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Prevenzione e promozione della salute

Prevenzione e promozione della salute

Tantissimi studi scientifici hanno dimostrato l'importanza della prevenzione e della promozione della salute per ridurre l'incidenza delle malattie e la mortalità e di conseguenza i costi per il Servizio sanitario nazionale (SSN) e per la società ma anche per favorire il mantenimento del benessere e della qualità della vita.

Malattie come il diabete di tipo 2, alcuni tipi di tumori e di demenze si possono in parte prevenire. Quasi l'80% dei casi di malattie cardiache e gli ictus possono essere evitabili se le persone sono disposte a modificare il proprio stile di vita. In una moderna concezione di salute la sua promozione e la prevenzione devono essere incentrate su azioni congiunte di vari settori della società, principalmente sui fattori di rischio comportamentali modificabili e sui determinanti di salute sociali, economici e ambientali, senza dimenticare l'importanza della diagnosi precoce, il ruolo cruciale delle vaccinazioni e il contrasto alle disuguaglianze.

In questo ambito, in accordo con le politiche promosse da agenzie internazionali come l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), adottate dalle normative nazionali, le attività strategiche dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) si ispirano ai principi cardine del potenziamento delle capacità delle persone di fare scelte responsabili per il proprio benessere. In questa visione la prevenzione e la promozione della salute abbracciano tutte le fasi della vita e considerano la salute non più responsabilità del solo SSN.

A tal fine l'ISS raccoglie dati ed effettua ricerche su stili di vita e comportamenti che possono avere effetti sulla salute, studia e promuove modelli di intervento, supporta i Ministeri e le Regioni nelle attività di prevenzione delle malattie e promozione della salute, collabora con altre istituzioni nazionali e internazionali.



Indietro La sorveglianza dell'uso dei dispositivi di sicurezza su strada (sistema Ulisse)

Il sistema Ulisse fornisce una panoramica sull'uso di dispositivi di sicurezza (DDS) in Italia e una stima dell’impatto sulla popolazione conseguente all’eventuale incremento del loro uso.
Uno studio condotto su 28 città (incluse aree urbane centrali, periferiche ed extraurbane) ha monitorato l'uso di DDS su un campione di 232.283 utenti della strada. I dati mostrano un forte trend geografico per l’uso delle cinture di sicurezza anteriori (82,6% al Nord e 36,3% al Sud), con i conducenti che usano le cinture di sicurezza più frequentemente dei passeggeri (63,3% contro 57,4%). Lo stesso andamento Nord-Sud si osserva per l'uso delle cinture di sicurezza posteriori (dal 19,0% al 3,3%) e dei sistemi di ritenuta per bambini (dal 59,9% al 16,6%). Meno atteso è stato l’elevato uso del casco (oltre il 90%).
Stime modellistiche indicano che ci sarebbero circa il 10% di decessi in meno se i DDS per auto fossero utilizzati in modo appropriato. L’uso di questi dispositivi, oltre che obbligatorio, rappresenta, dunque lo strumento più efficace, rapido e a basso costo per diminuire sia il numero di traumi conseguenti all’incidentalità stradale, sia i costi socio-sanitari conseguenti.


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