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Comunicato n.2/2005 - Esiti di intervento di bypass aortocoronarico
E' pubblicato online lo studio, il primo in Italia e senza precedenti in Europa, voluto dal Ministro della Salute e coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità, che ha valutato gli esiti di mortalità a trenta giorni dopo un intervento di By-pass aorto-coronarico in 64 centri di cardiochirurgia in tutto il Paese.
Dallo studio, svolto in collaborazione con la Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche (FISM), con la Società Italiana di Chirurgia Cardiaca (SICCH), con le Regioni e con le Agenzie Regionali, e che ha monitorato 34.310 interventi di by pass isolato effettuati tra gennaio 2002 e settembre 2004 è risultato che la mortalità della popolazione monitorata è pari al 2,61% in linea con i dati in letteratura internazionale che avevano osservato la sola mortalità intraospedaliera. Un analogo studio di comparazione tra centri e, che tenesse conto anche di variabili della gravità dei singoli pazienti era stato finora eseguito solo negli Stati Uniti dove la mortalità è risultata pari a quella italiana.
"I risultati di questo studio - afferma Enrico Garaci presidente dell'Istituto Superiore di Sanità - che inaugura un nuovo modo di valutare la qualità in sanità misurando l'efficacia delle prestazioni del nostro Servizio Sanitario Nazionale è stato reso possibile grazie alla collaborazione e al coraggio delle strutture che in tutta Italia hanno volontariamente aderito all'indagine e ci hanno permesso di individuare le criticità per cercare di capire come migliorarle. Lo spirito dello studio, infatti - aggiunge - non è stato quello di costruire una graduatoria delle prestazioni ma, piuttosto, quello di creare uno strumento analitico da condividere per ottimizzare risorse e servizi".
Nella valutazione, tenendo conto della complessità di ogni singolo evento chirurgico, sono stati inseriti 13 parametri dl rischio individuale pre-operatorio come per esempio, il diabete, l'età, la funzionalità ventricolare, la dialisi o l'arteriopatia. Il risultato della valutazione è stato che i livelli di mortalità nella maggioranza dei centri oscillavano dal 2 al 3% confermando la mortalità a trenta giorni come un evento raro secondo la definizione riportata nella letteratura internazionale. In otto centri, inoltre, i valori di mortalità sono risultati significativamente inferiori alla media dell'intera popolazione presa in esame fino a toccare livelli inferiori all'1%.
I metodi dello studio
Le strutture partecipanti: hanno aderito volontariamente allo studio 81 su 88 Centri cardiochirurgici pubblici e privati, non pediatrici, censiti dai siti Web della SICCH e del Ministero della Salute. Ad ognuno di essi è stata inviata una scheda per la raccolta di alcune informazioni generali, preliminari allo studio e riguardanti il tipo di struttura, il numero di interventi per BPAC effettuati in un anno, il tipo di raccolta e archiviazione delle informazioni e i metodi di valutazione del rischio chirurgico dei pazienti. Le strutture cardiochirurgiche che hanno dato la loro adesione scritta alla partecipazione sono state 81, pari al 91% del totale. Nell'analisi sono stati poi inclusi solo i 64 centri che avevano raccolto dati per un periodo minimo di 6 mesi consecutivi e in tale periodo avevano registrato un numero minimo di 100 interventi di bypass aorto-coronarico per assicurare una maggiore stabilità e attendibilità delle stime.
Il monitoraggio dei pazienti: Al fine di descrivere la mortalità osservata e attesa a trenta giorni dall'intervento di bypass aorto-coronarico nei centri di cardiochirurgia italiani sono stati presi in considerazione tutti i pazienti sottoposti a un intervento di by-pass aortocoronarico dopo il 1° gennaio del 2002 in un uno dei centri partecipanti allo studio e con un'età compresa tra i 15 e i 99 anni. Nella fase pilota dello studio, durata circa tre mesi, è stata messa a punto e utilizzata una scheda cartacea. Nel corso dello studio, la raccolta dei dati è invece avvenuta attraverso una scheda elettronica. Allo scopo di verificare l'esattezza delle informazioni fornite dai vari centri, sono state controllate, attraverso le cartelle cliniche le condizioni di rischio pre-operatorio in modo da verificare la precisione delle informazioni raccolte e quindi la qualità dei dati trasmessi dai centri. L'inserimento, dei fattori di gravità ha così permesso di valutare come essi potessero influire sugli esiti dell'intervento e quindi tener conto del contesto clinico in cui operava ogni singolo centro. Ogni paziente sottoposto a Bypass aorto-coronarico è stato poi seguito fino al 30° giorno dall'intervento per verificare il mantenimento del suo stato in vita.
I risultati dello studio, prima di essere diffusi al pubblico, sono stati resi noti alle cardiochirurgie e alle regioni che hanno avuto accesso al sito del progetto tramite una password.
