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ISS, le origini
Era il 6 luglio 1931, quando venne posta, a Roma, la prima pietra dell'Istituto Superiore di Sanità, allora denominato Istituto di Salute Pubblica, nei pressi del quartiere San Lorenzo, dove sorgono il Policlinico Umberto I, l'Istituto Regina Elena e l'Università "La Sapienza". L'edificio, costruito su progetto di Giuseppe Amendola, noto architetto dell'epoca, fu pensato inizialmente come strumento di lotta alla malaria, che, agli inizi del Ventesimo secolo, costituiva in Italia, e non solo, una vera e propria piaga, a causa delle precarie condizioni igieniche e dell'inesistenza di cure mediche ad hoc. I lavori iniziarono, infatti, grazie a un precedente accordo tra il governo Mussolini e la statunitense Fondazione Rockefeller che, specializzata in programmi di lotta ai vettori della malaria, finanziò il progetto con un milione di dollari.
L'inaugurazione formale venne celebrata il 21 aprile 1934, una volta terminata l'intera costruzione e poco dopo l'entrata in vigore, l'11 gennaio 1934, della legge che definiva status e funzioni del nuovo Istituto (che a partire dal 1941, si chiamerà Istituto Superiore di Sanità). Il primo nucleo era costituito da 40 unità di personale e quattro laboratori: quello di malarialogia (che sostituiva la Stazione sperimentale per la lotta antimalarica, nata nel 1925 e diretta da Lewis Hackett della Rockefeller Foundation e dall'italiano Alberto Missiroli), quello di batteriologia, di chimica e di fisica (prima chiamato Ufficio del Radio e situato all'interno dell'Istituto di Fisica dell'Università "La Sapienza" in via Panisperna, diretto da Orso Maria Corbino. Sarà poi un assistente di questi, Giulio Cesare Trabacchi, a dirigere il Laboratorio di fisica dell'ISS e, curiosità significativa, a prestare ad Enrico Fermi e agli altri colleghi di via Panisperna le 'sorgenti radioattive', ovvero quelle particelle di radon e berillio, necessarie a produrre neutroni).
L'ISS crebbe velocemente e proficuamente, fino a comprendere 10 laboratori e oltre 800 unità del personale di ruolo, sotto la guida del suo primo direttore, Domenico Marotta, che ebbe il merito di concepire l'Istituto come un luogo dove la ricerca di base e la ricerca applicata non solo dovevano coesistere, ma vivere strettamente intrecciate. "La pura ricerca scientifica" - era solito dire - "tiene viva l'intelligenza, la cultura e l'attitudine all'esperimento, favorendo le menti aperte nell'analisi dei problemi". Altro merito di Marotta fu quello di aprire fin da subito le finestre dell'Istituto sul panorama internazionale. Ospitò, nel periodo antecedente la Seconda guerra mondiale, gli esperti del Centro Europeo della Rockefeller Foundation e instaurò, finita la guerra, programmi di collaborazione con esperti mandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per corsi di formazione e per ricerche sui metodi avanzati di fermentazione finalizzati allo sviluppo e alla produzione di antibiotici. Fino a quando, nel dicembre 1960, poco prima della fine della presidenza Marotta, lo status internazionale dell'Istituto fu sancito dalla visita a Roma di personalità autorevoli provenienti da vari Paesi per partecipare al simposio sulle funzioni degli istituti nazionali impegnati nella protezione della salute pubblica.
Un'ulteriore spinta allo sviluppo dell'ISS, passato nel frattempo attraverso tanti successi e non poche difficoltà, venne dalla direzione di Francesco Pocchiari, sotto il quale l'Istituto fu protagonista di una serie di emergenze di sanità pubblica, coinvolto oltretutto in attività normative e di controllo. L'ampliamento dell'Istituto proseguì fino a comprendere nel 1982 20 laboratori e fu sempre durante la presidenza Pocchiari, inoltre, che l'Istituto divenne l'organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale, compito che assolve tuttora, grazie ad un'attività di ricerca, controllo e valutazione, divisa in sette Dipartimenti, due Centri Nazionali e oltre 2000 unità di personale.
Tratto da "Origins and Subseqeunt Development of the Istituto Superiore di Sanità in Rome (Italy)", di Giorgio Bignami, Dirigente Emerito di ricerca dell'ISS e, negli anni Novanta, Direttore del Laboratorio di fisiopatologia d'organo e di sistema.
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