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Una rete di eccellenza per sconfiggere la malaria
ISS 3 Agosto 2010
Professionalità, competenze e risorse scientifiche di due importanti enti di ricerca uniscono le forze contro la malaria, una delle principali emergenze sanitarie del pianeta con Aids e tubercolosi. È stata siglata, infatti, l’intesa tra l’Istituto Superiore di Sanità e la Rete nazionale di ricerca universitaria sulla malaria. L’accordo è stato ufficializzato dall’incontro tra il Presidente dell’ISS professor Enrico Garaci e il Direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca sulla Malaria (CIRM), professor Paolo Arese dell’Università di Torino.
L’accordo rappresenta l’istituzionalizzazione dell’Italian Malaria Network (la rete nata tre anni fa su iniziativa dello stesso professor Arese) e dà vita a un network di ricerca malariologica il cui punto di forza sta nella cooperazione tra gli atenei e i diversi istituti di ricerca del Paese.
La convenzione-quadro tra l'ISS e il CIRM – spiega Garaci - permetterà non solo di intensificare lo scambio di informazioni, tecnologie e risorse sperimentali già in corso tra i diversi laboratori, ma anche di attrarre finanziamenti pubblici e privati nazionali ed internazionali dedicati alla lotta contro la malaria
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Il ruolo del sistema ISS-Università sarà decisivo nel portare avanti la lotta contro un’infezione che oggi provoca ogni anno un milione di vittime nella fascia tropicale del mondo, e causa, in media, 10-12.000 casi di importazione in Europa, di cui circa 700 in Italia.
Nel nostro Paese – sottolinea Arese - sono attivi da anni laboratori di ricerca malariologica di eccellenza internazionale, che operano nelle Università di Torino, Milano, Novara, Brescia, Perugia, Camerino, Siena, Roma e Napoli e presso l’Istituto Superiore di Sanità a Roma. Collegamenti tra questi laboratori sono iniziati nel 2007, ma solo ora si è formalizzata l’esistenza di una rete della ricerca malariologica italiana
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L’Italian Malaria Network al momento conta oltre 110 ricercatori. Le loro competenze spaziano dalla ricerca biologica di base e dall’analisi genetica del parassita Plasmodium (il protozoo agente della malattia), della zanzara Anopheles (l’insetto vettore della malaria) e dell’uomo, alla epidemiologia e genetica umana, allo studio della patogenesi sia in laboratorio che nella osservazione clinica, alla formazione di giovani ricercatori e di operatori nella salute pubblica. Un altro settore di fondamentale importanza è la ricerca sui farmaci: essendo spesso inefficaci i tradizionali antifolati e la clorochina (ai quali il parassita ha ormai sviluppato resistenza), ci si trova in una fase di screening di nuovi farmaci antimalarici, che permettano di progredire e ottimizzare i risultati ottenuti con l’artemisina, il nuovo efficace antimalarico in uso da circa un decennio.
Che cos’è la malaria
L’agente responsabile della malaria è il Plasmodium, un protozoo che si trasmette all’uomo attraverso la puntura della femmina della zanzara Anopheles. All’interno dell’ospite umano, il parassita si modifica passando attraverso vari stadi di sviluppo e, riuscendo a eludere le difese del sistema immunitario, infetta prima il fegato e poi i globuli rossi, fino a trasformarsi in una forma in grado di infettare un’altra zanzara quando punge la persona portatrice. Circa due settimane dopo essere stato ospitato
dalla zanzara, e avere subito ulteriori trasformazioni, il plasmodio è nuovamente pronto a infettare un altro essere umano.
La malaria ieri e oggi
L’Italia ha eradicato la malaria da poco più di cinquant’anni, attraverso opere di bonifica e campagne come quella condotta tra il 1947 e il 1951, caratterizzata da un impiego su vasta scala di insetticidi come il Ddt. La malattia parassitaria provoca però ancora circa un milione di vittime all’anno e colpisce oltre mezzo miliardo di persone nella fascia tropicale del mondo. Dalle zone in cui è più diffusa (Africa, Asia, America latina e centrale, Oceania), la malattia viene importata in migliaia di casi in Europa da chi viaggia per turismo o per lavoro. La ricerca scientifica è perciò costantemente chiamata a studiare i meccanismi della infezione malarica e ad individuare e contrastare la continua comparsa di varianti del parassita e della zanzara in grado di resistere a farmaci ed insetticidi.
Sala Stampa
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