divorziati.
Le donne hanno un rischio quasi tre volte maggiore rispetto agli uomini di soffrire di disturbi mentali: cadono in depressione il doppio delle volte e sono ansiose il triplo. Peggio ancora se sono casalinghe. Minore, invece, sempre rispetto al sesso maschile, la probabilità di incorrere in disturbi da abuso o dipendenza da alcool. Ma l'essere donna non è l'unico fattore di rischio associato a una maggior frequenza di disturbi psichici: anche i disoccupati e chi, dopo essere stato sposato, si ritrova single hanno una probabilità doppia di essere colti da depressione e disturbi ansiosi. Le persone disabili, infine, hanno una prevalenza di disturbi mentali ben otto volte superiore. Età, livello scolastico e provenienza geografica o zona di residenza non risultano, invece, significativi.
Di questi dati si parlerà oggi nel corso del convegno - Salute mentale e disagio sociale, Un dolore disabilitato -, organizzato dall'Istituto Superiore di Sanità e dalla Caritas Diocesana di Roma. Lo studio in questione, che faceva parte del progetto europeo European Study on the Epidemiology of Mental Disorders (ESEMeD), realizzato nell'ambito della World Mental Health Survey Iniziative promossa dall'OMS e dall'Università di Harvard e al quale partecipano oltre 30 Paesi, è stato coordinato per la parte italiana da Pier Luigi Morosini, dell'ISS e da Giovanni De Girolamo, all'epoca dell'indagine ricercatore presso l'ISS e attualmente psichiatra del Dipartimento Salute Mentale della AUSL di Bologna, nell'ambito del Progetto Nazionale Salute Mentale.
Su poco meno di cinquemila persone adulte intervistate (di età uguale o superiore a 18 anni e dall'età media di 48 anni), l'indagine ha rivelato che quasi poco più di un soggetto su cinque ha sofferto di un disturbo mentale nel corso della sua vita, mentre uno su 13 ne ha sofferto nel corso dell'anno precedente all'intervista. Nello specifico, circa l'11% del campione ha avuto un disturbo affettivo o da ansia nel corso della vita, mentre appena l'1% ha presentato un disturbo da abuso o dipendenza da alcool. In termini assoluti, si può calcolare che più di otto milioni e mezzo di italiani hanno sofferto di un qualche disturbo mentale durante tutta la vita.
Va detto che i disturbi legati al consumo eccessivo di alcol o all'uso di droghe sono probabilmente sottostimati a causa della tendenza da parte degli intervistati a negare di avere queste abitudini. Va però anche considerato che l'Italia è il primo dei 51 Paesi afferenti alla Regione Europea dell'OMS ad aver diminuito del 25% il consumo pro-capite di alcool tra il 1981 e il 2000.
Per quanto riguarda la prevalenza a un anno, il 5% delle persone ha sofferto di un disturbo d'ansia, il 3.5% di un disturbo affettivo. In altre parole, tre milioni e mezzo di italiani hanno sofferto di un disturbo psichico nei 12 mesi precedenti la ricerca. Tra questi, quasi due milioni e mezzo hanno presentato un disturbo da ansia e un milione e mezzo un disturbo affettivo.
Depressione, fobie specifiche e distimia i disturbi più comuni: di depressione ha sofferto il 10% della popolazione nel corso della propria vita e il 3% nei 12 mesi precedenti l'intervista; di fobie ha sofferto il 6% in tutta la vita e poco meno del 3% nell'anno precedente l'indagine; la distimia ha colpito il 3.4% del campione nel corso della vita e l'1% nel corso dell'anno precedente alla ricerca. Seguono la fobia sociale, i disturbi da ansia generalizzata e il disturbo post-traumatico da stress (DPTS), riscontrati nel 2% degli intervistati.
Sala Stampa
pres Comunicati stampa