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Comunicato N° 30/2003 PREVENZIONE, L’ISS FOTOGRAFA I COMPORTAMENTI DELLE FAMIGLIE PER I BIMBI DA 0 A 24 MESI
In Italia gran parte dei bambini fa le vaccinazioni obbligatorie, inferiore il dato per morbillo, rosolia e parotite. Più della metà, soprattutto al Sud, sono soggetti al fumo passivo a casa e quando viaggiano in macchina il 30% lo fa senza seggiolino. Mangiano molta frutta e verdura, ma poche mamme sanno che, addormentando i neonati a pancia in su, si riduce della metà il rischio di morti improvvise.
Oltre il 95% dei bambini appena nati sono stati vaccinati contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite ed epatite B secondo le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale e le raccomandazioni dell’OMS. Inferiore, però, la percentuale di vaccinati per morbillo, rosolia e parotite. Sono i risultati dell’indagine ICONA 2003 condotta su un campione di 4602 famiglie e che ha riguardato bambini al di sotto dei due anni di età, coordinata dall’ISS in collaborazione con tutte le Regioni Italiane e presentata oggi nel corso del workshop ICONA 2003 – cinque anni dopo.
Secondo lo studio, la percentuale media nazionale dei bambini tra i 12 e 24 mesi vaccinati contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite ed epatite B varia dal 95% al 96%. Per altre malattie, invece, rimane ancora qualche passo da compiere: la percentuale del campione vaccinato contro l’emofilo di tipo B (Hib) è dell’87%, e solo del 77% contro morbillo, rosolia e parotite.
I dati regionali evidenziano un incremento delle coperture vaccinali rispetto ai risultati delle precedente indagine condotta nel 1998, tuttavia permangono notevoli differenze tra le varie regioni.
Alimentazione - L’indagine ICONA, inoltre, ha analizzato anche uno spaccato del vissuto alimentare e comportamentale dei bambini nei primi due anni d’età. Secondo i dati, in accordo con le raccomandazioni nutrizionali dell’OMS, il 63% dei bimbi consuma molta frutta e il 42% mangia a sufficienza la verdura. Apprezzati anche pesce fresco e legumi, mangiati abitualmente rispettivamente dal 65% e 73% dei bambini. Cibi preconfezionati, invece, sono dati ai bimbi dal 18% delle mamme intervistate, mentre non tramonta per il 74% del campione l’abitudine scorretta di consumare cibi fuori pasto.
Beve succhi di frutta e bevande zuccherine il 15% di bimbi e consuma bibite gassate il 3%.
Allattamento - Per l’allattamento al seno le raccomandazioni dell’OMS di nutrire i bimbi con il latte materno almeno per i primi sei mesi, sono accolte solo in parte: i risultati ICONA mostrano, che se il 93% dei bambini viene da subito attaccato al seno della madre, solo il 33% dei bimbi è poi alimentato col latte della madre fino al sesto mese.
Fumo passivo - I bambini del Sud sono maggiormente esposti al fumo passivo: nonostante la correlazione, più volte evidenziate dall’Oms, tra fumo e rischio d’infezioni delle vie respiratorie, tumori cerebrali e linfomi, i bambini che, già al di sotto dei due anni d’età, sono costretti a respirare il fumo passivo rappresentano il 52% dei casi. La media sale al Sud fino al 59%, ma in particolare (in tutta Italia) nelle famiglie con scolarità medio bassa (63%).
Sicurezza stradale - Quanto alla sicurezza in strada, i dati ICONA rivelano che il 79% dei genitori usa il seggiolino e più della metà di quelli che non lo usano affermano di farne a meno perché il bimbo non sopporta di essere legato. Oltre 8.000 bambini italiani rimangono feriti in incidenti stradali e più di cento muoiono per questa causa.
Morti improvvise - Infine qualche dato sulla SIDS, la sindrome che comporta la morte improvvisa del lattante: tra un mese e un anno di vita muore di questa malattia un bambino su mille. Fondamentali, per scongiurare il più possibile i fattori di rischio, sono la posizione assunta dal bambino durante il sonno oltre che l’ambiente in cui dorme e l’esposizione al fumo. Addormentando il bambino a pancia in su, il rischio di SIDS si riduce del 50% ma i dati dello studio mostrano che solo il 27% delle madri adotta la misura di prevenzione. Anche in questo caso più responsabili le mamme del nord: la percentuale delle mamme che ha l’abitudine di coricare il figlio a pancia in su, infatti, diminuisce scendendo al Sud.
Sala Stampa
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