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Ossigeno al cervello
Una percentuale compresa tra il 20 e il 50% dei neonati che non riceve sufficiente ossigeno al cervello durante la gravidanza o al momento del parto, muore nel periodo neonatale. Tra i sopravissuti circa il 25% è destinato ad avere gravi handicap: paralisi cerebrali, epilessia, ritardi mentali e disturbi dell'apprendimento. Proprio per queste ragioni, l'Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l'ospedale Bambino Gesù, ha avviato un progetto di studio sui danni cerebrali riportati dai neonati in seguito ad un attacco ipossico-ischemico. Al momento, sono stati messi a punto modelli animali da utilizzare per la validazione di potenziali cure farmacologiche e riabilitative.
Gli studi fino ad ora compiuti confermerebbero che gli episodi ipossico/ischemici rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi neurologici e psichiatrici nel corso dell'adolescenza e dell'età adulta. I deficit maggiori compaiono dopo breve tempo dall'evento asfittico e la causa della mancata ossigenazione dell'encefalo va rintracciata, nella maggior parte dei casi, nella nascita prematura del bambino che, comportando una ridotta funzionalità dei polmoni, impedisce un'adeguata ossigenazione del cervello. La patologia potrebbe inoltre derivare da infezioni che colpiscono le mamme durante la gravidanza e che, attraverso la placenta, vengono trasmesse al feto oppure da un parto difficile al momento della nascita.
Sala Stampa
pres News