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Tumori cutanei, workshop all'ISS sui rischi dell'esposizione solare

Pubblicato 18/01/2006 - Modificato 10/02/2020



La maggioranza degli italiani, circa otto su dieci, non ama prendere il sole per molte ore, consapevole dei rischi di un'eccessiva esposizione. Tra i patiti della tintarella, tuttavia, il 62% si ustiona. Al primo posto, tra i motivi che spingono ad esporsi, prevalgono quelli di tipo ricreativo: il piacere di abbronzarsi, la voglia di rilassarsi e di sentirsi meglio sia nel fisico che nell'umore, soprattutto se si è in vacanza. Appena il 5%, invece, si espone al sole perché ritiene che faccia bene alle ossa. Il 26%, infine, utilizza lampade abbronzanti o lettini solari. Sono questi alcuni dei risultati più salienti dell'indagine promossa dall'Istituto Superiore di Sanità e dall'Associazione Italiana Medici di Famiglia (AIMEF) sull'esposizione al sole e alle radiazioni ultraviolette artificiali, presentata oggi all'ISS nel corso del workshop "La prevenzione dei rischi da esposizione alla radiazione ultravioletta: i risultati della collaborazione ISS-AIMEF". L'occasione è data dalla presentazione del volume, edito da Passoni, "La prevenzione dei tumori cutanei e il loro riconoscimento precoce" nato nell'ambito di un progetto nazionale per la protezione dalla RUV finanziato dal Ministero della Salute, curato da Gianni Mariutti del Dipartimento Tecnologie e salute dell'ISS e Antonio Pugliese, responsabile del Dipartimento di dermatologia dell'AIMEF"

"Lo scopo dell'indagine illustrata questa mattina in occasione della presentazione del volume divulgativo sui tumori cutanei diretto ai medici di famiglia" - afferma Gianni Mariutti dell'ISS - "è capire quali sono i comportamenti che più frequentemente aumentano il rischio di insorgenza dei tumori della pelle". La sensibilizzazione attiva da parte dei medici di famiglia nella prevenzione dei tumori cutanei rappresenta un elemento importante nell'attenzione verso questa patologia in aumento con la continua modifica degli stili di vita. "Un ruolo chiave quindi quello svolto dai Medici di Famiglia che, soprattutto quando si parla di tumori cutanei - dichiara Antonio Pugliese dell'AIMEF - rappresentano un anello fondamentale, spesso non adeguatamente sostenuto e valorizzato, della "filiera sanitaria" a presidio della salute di tutti. Il loro coinvolgimento nella prevenzione dei danni da eccessiva esposizione alla RUV produce, fra l'altro, due effetti positivi: la riduzione dei costi umani e una maggiore efficienza del sistema sanitario con una conseguente riduzione dei costi sociali".

L'indagine è frutto dell'elaborazione di 485 schede (ciascuna composta da 10 domande) inviate ad altrettanti pazienti di età compresa tra i 6 e i 45 anni, da 97 Medici di Famiglia. Abbiamo voluto realizzare la scheda di raccolta dati in modo semplice e intuitivo, lasciando spazio alle risposte intuitive in modo tale da realizzare un'interazione costruttiva tra i cittadini, medici di famiglia e istituzioni, in linea con la possibilità di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte in Sanità", continua Antonio Pugliese. I risultati evidenziano innanzitutto che il 76% degli italiani, vale a dire i tre quarti della popolazione, non si espone al sole per tempi prolungati. All'interno però della fetta di popolazione che ha questa abitudine (24%), la maggioranza, ovvero il 63%, lo fa nel tempo libero e, dunque, per scopi ludici, mentre il 37% per lavoro.

Per più di un'ora si espone il 45% dei cittadini, per un tempo che va dai 15 ai 30 minuti si espone il 35%, per meno di un'ora il 20%. Scendendo ancora più nel dettaglio, poi, si è visto che tra chi si espone per più di un'ora il 25% sta al sole un'intera giornata, il 47% mezza giornata e il 28% tra le 2 e le 4 ore. Il momento della giornata più "gettonato" per prendere il sole è, per la maggior parte delle persone la mattina (58%), mentre a mezzogiorno si espone il 15% del campione e il 27% di pomeriggio. I motivi per cui ci si espone sono: per abbronzarsi (per il 49% del campione), per rilassarsi (27%), per lavoro (11%), per i figli, le allergie, per asciugare la pelle (8%), perché fa bene alle ossa (5%). A proposito dei danni cutanei conseguenti ad una eccessiva e scorretta esposizione, l'indagine ISS-AIMEF ha evidenziato che il 62% degli intervistati, in misura minore o maggiore, si ustiona: il 3% si ustiona sempre, il 14% spesso, il 45% poco, il 38% mai.

A proposito invece di abbronzatura artificiale, è emerso che il 26% del campione fa uso di lampade, lettini o altre fonti di RUV (sia pur diviso in un 19% che ne fa uso raramente e un 7% che ne fa un uso frequente).

L'83% dei cittadini coinvolti nella ricerca ha dichiarato di conoscere i rischi dell'eccessiva esposizione al sole: quasi la metà (49%) li ha identificati nei tumori della pelle, il 27% nelle ustioni, l'11% nell'invecchiamento, il 6% nel colpo di calore e un altro 6% in malattie, non specificate, a danno sempre della pelle. Inoltre, il 66% del campione ha affermato di conoscere i benefici di una corretta esposizione al sole, individuandoli nel 55% dei casi in benefici per l'apparato osteoarticolare (il 38% del campione ritiene che il sole faccia bene alle ossa, il 19% ritiene che aumenti l'apporto di vitamina D, il 6% che l'esposizione curi i reumatismi), nel 25% dei casi, in benefici per la psiche (rilassamento, miglioramento dell'umore, aumento della bellezza tramite l'abbronzatura); per il 6% del campione il sole cura le malattie della pelle (acne, psoriasi, vitiligine), per il 4% fa bene alla circolazione, rallenta l'insorgenza di allergie, fa prendere lo iodio.

L'uso delle creme solari è apparso, nel complesso, scarso e poco efficace. Il 50% degli intervistati non fa uso di creme solari (il 25% mai, un altro 25% raramente), mentre il 26% applica spesso una protezione e il 24% sempre. Tuttavia, tra coloro che fanno uso di creme solari, solo il 17,5% applica la crema regolarmente e tra questi solo il 39% lo fa efficacemente (solo il 2% acquista più di una confezione l'anno e il 37% fa 2-3 applicazioni al giorno).


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