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Cancro, le leggi europee della prevenzione
1. Non fumare; se fumi, smetti. Se non riesci a smettere, non fumare in presenza di non-fumatori.
Il fumo è l'imputato numero uno, in Occidente, di circa il 30% di tutti i tipi tumore e di oltre il 90% di quelli al polmone. Nel ventesimo secolo, secondo l'
2. Evita l'obesità.
L'alimentazione è responsabile, nei Paesi occidentali dove la dieta è in genere ipercalorica, ricca di grassi, carboidrati e proteine animali, di circa il 30% di tutti i tipi di cancro. In particolare, secondo l'OMS, sarebbero da attribuire all'obesità, nell'Europa occidentale, l'11% di tutti i tumori del colon, il 9% di quelli al seno, il 39% delle neoplasie all'endometrio, il 37% di quelle all'esofago, il 25% dei cancri renali e il 24% di quelli alla cistifellea. Attualmente, più di un miliardo di persone adulte nel mondo sono in soprappeso e, tra queste, circa 300 milioni sono clinicamente obese. Tra i bambini, poi, l'obesità sta dilagando come una vera e propria epidemia: all'incirca 22 milioni di piccoli sotto i 5 anni in tutto il mondo sono in soprappeso e il problema si sta estendendo anche nei Paesi in via di sviluppo. Circa la metà della popolazione europea adulta risulta in sovrappeso, con un 20-30% di obesi. In Italia l'
3. Fai ogni giorno attività fisica.
Trenta minuti al giorno di moderata attività fisica (per esempio una passeggiata a passo svelto) sono sufficienti per abbassare del 50% il rischio di sviluppare un cancro al colon (oltre che per prevenire la salute da una serie di altre patologie e disturbi). Un effetto protettivo che aumenta al crescere del livello di attività fisica. La sedentarietà, al contrario, si legge nel
4. Mangia ogni giorno frutta e verdura: almeno cinque porzioni. Limita il consumo di alimenti contenenti grassi di origine animale.
L'OMS raccomanda di assumere porzioni di frutta e verdura almeno 5 volte al giorno, praticamente ad ogni pasto e al posto degli snack consumati tra i pasti, per un minimo di 400 grammi quotidiani (escluse le patate e gli altri tuberi) per prevenire numerose malattie croniche e ridurre il rischio di cancro. Numerose ricerche, coordinate dall'
5. Se bevi alcolici, che siano birra, vino o liquori, modera il loro consumo a due bicchieri al giorno se sei uomo, ad uno se sei donna.
I bevitori accaniti rischiano dalle 10 alle 100 volte di più, rispetto a chi non ha mai bevuto alcolici, di ammalarsi di cancro della cavità orale, della faringe, dell'esofago e della laringe. Ma anche fegato, seno e colon - retto sono minacciati a partire da un consumo di circa 30 g al giorno (3 bicchieri). La conferma giunge da uno studio, pubblicato nel gennaio scorso sulla rivista Cancer, in base a cui l'alcol stimolerebbe la produzione di un fattore di crescita che, a sua volta, favorisce lo sviluppo dei vasi sanguigni nei tumori. L'etanolo, poi, può aumentare la dimensione del cancro e i livelli del fattore angiogenico VEGF (fattore di crescita vascolare endoteliale). La Regione europea dell'OMS detiene il record del più alto consumo di alcol nel mondo con una media di poco più di 9 litri a persona in un anno. L'Italia, tuttavia, è il primo dei 51 Paesi afferenti alla Regione Europea ad aver raggiunto l'obiettivo di una diminuzione del 25% del consumo pro-capite di alcol nel periodo prefissato 1981-2000. Nonostante ciò, siamo ancora lontani dal livello di consumo ritenuto auspicabile dall'OMS per il 2015, pari a 6 litri l'anno per tutta la popolazione al di sopra di 15 anni e a 0 litri per quella di età inferiore. Nel nostro Paese, infatti, il consumo pro capite annuale si aggira sui 7,5 litri e, oltretutto, aumentano i giovani consumatori: nel 2001, l'ISTAT ne ha contati 870mila di età compresa tra i 14 e i 16 anni, 22mila in più rispetto al 2000 e 89mila in più rispetto al 1998. Tra questi, sono circa 400mila quelli che abusano soprattutto di birra, vino e aperitivi alcolici.
