Home
Il Progetto Nazionale sulla Medicina di Genere
ISS 05/12/2008
Il Progetto La Medicina di Genere come Obiettivo Strategico per la Sanità Pubblica: l‘Appropriatezza della Cura per la Tutela della Salute della Donna
, che sarà illustrato il 9 e l’10 dicembre 2008 all’ISS nell’ambito di un convegno, nasce grazie ai fondi della Ricerca Finalizzata del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali pari a 2,7 milioni di euro. Integra le conoscenze biomediche sulle malattie metaboliche (diabete, aterosclerosi ecc), sulla medicina del lavoro, sulle reazioni avverse ai farmaci, che sono più frequenti e gravi nella donna, con quelle sociali ed economiche per arrivare a programmi di prevenzione e a linee guida genere-mirate.
Partecipano al progetto tre Regioni, di cui due come capofila (Sardegna, Sicilia) e una unità della Regione Toscana, l’ISPESL-Roma, un’unità dell’Agenzia Servizi Sanitari Regionali, Roma; 2 IRCCS (Istituto Dermatologico San Gallicano-I.F.O. IRCCS-Roma, IRCCS San Raffaele Pisana-Roma), un Consorzio Interuniversitario -INBB, 8 Università degli Studi (Cagliari, Firenze, Messina, Modena, Piemonte Orientale-Novara, Roma- La Sapienza, Roma Tor Vergata, Sassari).
Nello specifico, i settori di studio sono:
• Malattie metaboliche e salute della donna: studi patogenetici e approcci terapeutici innovativi (ISS- responsabile S. Vella)
• Ormoni sessuali come determinanti 'di genere' nella risposta immune e nello sviluppo di malattie autoimmuni e metaboliche (istituto Dermatologico San Gallicano-I.F.O.- IRCCS-responsabile M. Picardo)
• Interferenti endocrini negli ambienti di lavoro e salute della donna
(Ispesl-responsabile A. Pera)
• Malattie iatrogene e reazioni avverse ai farmaci (Regione Sicilia- responabile A. De Sarro)
• Determinanti della salute della donna, medicina preventiva e qualità delle cure (Regione Sardegna- responsabile F. Franconi)
Alcuni dati
Le donne vivono più a lungo, ma si ammalano di più ed usano di più i servizi sanitari (è il cosiddetto paradosso donna
). Ad esempio, secondo dati ISTAT del 2007, il 6% soffre di disabilità che investono le loro funzioni quotidiane (vista, udito, movimento) contro il 3% degli uomini. Di osteoporosi soffre il 9% delle donne contro appena l’1% degli uomini; di depressione il 7.4% contro il corrispettivo maschile del 3%. Sono sottopeso sono il 5.8% delle donne contro lo 0.9% degli uomini.
In tema di fruizione dei servizi sanitari, sempre l’ISTAT attesta che il 18% delle donne contro il 14% degli uomini si sottopone a visite generiche; il 16% a visite specialistiche contro il 12.4% degli uomini e che ben il 50.7% delle donne consuma farmaci contro una percentuale maschile del 39.5%.
Il diabete mellito, malattia cronica che affligge il 5-6% della popolazione, colpisce nel nostro Paese soprattutto le donne anziane (oltre i 75 anni) del Mezzogiorno ( 5,2%), seguite da quelle del Centro (4,5%) e del Nord ( 3,9%). Questa malattia elimina purtroppo la protezione conferita alle donne rispetto al rischio di patologie cardiovascolari e in effetti le diabetiche muoiono di più degli uomini diabetici di malattie cardiovascolari (2,2 volte verso 1,7 degli uomini). Negli ultimi anni, per di più, si è osservata una riduzione di mortalità nei maschi ma non nelle femmine.
Ci sono poi malattie autoimmuni che colpiscono prevalentemente il sesso femminile: in Italia, ad esempio, 250.000 donne soffrono di artrite reumatoide; l’asma bronchiale, nella fascia di età 2-5 anni, è più frequente nei maschi (2:1 rispetto alle femmine) per avere un brusco cambio di tendenza dopo 20 anni. Segno evidente che esistono differenze tra il sistema immunitario maschile e femminile.
Sala Stampa
pres Primo Piano