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Fumo: maglia rosa alla Campania che si conferma la regione italiana dove si fuma meno e quella con la percentuale più alta di giovani
ISS 3 febbraio 2010
La Campania è la regione più giovane di Italia
e quella in cui la percentuale di fumatori è più bassa della media nazionale. Dai dati demografici prodotti dall’ISTAT relativi al 2009, infatti, si evince che il 16,7% della popolazione regionale è formata dagli under 15 (Italia 14%; Napoli e provincia 17,7%), nella fascia 15-24 anni abbiamo il 13,1% dei residenti (Italia 10,2%, Napoli e provincia 14,4%). Gli over 65 campani sono appena il 16% (Napoli e provincia 14,4%) a fronte dell’oltre 20% in Italia.
Per la prima volta dal 1993 la percentuale di fumatori in Campania osservata nel 2009 è inferiore alla media nazionale.
Leggendo infatti i dati ISTAT (che fanno riferimento a oltre 60 mila interviste faccia a faccia a persone con età superiore ai 14 anni), osserviamo che nel 2009 abbiamo in Campania il 22,8% di fumatori (Italia 23%).
Confortanti anche i dati regionali relativi agli ex fumatori e ai non fumatori: in Campania sono il 19,9% gli ex fumatori, mentre in Italia sono il 22,5%.
I non fumatori in Campania nel 2009 sono il 55,6% mentre in Italia il 52,4%.
Usando i dati ESPAD, osserviamo che nel 2008 il 60,8% delle ragazze campane di 15-19 anni dichiara di aver fumato almeno una sigaretta nella vita, meno della media Italiana che è del 67,2%, mentre la percentuale dei ragazzi è del 56,2 in Campania e del 62,8% in Italia.
Sempre nello stesso anno la percentuale di giovani che riferisce di fumare fino a 10 sigarette al giorno in Campania è del 16,6% , mentre in Italia 21,0%, ma a Napoli la percentuale è del 14,0%.
Nel gli ultimi 12 mesi del 2008 il 21% dei giovani italiani, nella classe d’età tra i 15 e i 19 anni ha fumato da 1 a 10 sigarette al giorno mentre in Campania il dato scende al 16,4% e arriva al 14,1% a Napoli.
Comparabile, tra la popolazione dei fumatori, il numero medio giornaliero di sigarette consumate (in Italia: 13,36 nel 2007; in Campania 14,31 nel 2007), così come la percentuale di coloro che ne fumano oltre 20 al giorno il 7% nel 2007, in Campania il 7,8% nel 2007).
I dati italiani relativi alle vendite dei tabacchi ci dicono che il trend è in calo. Tale dato va comunque analizzato: se infatti nel solo 2009 osserviamo un calo delle vendite delle sigarette del 2,2%, ed un trend nel periodo 2004-2009 di circa meno 9 punti percentuale, dall’altro dobbiamo registrare, nello stesso periodo, un forte aumento nello smercio dei trinciati (tabacco sfuso utile per fare le sigarette on your own
che costituiscono circa l’1,7% del mercato del tabacco) che sono più che raddoppiati (+139%; +26% nel solo 2009) e quindi incrementi, ma decisamente meno forti, anche nelle vendite di sigaretti (+39%) e sigari (+13,5%).
Le stime relative ai traffici illeciti purtroppo ci confermano un nuovo ritorno del problema: dai dati emersi dalla Guardia di Finanza, osserviamo infatti negli ultimi anni un aumento del fenomeno contraffazione e contrabbando. Oltre 8.000 chilogrammi di sigarette sono stati sequestrati dai finanzieri del Gruppo di Aversa tra giugno e settembre 2009, 7.000 quelli recuperati dagli uomini del Comando Provinciale di Caserta nei primi sette mesi dello scorso anno.
A livello nazionale sono stati effettuati nel 2009 sequestri per oltre 256 tonnellate di tabacchi di cui circa 28 contraffatti. Si stima un danno all’erario per il solo 2009 di circa 27 milioni di euro.
Da una intervista rilasciata a dicembre 2009 dal Generale della Guardia di Finanza Ricolfi, incentrata sulla illegalità campana del tabacco, vengono individuati in Polonia, Romania, Ungheria ed Ucraina i paesi di provenienza di sigarette vendute di contrabbando (con un prezzo sul mercato nostrano stimato di circa 30 euro a stecca a fronte dei 6-10 euro pagati alla fonte), mentre la Cina è la padrona per il mercato relativo alla contraffazione.
Sala Stampa
pres Primo Piano