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Nuove terapie contro il cancro: una guida per i malati
ISS 18/04/07
Coinvolgere i pazienti negli studi clinici, informare sulle nuove terapie contro il cancro, migliorare le prospettive di cura dei malati e la terapia del dolore. Sono questi gli obiettivi di un vademecum che viene presentato oggi all’ISS durante il convegno Studi clinici di nuove terapie contro il cancro: una guida per i malati. Il libretto è il frutto della collaborazione tra l’ISS, il Cancer Information Service (CIS) del National Cancer Institute (NCI), gli USA e l’Associazione Italiana Malati di Cancro (AIMaC).
Scopo del convegno, organizzato nell’ambito di un progetto congiunto tra ISS e AIMaC, inquadrato a sua volta nella collaborazione tra i National Institutes of Health (USA) e l’ISS prevista dal Memorandum d’Intesa tra il Ministero della Salute e dei Servizi Sociali americano e il Ministero della Salute italiano, è quello di informare sul valore essenziale degli studi clinici e sull’importanza di coinvolgere i malati, veri protagonisti della ricerca di laboratorio e della pratica clinica. Sono infatti ancora molto radicati i pregiudizi da parte dei pazienti sugli studi clinici. Si avverte l’errata percezione di non essere curati o, peggio ancora, di essere trattati come cavie da laboratorio. Obiettivo dell’opuscolo Gli studi clini sul cancro: informazioni per il malato è proprio quello di distruggere queste barriere e per realizzarlo si sono studiati i motivi che spingono i malati e rifiutare la partecipazione agli studi clinici. Una ricerca condotta negli Usa su 6mila pazienti adulti, rivela che l’85% di loro ignorava o era sicuro che la partecipazione a uno studio fosse una opzione terapeutica ed era convinto che si trattasse di un trattamento meno efficace, con effetto placebo. Tuttavia il 97% di coloro che alla fine ha partecipato allo studio ha considerato buono
o eccellente
il trattamento. Soprattutto per i malati di cancro in fase avanzata è fondamentale la conoscenza delle ricerche in corso e la partecipazione agli studi. In Italia, proprio per mancanza di informazione, il numero dei pazienti coinvolti negli studi è molto basso, con gravi conseguenze sia per l’attività di ricerca sia per il miglioramento delle prospettive di cura in ogni fase della malattia.
Il cancro, si legge nell’opuscolo, non è una malattia che porta inevitabilmente alla morte o alla disabilità permanente. E proprio per far passare questo messaggio il progetto si pone vari obiettivi: innanzitutto definire nuove strategie per la raccolta dei dati sulla base di quello che vogliono e devono sapere i malati sull’oncologia, poi incrementare la diffusione delle notizie sul cancro facilitando l’accesso all’informazione per tutti gli strati sociali, esplorando anche nuove tecnologie. Altro obiettivo, di fondamentale importanza, è quello di analizzare gli aspetti sociali generati dalla possibilità di guarigione, nei bambini e negli adulti, e valutare le conseguenze fisiche e psicologiche che le terapie prolungate hanno sui malati.
Sala Stampa
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