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Ambiente, come comunicare efficacemente su tematiche ambientali e sul rischio
Informare per soddisfare bisogni di conoscenza ma senza allarmare, comunicare efficacemente per coinvolgere e modificare comportamenti, indirizzare la popolazione verso comportamenti consapevoli e responsabili. Il nuovo approccio normativo a livello europeo sui temi inerenti la salute e l'ambiente è basato su principi che prevedono come prioritarie l'utilizzo delle tecniche di informazione e di comunicazione rivolte al cittadino. Il
Tener conto della percezione del rischio e, allo stesso tempo, dei bisogni informativi della popolazione. Realizzare iniziative tarate sui bisogni di sicurezza e salute dei cittadini, finalizzate alla promozione della fiducia in chi gestisce la sicurezza, attraverso un'informazione completa e trasparente e attraverso la partecipazione della comunità ai processi gestionali e decisionali in materia di rischi locali. Sono questi i bisogni che deve soddisfare la comunicazione applicata alle tematiche ambientali, secondo quanto si è discusso nel workshop "La comunicazione applicata alle tematiche ambientali", svoltosi in Istituto nel dicembre scorso e i cui documenti sono consultabili on line sul sito del Dipartimento Ambiente. Nell'occasione sono stati presentati i risultati di alcuni studi condotti per valutare l'efficacia delle campagne informative attuate in alcuni comuni italiani interessati dal rischio di incidente rilevante e di alcune indagini realizzate per capire qual è la percezione del rischio tra le popolazioni esposte.
Informare per educare a comportamenti sicuri e per prevenire i rischi delle comunità residenti in prossimità degli impianti industriali. Da alcuni anni l'Istituto Superiore di Sanità collabora con il Dipartimento della Protezione Civile proprio per realizzare questo obiettivo e per elaborare nuove linee guida per l'informazione della popolazione sui rischi di incidenti chimici. Dalle indagini condotte è emerso che la scelta di chi comunica appare rilevante, data la difficoltà dei cittadini ad identificare le autorità designate per legge, come il sindaco e il prefetto. Gli studi mettono inoltre in evidenza la necessità di ridefinire un modello comunicativo flessibile e partecipato, che deve essere promosso dalle autorità locali e realizzarsi attraverso l'utilizzo di risorse umane, tecniche ed operative, da individuare, ed eventualmente formare, negli enti locali.
La ricerca ha inoltre mostrato come l'attività informativa tradizionale con predisposizione di materiali scritti, seppure necessaria per trasmettere conoscenze sul rischio all'intera comunità, deve essere accompagnata, per i gruppi di popolazione a rischio, dalla realizzazione di attività pratiche e coinvolgenti quali, ad esempio, simulazioni ed esercitazioni. L'informazione e le attività di supporto all'informazione, come le simulazioni e le esercitazioni per una risposta tempestiva in emergenza, la consultazione della popolazione sui piani d'emergenza, nonché la formazione dei tecnici e degli operatori deve essere organizzata prevalentemente per i target sensibili, quali scuole, ospedali, aree residenziali, strutture con alta concentrazione di persone.
E' poi emerso come gli strumenti di comunicazione devono essere individuati a partire dalle risorse offerte dall'ambiente comunicativo locale, non trascurando le nuove opportunità derivanti dalle più recenti tecnologie, come Internet ad esempio. I messaggi devono essere commisurati alla specifica realtà di rischio e fortemente indirizzati a fornire informazioni realmente utili in caso di emergenza. E', infine, risultato necessario sviluppare procedure di partecipazione dei cittadini ai processi decisionali locali in materia di rischi industriali in accordo al mandato della II Direttiva Seveso, la Direttiva 96/82/CE e delle disposizioni contenute nel D. Lgs. 334/99 .
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pres Focus