Ulcere cutanee croniche degli arti inferiori: da una collaborazione di ISS con IDI una medicazione a base di tobramicina, un antibiotico per uso oftalmico
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Riguardano l'1-2% della popolazione, le ulcere cutanee croniche del piede e della gamba. Soprattutto anziani, ma non soltanto. E possono essere estremamente dolorose, limitare la socialità e l'igiene personale, provocare assenze dal lavoro fino all’immobilità.
Ora, uno studio condotto all'IDI-IRCCS, Istituto Dermopatico dell'Immacolata di Roma in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, l'Università degli Studi di Salerno e Kelyon di Napoli e pubblicato sulla rivista Experimental Dermatology ( https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39005164/ ) dimostra che un nuovo protocollo terapeutico a base di tobramicina, un antibiotico noto da tempo e usato da molti anni per esempio in oftalmologia per il trattamento di infezioni oculari come la congiuntivite batterica, è in grado di migliorare sensibilmente lo stato di queste lesioni. E la qualità della vita dei pazienti.
Gli autori hanno sottoposto un uomo e 4 donne con ulcere croniche molto gravi e avanzate, persistenti da più di tre anni e infettate dal batterio Pseudomonas Aeruginosa, a un protocollo off-label con garze grasse o siliconate impregnate di unguento a base di tobramicina allo 0,3% applicate quotidianamente. Il risultato è stato un miglioramento rapido dello stato delle lesioni e la guarigione entro 90 giorni di ulcere precedentemente trattate per mesi con altri antibiotici senza alcun risultato, ma anzi con progressivo peggioramento del quadro clinico. È la prima volta che un antibiotico per uso topico oftalmico ottiene un tale risultato sulla cute.
La superinfezione batterica
Le ulcere cutanee rappresentano circa il 70% di tutte le ferite croniche e spesso vanno incontro a una superinfezione batterica provocata frequentemente da Pseudomonas Aeruginosa, un batterio multifarmaco-resistente (ovvero che non risponde più all’azione di molti antibiotici) che contribuisce alla cronicizzazione di queste ferite.
Pseudomonas Aeruginosa appartiene al gruppo dei patogeni cosiddetti ESKAPE (ESKAPE sta per Enterococcus faecium, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa, appunto, e Enterobacter) microrganismi significativamente coinvolti nel fenomeno delle infezioni ospedaliere. L'Organizzazione Mondiale della Sanità include Pseudomonas Aeruginosa tra i patogeni che richiedono urgentemente antibiotici più efficaci.
Lo studio, in dettaglio
Dal 2018 al 2022, presso l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata Corrado Cirielli e Antonio Facchiano hanno coordinato uno studio in cui sono stati raccolti 3798 tamponi di ulcera della gamba da 2.239 pazienti, uomini e donne di 66 anni di età media. Come ci si aspettava, la colonizzazione batterica era presente nell'80% dei casi. Nel 28% di questi, c’era Pseudomonas Aeruginosa multifarmaco-resistente che era sensibile alla tobramicina nell'80% dei casi.
In seguito alla raccolta di queste informazioni, l’efficacia clinica dell’antibiotico è stata quindi valutata in uno studio che ha coinvolto 5 casi, un uomo e quattro donne tra 60 e 86 anni, che presentavano ulcere flebolinfatiche sulla gamba e sul piede, tutte infette da Pseudomonas multifarmaco-resistente e con un diametro da 10 × 3 cm fino all'intera superficie della gamba, tutte presenti da almeno 7 mesi e fino a 8 anni, e tutte resistenti a terapie antibiotiche basate su precedenti antibiogrammi. Le condizioni dei 5 pazienti erano gravi: forte infiammazione e dolore, abbondante produzione di essudato, immobilizzazione a letto da mesi. E qualità della vita estremamente scarsa.
Già dall'inizio del trattamento c’è stata una riduzione dell'infiammazione e del dolore e col tempo in tutti i cinque casi, il nuovo protocollo ha portato all'eradicazione di Pseudomonas dalle ulcere.
“La nostra speranza è che il nuovo trattamento con garze medicate alla tobramicina, per il quale l’IDI-IRCCS e l’ISS hanno depositato domanda di brevetto, si trasformi presto in un trattamento locale, eseguibile anche al domicilio dei pazienti affetti da ulcere croniche – dice Francesco Facchiano, dirigente di ricerca presso il Dip. di Oncologia e Medicina Molecolare dell’ISS, co-autore della pubblicazione -. Queste lesioni croniche hanno spesso un’origine vascolare o metabolica, per esempio riguardano persone affette da diabete, oppure sono successive a interventi chirurgici riparativi o ricostruttivi in seguito ad altre patologie inclusi i tumori cutanei, i traumi e le patologie vascolari. Le ulcere croniche sono un problema con un forte impatto anche per la popolazione anziana costretta a letto, e in questo caso vanno considerate anche le ulcere da decubito”.
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