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Cuore, prevenzione e salute negli studi dell’ISS
Le malattie cardiovascolari, a cui sono attribuiti ogni anno 17 milioni di decessi, rappresentano la prima causa di morte e disabilità nei Paesi industrializzati. Alla loro prevenzione è dedicata, domenica 24 settembre, la Giornata Mondiale del Cuore
. Ecco i progetti più importanti che l’Istituto Superiore di Sanità coordina per proteggere e curare la salute del nostro cuore.
Progetto cuore
Il Progetto CUORE - epidemiologia e prevenzione delle malattie cerebro e cardiovascolari - è nato nel 1998, con l’obiettivo di valutare:
1. l’impatto delle malattie cardio e cerebrovascolari nella popolazione italiana attraverso indicatori quali tasso di attacco, prevalenza, incidenza, mortalità e letalità. L’obiettivo è stato raggiunto con la realizzazione di uno studio di fattibilità, il Registro Nazionale degli Eventi Coronarici e Cerebrovascolari, attivato mediante un sistema di sorveglianza di eventi, fatali e non fatali, realizzato sulla popolazione di età compresa fra 35 e 74 anni.
2. La distribuzione dei fattori di rischio cardiovascolare in campioni di popolazione rappresentativi della popolazione italiana. Questo obiettivo è stato realizzato attraverso la costituzione dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare, un network di 51 centri ospedalieri, nato dalla collaborazione fra l’ISS e l’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), dislocati in modo omogeneo su tutto il territorio italiano, in modo da mantenere il rapporto di un centro ogni milione e mezzo di abitanti.
3. Il rischio delle malattie cardio e cerebrovascolari nella popolazione italiana attraverso il follow-up e l’analisi dei dati di 17 coorti seguite longitudinalmente fino al 2002. Questo studio ha permesso di identificare e stimare la funzione per la valutazione del rischio cardiovascolare adatta alla popolazione italiana e mettere a punto due strumenti, la carta del rischio e il punteggio individuale; strumenti che, nelle mani del medico di medicina generale, servono a calcolare in un individuo la probabilità di andare incontro a un infarto del miocardio o a un ictus cerebrale nei 10 anni successivi, conoscendo il valore di sei (carta del rischio)/otto (punteggio individuale) fattori di rischio: sesso, diabete, abitudine al fumo, età, pressione arteriosa sistolica e colesterolemia; il punteggio include anche l’HDL-colesterolemia e l’uso di terapia antipertensiva.
I risultati del Progetto Cuore sono costantemente aggiornati e messi a disposizione della comunità scientifica sul
Studio sugli Esiti a breve termine di interventi di By-pass aorto-coronarico
L’Istituto Superiore di Sanità coordina lo studio, il primo in Italia e senza precedenti in Europa, di valutazione degli esiti di mortalità a trenta giorni dopo un intervento di By-pass aorto-coronarico in vari centri di cardiochirurgia sparsi in tutto il Paese. L’indagine, realizzata presso il CNESPES, è finalizzata a monitorare le procedure diagnostiche e terapeutiche adottate nei vari Paesi e a misurarne l’efficacia. Oltre allo studio europeo, l’ISS coordina altre indagini comparative sull’efficacia e la qualità delle prestazioni sanitarie nei centri ospedalieri. Eccole:
Studio Euphoric
Verso una sanità europea - l’ISS coordina la valutazione dei centri di eccellenza in Europa
Lo studio si svolge in tre fasi e, confrontando le procedure cliniche adottate nei diversi Paesi, ha lo scopo di identificare le strategie terapeutiche migliori per valutarne l’efficacia attraverso alcuni indicatori come, per esempio, la sopravvivenza, la qualità della vita dei pazienti, il numero di ospedalizzazioni e altri variabili ancora. Nella prima fase vengono raccolti dall’Istituto gli studi di valutazione degli esiti delle terapie già avviati nei diversi Paesi, a cui seguirà una fase pilota di nuovi studi, condotti secondo criteri valutativi di diagnosi e di efficacia terapeutica decisi dall’ISS, che saranno poi adottati in tutte le strutture ospedaliere dei diversi Paesi europei. Nella fase finale saranno organizzate le valutazioni di tutte le diverse pratiche mediche esercitate nei vari Stati, rese poi pubbliche attraverso un sito Web, allo scopo di definire i centri di eccellenza, le cui procedure diagnostiche e terapeutiche hanno garantito la migliore efficacia terapeutica in termini di sopravvivenza e qualità della vita.
Studio INACS
Trattamento dell’infarto- Uno studio ne valuta i diversi approcci terapeutici
In collaborazione con l’Anmco, l’Associazione Nazionale Medici e Cardiologi Ospedalieri
In 70 terapie intensive e in 40 reparti, divisi tra medicina generale e cardiologie, vengono valutati gli esiti in termini di mortalità o di riospedalizzazione dell’approccio terapeutico nei pazienti con sindrome coronarica acuta. L’obiettivo finale dello studio è quello di verificare l’efficacia dell’approccio terapeutico all’infarto cardiaco nei diversi reparti, l’aderenza alle linee-guida e il maggiore o minore successo dei diversi approcci, a parità , ovviamente, di livello tecnologico.
Nello studio, infatti, sono arruolati ospedali che utilizzano diversi metodi di cura, dall’angioplastica alle cure farmacologiche. Inoltre, sarà anche possibile verificare l’importanza della presenza di un reparto di terapia intensiva nella gestione del paziente affetto da sindrome coronarica acuta, confrontando le strutture dotate di questo reparto con quelle che ne sono prive.
Studio RISC
Registro Italiano Stenting Carotideo, misurare l’efficacia della prevenzione dell’ictus
In collaborazione con il SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica), l’AINR (Associazione Nazionale Italiana di Neurologia) , SICVE (Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endoscopica) e il GISE (Società Italiana di Cardiologia Invasiva)
Trenta centri ospedalieri in cui vengono realizzati gli stenting carotidei per prevenire ictus e ischemie cerebrali, eseguiti da chirurghi vascolari, neurologi, cardiologi e neuroradiologi, formeranno il Registro Italiano per lo Senting Carotideo con l’obiettivo di valutare l’efficacia di questi trattamenti nei successivi ventiquattro mesi. Dal registro si potrà evincere il numero di eventi neurologici a cui vanno incontro i pazienti dopo l’intervento e correlarli, inoltre, al tipo di stent adottato e al tipo di protezione cerebrale utilizzata. Grazie al registro verrà valutata anche l’efficacia terapeutica in relazione alla natura dell’unità operativa in cui è stato eseguito l’intervento (neuroradiologia, cardiologia, di chirurgia vascolare o neurologica).
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