Nanomateriali, l’Iss ha contribuito allo sviluppo del metodo analitico per la conformità del primo introdotto a uso alimentare in Europa

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C’è anche la collaborazione dell’Iss al sistema europeo di verifica della sicurezza del primo nanomateriale autorizzato per uso alimentare nell’UE recentemente messo in commercio, l’idrossido di ferro adipato tartrato (IHAT). E’ stato appena pubblicato lo studio interlaboratorio attraverso il quale il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (Joint Research Centre, Ispra), insieme a quattro laboratori pubblici europei esperti nella caratterizzazione fisicochimica di nanomateriali, ha testato con successo un metodo di analisi per controllare la conformità di questo nanomateriale, e uno di questi centri è il laboratorio del gruppo nanosicurezza del Dipartimento Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria dell’Istituto superiore di sanità, che è anche Laboratorio Nazionale di Riferimento (LNR) per i nanomateriali negli alimenti.
In tutto il mondo e anche in Europa la carenza di ferro colpisce una percentuale elevata di donne in età fertile, in particolare durante la gravidanza, e di bambini. L’idrossido di ferro adipato tartrato, meglio noto con l’acronimo inglese IHAT, è una fonte biodisponibile di ferro ed è costituito da particelle di dimensioni nanometriche prodotte mediante sintesi chimica. La valutazione di sicurezza dell’impiego di questo nanomateriale come fonte di ferro negli integratori alimentari è stata effettuata dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). “Si è trattato di un pagina estremamente importante nella storia dei Novel Foods, i cosiddetti ‘nuovi alimenti’ privi di una storia di consumo antecedente al 1997, anno in cui è apparso il regolamento europeo che inquadrava questo ambito della produzione agroalimentare, volto allo sviluppo di alimenti innovativi – spiega Francesco Cubadda, responsabile del laboratorio Iss, e uno degli esperti del gruppo di lavoro EFSA - Per la prima volta un nanomateriale ingegnerizzato è stato proposto come novel food e come fonte di un nutriente, il ferro, e questo ha dato luogo a una valutazione di sicurezza molto articolata in conformità a tre diversi documenti guida dall’Autorità: quello sui novel foods, quello sulle fonti di nutrienti e quello sui prodotti delle nanotecnologie”.
Una valutazione complessa e scientificamente innovativa, dove i dati provenienti dai tradizionali studi sugli animali da laboratorio sono stati integrati con dati prodotti mediante metodi alternativi (New Approach Methodologies, NAM), che stanno assumendo sempre maggiore importanza nella valutazione di sicurezza dei nanomateriali proposti per l’impiego alimentare, e con evidenze derivanti da studi di intervento sull'uomo. Una volta accertata la sicurezza del prodotto, è arrivata da parte della Commissione Europea e degli stati membri l’autorizzazione all’immissione sul mercato europeo, attraverso un regolamento che indica le specifiche che il prodotto, oggi già disponibile sul territorio nazionale, deve rispettare. Lo studio appena pubblicato fornisce ai laboratori ufficiali che dovranno controllare la conformità del prodotto sugli scaffali alla specifica più importante, quella relativa alle dimensioni delle particelle costituenti, un metodo di facile applicabilità.