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Hiv e gravidanza, uno sguardo all'Italia
Solamente il 25% delle donne HIV-positive che vanno incontro a gravidanza ha svolto un counselling preconcezionale, mentre oltre il 50% delle gravidanze, in questa fascia particolare di donne, non viene pianificato. Sono questi alcuni dei risultati emersi dal Progetto Nazionale per la Sorveglianza sul Trattamento Antiretrovirale in Gravidanza, che, coordinato dall'ISS, studia l'attuale popolazione di gestanti HIV-positive presenti in Italia.
Secondo l'indagine, basata sinora su dati relative ad oltre 400 gravidanze, una donna su quattro ha saputo solamente nel corso della gravidanza di aver contratto il virus dell'HIV, mentre il 40% delle sieropositive si trovava, già al momento del concepimento, in terapia antiretrovirale, e fra queste, un 15% con regimi contenenti efavirenz. Non sono stati segnalati casi di trasmissione verticale di HIV fra le donne che hanno svolto la prevenzione della trasmissione materno-fetale dell'infezione. Sotto il profilo demografico, l'età media è di poco superiore ai 30 anni, e nel 30% dei casi, si tratta di donne di nazionalità straniera. Complessivamente, le donne sono in buone condizioni cliniche e immunologiche. La sorveglianza va avanti, con la raccolta di varie informazioni cliniche e di laboratorio sulla sicurezza del trattamento antiretrovirale nelle madri e nei neonati.
Gli antiretrovirali, affiancati dal parto cesareo e dall'allattamento artificiale, sono in grado oggi di ridurre significativamente la trasmissione dell'infezione dalla madre al neonato: il rischio di contagio, passa, infatti, dal 20-25% in assenza di terapia fino al 2-3% in presenza di cure. Il Progetto Nazionale di Sorveglianza, istituito nel dicembre 2001 e che ha raccolto 800 segnalazioni al settembre 2004, si avvale di tre gruppi di ricerca: gli ostetrici del Gruppo di Studio Nazionale SIGO sull'infezione da Hiv, una rete di infettivologi, ostetrici e pediatri operanti nel Lazio (Gruppo Laziale per lo Studio della Donna HIV Positiva in Gravidanza e del suo Bambino) e diversi centri infettivologici coordinati direttamente dall'ISS. Per un totale di 30 strutture sparse su tutto il territorio nazionale.
Sala Stampa
pres News