La prevenzione del gozzo endemico e degli altri disordini da carenza iodica si basa sulla correzione del deficit nutrizionale di iodio, il cui fabbisogno giornaliero per un adulto in condizioni fisiologiche è di 150 µg (250 µg in gravidanza e durante l’allattamento). La strategia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a livello mondiale, per l’eradicazione dei disturbi da carenza iodica, è quella di utilizzare come veicolo il sale alimentare arricchendolo con opportune quantità di iodio. Tale scelta è giustificata dalle seguenti motivazioni: il sale è un alimento consumato da quasi tutta la popolazione, il suo consumo è stabile, le modalità tecnologiche di arricchimento sono compatibili sotto il profilo economico e potenzialmente implementabili negli stabilimenti di lavorazione del sale alimentare. Inoltre, risulta un prodotto alimentare sul quale è possibile attuare in modo efficace programmi di sorveglianza nei diversi punti critici del sistema di produzione e distribuzione.
Lo iodio utilizzato per la iodazione del sale è sicuro
Si può affermare con certezza che lo iodio utilizzato per la produzione del sale iodato nel nostro Paese è sicuro. Infatti, il Decreto n. 562 del 10 agosto 1995 del Ministero Della Salute (GU n.302 del 29-12-1995) prevede che lo ioduro di potassio e lo iodato di potassio, utilizzati in tale tipologia produttiva, devono rispondere ai requisiti descritti nella Farmacopea ufficiale italiana (purezza della sostanza, caratteri fisici, solubilità, saggi di identificazione, perdita all'essicamento e saggi quantitativi). Inoltre, la corrispondenza del sale iodato ai requisiti di norma è assicurata da un sistema di sorveglianza integrato che combina le responsabilità dei produttori (previste per legge dai Regolamenti comunitari in materia di sicurezza alimentare) con le attività delle autorità pubbliche (Ministero della Salute, ASL) che, attraverso gli strumenti di audit, ispezione, campionamento e analisi valutano i requisiti di sicurezza di tutte le produzioni alimentari, compresa quella del sale iodato.
Utilizzo di sale iodato e riduzione del consumo di sale
Va sottolineato che l’attuazione della profilassi iodica attraverso l’utilizzo di sale iodato non è in contrapposizione con le raccomandazioni del WHO di ridurre il consumo di sale (non più di 5 g al giorno negli adulti, 2-3 g nei bambini) per la prevenzione dell’ipertensione, delle malattie cardiovascolari e di altre patologie connesse all’eccessivo consumo di sale. Infatti, in Italia la quantità di iodio aggiunto al sale da cucina (30 ppm) consente un apporto iodico adeguato con un consumo di sale contenuto nei limiti suggeriti dai cardiologi e dai nutrizionisti. L'importante è usare POCO SALE MA IODATO.