6. Presta attenzione all'eccessiva esposizione al sole. È di importanza fondamentale proteggere bambini e adolescenti. Gli individui che hanno la tendenza a scottarsi al sole devono proteggersi per tutta la vita dall'eccessiva esposizione.
Ogni anno nel mondo, secondo l'OMS, insorgono tra i 2 e i 3 milioni di tumori della pelle (non melanoma) e almeno 132.000 melanomi, seguendo un trend in crescita dal 1970. Abbassandosi il livello dell'ozono, l'atmosfera perde sempre più la sua funzione di filtro protettivo e una maggiore quantità di radiazione solare UV raggiunge la superficie terrestre. E' stato stimato che una diminuzione del 10% nei livelli di ozono si traduce in un aumento di 300.000 tumori della pelle (non melanomi) e di 4.500 melanomi cutanei. L'incidenza del melanoma è maggiore nelle popolazioni bianche (con occhi chiari e capelli biondi o rossi) con punte da record in Australia, dove il tasso annuale supera dalle 10 alle 20 volte i tassi europei. Va inoltre considerato che, come si legge nel "Global Solar UV Index, a Practical Guide" dell'OMS (2002), riportato sul sito tematico dell'ISS "
7. Osserva scrupolosamente le raccomandazioni per prevenire l'esposizione occupazionale o ambientale ad agenti cancerogeni noti, incluse le radiazioni ionizzanti.
CAREX, uno studio multicentrico europeo, ha rivelato che in Italia nel periodo 1990-93 4,2 milioni di lavoratori, pari al 24% degli occupati, sono stati "esposti" a sostanze che lo IARC ha definito ad azione cancerogena. Una media che non si discosta da quella europea dove dagli anni Novanta almeno 32 milioni di lavoratori (il 23% degli occupati) sono stati esposti a agenti cancerogeni e dove sembra che il 5% dei cancri sia da attribuire all'ambiente di lavoro. Le esposizioni più comuni sono state: a fumo passivo (770mila esposti), a radiazione solare (550mila), a fumi di scarico diesel (550mila), ad asbesto (350mila), a polveri di legno (300mila), a silice cristallina (260mila), a piombo e composti inorganici (220mila), a benzene (180mila), a cromo e composti (130mila) e a idrocarburi policiclici aromatici (130mila). Pericolosi per la nostra salute sono inoltre le polveri fini responsabili dell'inquinamento atmosferico, i residui di pesticidi, diossine ed estrogeni nel cibo e le radiazioni ionizzanti. In particolare, un'indagine coordinata dall'
8. Rivolgiti a un medico se noti la presenza di una tumefazione; una ferita che non guarisce, anche nella bocca; un neo che cambia forma, dimensioni o colore; ogni sanguinamento anormale; la persistenza di alcuni sintomi quali tosse, raucedine, acidità di stomaco, difficoltà a deglutire, cambiamenti inspiegabili come perdita di peso, modifiche delle abitudini intestinali o urinarie.
Quando la tosse persiste, quando un neo sembra strano perché di colore sfumato e forma irregolare, quando si nota del sangue nelle feci e nell'urina, come pure quando il sangue esce troppo spesso dal naso e quando la donna sente un nodulo al seno, è meglio consultare il proprio medico e, se necessario, procedere ad accertamenti. Potrebbe trattarsi, infatti, dell'inizio di un processo tumorale. Niente paura, se diagnosticati in tempo molti tumori sono curabili.
