Impatto della vaccinazione e della pregressa diagnosi sul rischio di malattia grave 28/11/2022-01/01/2023
Impatto della vaccinazione e della pregressa diagnosi sul rischio di malattia grave 28/11/2022-01/01/2023
Risultati principali
• Nel periodo di studio considerato (28/11/2022-01/01/2023) risulta ampiamente predominante la variante Omicron (lignaggio BA.5; per maggiori dettagli https://www.iss.it/cov19-cosa-fa-iss-varianti).
• Al 12/12/2022, la popolazione suscettibile, calcolata escludendo i soggetti con diagnosi nei 90 giorni precedenti e i soggetti deceduti prima del 12/12/2022, risulta pari a 55.720.072 persone (Tabella 2-3).
• Al 12/12/2022, la percentuale di popolazione con ultima dose di vaccino da meno di sei mesi sul totale della popolazione suscettibile è pari al 9,5% e quasi esclusivamente rappresentata da persone con età >60 anni (Figura 1). Solo il 3% della popolazione sotto i sessant’anni ha infatti ricevuto una dose di vaccino negli ultimi sei mesi e il 75% risulta aver ricevuto l’ultima dose da più di nove mesi. Il 50% dei vaccinati ha ricevuto l'ultima dose da almeno 337 giorni (range interquartile: 310-370 giorni dall'ultima dose) (Tabella 1).
• Al 12/12/2022, il 60% della popolazione suscettibile sotto i 60 anni e il 73% della popolazione sopra i 60 anni non ha mai avuto una pregressa diagnosi di COVID-19 (Tabella 2-3). La percentuale di popolazione con ultima diagnosi fra 90-179 giorni è pari all’8% della popolazione suscettibile, mentre risulta pari al 21% la percentuale di popolazione suscettibile con ultima diagnosi fra 180-359 giorni. Il Impatto della vaccinazione e della pregressa diagnosi sul rischio di malattia grave associata a SARS-CoV-2 Prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità, Roma, 24/02/2023 3 50% della popolazione suscettibile che ha già avuto una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 risulta essersi infettato da almeno 308 giorni (range interquartile: 214-346 giorni dall'infezione pregressa) (Tabella 1).
• Fra il 28/11/2022 e il 01/01/2023, 833.333 persone (1,5% della popolazione suscettibile) hanno avuto una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 notificata al sistema di sorveglianza. I casi di infezione che hanno richiesto ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva e/o sono deceduti nei 28 giorni successivi sono stati rispettivamente 18.443 (2,2%), 708 (0,1%) e 3.002 (0,4%) (Tabella A1-A6).
• Complessivamente, il rischio di malattia grave aumenta all’aumentare dell’età, ad esclusione della fascia 0-4 anni. Sotto i sessant’anni (0-4, 5-11, 12-39, 40-59), il rischio di malattia grave nel periodo considerato non supera mai i 14 casi per 100.000 per la popolazione vaccinata (Figura 2). Nella popolazione ≥ 60 anni il rischio varia da 5 a 692 casi per 100.000 nella popolazione vaccinata e da 21 a 2.141 casi per 100.000 nella popolazione non vaccinata.
• Il rischio assoluto di malattia grave è influenzato sia dallo stato vaccinale che dalle infezioni pregresse. Il rischio è maggiore nelle persone non vaccinate e che non hanno mai avuto una pregressa diagnosi. In generale si osserva che le persone con immunità ibrida (ovvero con infezione pregressa e vaccinazione), sono a minor rischio di infezione da SARS-CoV-2 e di incorrere in una forma grave di COVID-19. A parità di fascia di età e di condizione di pregressa infezione, in tutte le classi di età > 12 anni, si osserva una tendenza alla riduzione del rischio di malattia grave nei vaccinati, in particolare nella popolazione over 60 con vaccinazione recente (ultima dose entro 180 giorni).
• Le stime del rischio di infezione da SARS-CoV-2 non sono più riportate nel presente documento in quanto possono risentire fortemente dalla mancata diagnosi o notifica, dovute all’utilizzo di test autosomministrati o a un’infezione asintomatica. Vengono riportate invece le stime del rischio di un esito grave in quanto, in presenza di una malattia grave che richiede l’ospedalizzazione, il fenomeno della mancata diagnosi o notifica è un evento poco probabile