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Ricerca: dati accessibili a tutti. L’ISS e altri enti firmano un “position paper”
di Paola de Castro
Di accesso aperto ai risultati e ai dati della ricerca ormai si parla ovunque. Grazie ad Internet e alle tecnologie avanzate per la diffusione dell’informazione è oggi possibile superare le barriere del passato quando solo pochi eletti potevano avere accesso ai libri o alle riviste contenenti preziosi contenuti informativi; per più di tre secoli, l’editore (publisher) è stato praticamente l’unico soggetto in grado di veicolare i contenuti informativi attraverso la stampa trovandosi in una posizione privilegiata per dettare le leggi del mercato dell’editoria scientifica.
Oggi, al contrario, abbiamo gli strumenti tecnologici in grado di assicurare l’accesso incondizionato ai preziosi risultati della ricerca scientifica e potremmo garantirne la condivisione di tali risultati tra tutti i portatori di interesse, in un ‘ottica di progresso globale, perché l’accesso all’informazione rappresenta una componente essenziale dei diritti umani.
La tecnologia rende possibile nuove forme di diffusione, ma il processo verso il cambiamento è lento perché implica un importante ripensamento dei modelli economici e di gestione, ivi inclusi i modelli di valutazione. E’ necessario, quindi, sviluppare una politica dell’informazione che preveda una normativa nazionale a sostegno dell’accesso aperto per accelerare il percorso verso il cambiamento. Nonostante gli innumerevoli sforzi fatti a livello di singola istituzione o di gruppi, la strada è ancora in salita perché si riconosce il ruolo di alcune prestigiose riviste affermatesi negli anni e si fa fatica a ripensare il valore della ricerca secondo nuovi parametri di valutazione; in questo contesto, le riviste ad accesso aperto sono ancora una minima percentuale, seppur in aumento, rispetto al totale delle riviste, e lo strumento alternativo per la diffusione online ad accesso aperto, l’archivio digitale o repository, non risulta ancora sufficientemente utilizzato e riconosciuto dalla comunità scientifica.
La qualità degli articoli depositati negli archivi digitali, di cui spesso si discute, può essere garantita dal fatto di accettare nell’archivio istituzionale, soltanto articoli dopo la peer review. Le questioni relative alla gestione del copyright come vincolo al libero accesso nello sviluppo degli archivi digitali possono essere facilmente superabili solo se negoziate con l’editore della rivista. In un momento di crisi economica globale, è paradossale che i prezzi delle riviste scientifiche continuino ad aumentare, tanto che le biblioteche non sono più in grado di sostenere gli elevati costi degli abbonamenti, e che i ricercatori che alimentano le riviste con i propri articoli, debbano anche pagare elevati costi di pubblicazione.
E’dunque più che mai necessario cambiare i tradizionali modelli di disseminazione dell’informazione per garantirne la massima fruizione da parte non solo del sistema scientifico che la produce e la utilizza, ma anche della società laica che solo riconoscendo il valore della ricerca potrà sostenerla. In questa prospettiva, oltre alla garanzia dell’accesso aperto tra pari, sarebbe anche necessario uno sforzo in più per tradurre il linguaggio scientifico in un linguaggio accessibile a tutti.
E’ indubbio che la comunicazione dei risultati delle ricerche, in particolare quelle finanziate dagli enti pubblici, riveste un ruolo prioritario per il progresso, consentendo di ridurre le duplicazioni delle attività e contribuendo a creare anche tra i non addetti ai lavori, la necessaria consapevolezza sul ruolo degli enti di ricerca, massimizzando anche in termini di consenso il ritorno dell’investimento pubblico nella ricerca.
Accesso aperto dunque, per la condivisione di risultati e dati, per favorire lo scambio e la cooperazione tra i ricercatori di diverse istituzioni, a livello nazionale e internazionale, e per rinforzare la relazione tra scienza e società. E’ in questa direzione che sta andando il mondo; ed è questa la direzione che vuole l’Europa di Horizon 2020. L’Italia non può restare indietro.
Per favorire lo sviluppo di una normativa nazionale italiana a favore dell’accesso aperto, lo scorso 21 marzo 2013, il Presidente dell’ISS, insieme ai presidenti del CNR, dell'ENEA, dell'INFN, dell'INGV e al Presidente della CRUI, hanno firmato un “position statement” sull'accesso aperto ai risultati della ricerca in Italia.
Il documento è frutto delle attività del progetto europeo MedOANet (www.medoanet.eu) che il 29 gennaio 2013 ha organizzato presso il CNR un Convegno sull’accesso aperto. In quell'occasione, i Presidenti degli enti di ricerca e i loro rappresentanti, riuniti in una Tavola rotonda, si sono dichiarati favorevoli alla proposta di sottoscrivere un documento sull'accesso aperto in Italia in cui venisse delineata una strategia per mettere in pratica quanto richiesto dalla Raccomandazione della Commissione Europea del 17 luglio 2012. La proposta è stata raccolta dai componenti della task-force italiana del progetto, che hanno poi redatto il “Position paper”.
Il documento rappresenta un impegno a promuovere l'accesso aperto in Italia con varie azioni: incoraggiando l'istituzione di archivi aperti in cui i propri ricercatori possano rendere disponibili pubblicazioni e dati; impegnandosi ad adottare policy che regolamentino l'accesso aperto nelle istituzioni, e infine, a farsi portavoce delle istanze dell'Open Access con gli organi di governo nazionale al fine di stimolare la creazione di una strategia italiana sull'accesso aperto.
Il testo del documento è disponibile online alla pagina:
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