9. Le donne dai 25 anni in su dovrebbero partecipare a creening per il carcinoma della cervice uterina. Questo deve essere fatto all'interno di programmi organizzati, sottoposti a controlli di qualità.
Il tumore della cervice uterina (o collo dell'utero) è il più frequente tra le donne al di sotto dei 50 anni dopo quello al seno. L'OMS ha calcolato che ogni anno nel mondo vengono diagnosticati 466.000 nuovi casi di cervico-carcinoma e sono 230.000 le donne che ogni anno ne muoiono (80% provengono dai Paesi in via di sviluppo). L'incidenza nell'Unione Europea è di 30mila nuovi casi l'anno, con un massimo di 19 casi per 100mila donne in Portogallo e un minimo di 4 per 100mila in Lussemburgo (secondo quanto riportato nelle "
10. Le donne con più di 50 anni dovrebbero partecipare a screening per il carcinoma mammario. Questo deve essere fatto all'interno di programmi organizzati, sottoposti a controlli di qualità.
Ogni anno il carcinoma mammario fa registrare nel mondo oltre un milione di nuovi casi con un'incidenza nei Paesi europei di una donna ogni 16. Tradotto in numeri, il cancro al seno colpisce circa 200mila donne ogni anno in Europa e 31mila in Italia, provocando in quest'ultima 11mila vittime. L'incidenza più alta si registra nei Paesi Bassi con 120 casi per 100mila donne e la più bassa in Spagna e Grecia con 61-63 casi per 100mila. Nel nostro Paese 7 donne su 100 manifestano un carcinoma mammario durante il corso di una vita normale, ovvero entro gli 80 anni. Lo IARC ha valutato nel 2002 i risultati di 7 trial, concludendo che lo screening mammografico riduce la mortalità per cancro al seno del 35% nelle donne tra i 50 e i 69 anni.
11. Individui con più di 50 anni dovrebbero essere coinvolti nell'ambito di programmi organizzati e sottoposti a controlli di qualità, in screening per il cancro colorettale.
Con 940.000 nuovi casi l'anno, il cancro colorettale è la quarta neoplasia al mondo per incidenza, la seconda causa di morte per tumore negli uomini (dopo il cancro al polmone) e la terza per le donne (dopo quello al seno e al polmone). Ogni anno si registrano nei paesi Ue 138.000 nuovi casi di carcinoma colorettale. Tra questi, secondo le "Recommendations on cancer screening in the European Union", il numero maggiore si concentra in Irlanda, Austria e Danimarca con 58-61 casi per 100.000 uomini, mentre l'incidenza è più bassa in Grecia con 25 casi per 100mila. Per quanto riguarda l'Italia, dalla
12. Partecipa ai programmi di vaccinazione contro l'epatite B.
L'Epatite B è un'infezione virale che colpisce il fegato, trasmissibile sessualmente o per contatto con sangue o liquidi del corpo infetti (attenzione a lamette, piercing, tatuaggi, trasfusioni di sangue e rapporti sessuali a rischio, interventi chirurgici o visite dal dentista). In tutto il mondo 400 milioni di persone, di cui 4 milioni vivono nell'Europa occidentale, hanno un'infezione cronica da virus dell'epatite B e sono a rischio di morte per cirrosi o cancro del fegato, malattia che uccide dalle 500.000 alle 750.000 persone l'anno. L'Hbv, infatti, è la principale causa (insieme all'Hcv) di cancro al fegato, malattia che nei paesi Ue si conta 30mila nuovi casi l'anno. Sebbene non esista nessuna cura per l'Epatite B, esiste un vaccino che può prevenire la malattia. In Italia grazie all'introduzione della vaccinazione obbligatoria, il numero dei nuovi casi è diminuito ad oggi di circa il 70%. Tuttavia, l'infezione non è stata ancora domata: i dati dell'ISS attestano, infatti, che gli italiani portatori cronici del virus sono 700-800mila e che i nuovi casi di infezione registrati ogni anno sono 10 per 100mila abitanti.
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