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ERA 2007, materiali e metodi
Iss - 14/05/07 - L’indicatore appositamente progettato per il nuovo Atlante ERA è “giorni perduti per cause evitabili pro-capite” (0-74 anni) che fa riferimento al tempo di vita perso, utilizzando come traguardo non raggiunto la speranza di vita, distinta per genere, al netto dei decessi per cause evitabili. Era ha così stimato che nel nostro Paese si siano persi mediamente circa 23 giorni di vita l’anno per gli uomini e 12 per le donne: numero apparentemente piccolo, in quanto valore medio riferito a decine di milioni di persone, ma che esprime oltre 300mila casi di morte evitabile avvenuti dal 2000 al 2002.
Per confrontare, poi, la situazione della mortalità evitabile in aree diverse e di piccole dimensioni (in Italia ci sono USL con poche decine di migliaia di persone) sono state seguite appropriate metodologie statistiche, in particolare i dati sono calcolati su base triennale e non annuale, per rendere più stabili e robuste le evidenze anche per realtà di piccole dimensioni; gli indicatori sono inoltre standardizzati, cioè depurati dagli effetti dovuti alla diversa struttura per età delle popolazioni.
Ricordiamo che una causa di morte viene detta “evitabile” quando si conoscono interventi capaci di ridurre il numero di decessi da essa provocati, con particolare riferimento all’età non avanzata. La mortalità evitabile si distingue in tre categorie, che si differenziano a seconda del tipo di intervento in grado di contrastare le varie cause. Vi è quindi la mortalità evitabile con interventi di prevenzione primaria (ad esempio il tumore al polmone attraverso la lotta al tabagismo), quella evitabile attraverso interventi di prevenzione secondaria (ad esempio il tumore al collo dell’utero attraverso la diffusione di screening per la diagnosi precoce) e quelli evitabili attraverso interventi di igiene e assistenza sanitaria (le gravi patologie cardiache che si giovano di tempestivi interventi di soccorso).
E’stato predisposto un apposito