IL COMITATO SCIENTIFICO DEL PROGETTO BPAC (STUDIO DEGLI ESITI A BREVE TERMINE DI INTERVENTI DI BY-PASS AORTO-CORONARICO)
Giuseppe Di Eusanio, Istituto Cardiologico Lancisi, Ancona
Donato Greco, Direttore Generale della Prevenzione, Ministero della Salute
Roberto Grilli, Area Attività di Governo clinico dell'Agenzia Sanitaria Regionale, Bologna
Carlo Perucci, Dipartimento di Epidemiologia, ASL RME, Roma
Antonio G.Rebuzzi, Istituto di Cardiologia Policlinico "A Gemelli", Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
Paolo Spolaore, Centro di riferimento del Servizio epidemiologico Regionale, Castelfranco Veneto
Emanuela Tajoli, Ospedale Policlinico IRCCS , Milano
Bruno Turinetto, Hesperia Hospital, Modena
Ecco un elenco delle altre indagini comparative coordinate dall'ISS sull'efficacia e la qualità delle prestazioni sanitarie nei centri ospedalieri
Studio Euphoric Verso una sanità europea - l'ISS coordina la valutazione dei centri di eccellenza in Europa
Lo studio si svolgerà in tre fasi e, confrontando le procedure cliniche adottate nei diversi Paesi, avrà lo scopo di identificare le strategie terapeutiche migliori per valutarne l'efficacia attraverso alcuni indicatori come, per esempio, la sopravvivenza, la qualità della vita dei pazienti, il numero di ospedalizzazioni e altri variabili ancora. Alla prima fase di ricognizione che, come tutti gli studi di valutazioni degli esiti è su base volontaria, hanno già aderito, oltre ad alcuni centri Italiani, la Finlandia, la Svezia, l'Austria, la Spagna, la Grecia e la Bulgaria. Lo studio durerà tre anni, periodo in cui potranno sempre continuare ad aderire nuovi Paesi. Nella prima fase verranno raccolti dall'Istituto gli studi di valutazione degli esiti delle terapie già avviati nei diversi Paesi, a cui seguirà una fase pilota di nuovi studi, condotti secondo criteri valutativi di diagnosi e di efficacia terapeutica decisi dall'ISS, che saranno poi adottati in tutte le strutture ospedaliere dei diversi Paesi europei. Nella fase finale saranno organizzate le valutazioni di tutte le diverse pratiche mediche esercitate nei vari Stati, rese poi pubbliche attraverso un sito Web, allo scopo di definire i centri di eccellenza, le cui procedure diagnostiche e terapeutiche hanno garantito la migliore efficacia terapeutica in termini di sopravvivenza e qualità della vita.
Studio INACS Trattamento dell'infarto- Uno studio ne valuta i diversi approcci terapeutici
in collaborazione con l'Anmco, l'Associazione Nazionale Medici e Cardiologi Ospedalieri
In 70 terapie intensive e in 40 reparti, divisi tra medicina generale e cardiologie, verranno valutati gli esiti in termini di mortalità o di riospedalizzazione dell'approccio terapeutico nei pazienti con sindrome coronarica acuta. L'obiettivo finale dello studio è quello di verificare l'efficacia dell'approccio terapeutico all'infarto cardiaco nei diversi reparti, l'aderenza alle linee-guida e il maggiore o minore successo dei diversi approcci, a parità , ovviamente, di livello tecnologico. Nello studio, infatti, sono arruolati ospedali che utilizzano diversi metodi di cura, dall'angioplastica alle cure farmacologiche. Inoltre, sarà anche possibile verificare l'importanza della presenza di un reparto di terapia intensiva nella gestione del paziente affetto da sindrome coronarica acuta, confrontando le strutture dotate di questo reparto con quelle che ne sono prive.
Studio RISC Registro Italiano Stenting Carotideo, misurare l'efficacia della prevenzione dell'ictus
in collaborazione con il SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica), l'AINR (Associazione Nazionale Italiana di Neurologia) , SICVE (Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endoscopica) e il GISE (Società Italiana di Cardiologia Invasiva)
Trenta centri ospedalieri in cui vengono realizzati gli stenting carotidei per prevenire ictus e ischemie cerebrali, eseguiti da chirurghi vascolari, neurologi, cardiologi e neuroradiologi, formeranno il Registro Italiano per lo Senting Carotideo con l'obiettivo di valutare l'efficacia di questi trattamenti nei successivi ventiquattro mesi. Dal registro si potrà evincere il numero di eventi neurologici a cui vanno incontro i pazienti dopo l'intervento e correlarli, inoltre, al tipo di stent adottato e al tipo di protezione cerebrale utilizzata. Nel registro verrà valutata anche l'efficacia terapeutica in relazione alla natura dell'unità operativa in cui è stato eseguito l'intervento (neuroradiologia, cardiologia, di chirurgia vascolare o neurologica).
Sala Stampa
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