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Rifiuti contenenti idrocarburi: i pareri dell’ISS per la loro classificazione
Classificare un rifiuto contenente idrocarburi, cioè stabilire se esso è pericoloso o meno, non è un’operazione semplice, a causa della natura stessa degli idrocarburi, miscele complesse di molte sostanze, spesso di difficile se non impossibile identificazione e separazione. Per questo non sempre le autorità competenti arrivano a criteri condivisi a riguardo. Anche l’Istituto Superiore di Sanità ha emanato pareri in merito a partire dal 2004, che vengono riportati per esteso sul sito del Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell’Istituto al link
Tossicità per la salute dell’uomo.
Nella consapevolezza dell’impossibilità tecnica di determinare l’origine degli idrocarburi contenuti in un rifiuto, le posizioni espresse nei quattro pareri ad oggi emanati dagli esperti dell’ISS, consigliano complessivamente di ricercare in un rifiuto, di cui non si conosce l’origine, dei markers di pericolosità, in particolare di cancerogenicità e mutagenicità, di solito idrocarburi aromatici, e di classificare tale rifiuto come pericoloso se la concentrazione di almeno uno dei markers eventualmente riscontrato supera la soglia limite di 0.1% (salvo limiti specifici per alcune sostanze).
Ecotossicità.
In mancanza di direttive che stabiliscano soglie limite per le sostanze ritenute pericolose, l’Istituto ha emanato uno specifico parere ad agosto 2010, sempre riportato al link di cui sopra, consigliando di assumere per gli idrocarburi pesanti lo 2,5% come soglia limite in assenza di informazioni certe di ecotossicità.
Sala Stampa
pres Primo Piano