TEMA

Salute della donna, del bambino e dell'adolescente

La salute mentale perinatale

La salute mentale perinatale fa riferimento al periodo che va dalla gravidanza a un anno dopo il parto. I cambiamenti fisiologici ed emotivi della gravidanza, del parto e della cura di un neonato possono rendere il periodo perinatale un momento di vulnerabilità per madri e padri.

La promozione della salute mentale perinatale e il riconoscimento e la presa in carico di un disagio o di un disturbo psicopatologico nella madre o nel padre sono importanti sia per il singolo che per gli effetti sullo sviluppo del bambino e sul nucleo familiare.

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) conduce attività di ricerca per il sostegno alla maternità e paternità fragile e per migliorare gli esiti dei disturbi mentali perinatali più gravi.

Indietro Prevenzione e intervento precoce per il rischio di depressione post partum


Si stima che nel mondo occidentale, come risulta da molti studi epidemiologici, pur con ampia variabilità, la depressione post partum colpisca circa il 10-15% delle donne che partoriscono. Sottovalutare questo disturbo può rappresentare una grave carenza in sanità pubblica.

L’Istituto Superiore di Sanità ha avviato nel marzo 2012 e concluso nel marzo 2015 il progetto “Prevenzione e intervento precoce per il rischio di depressione post partum”, finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute. Il progetto ha avuto i seguenti obiettivi:

1. valutare la fattibilità e l’efficacia nella pratica dell’intervento psicologico, di provata efficacia sperimentale, messo a punto da Milgrom e collaboratori, di intervento precoce e prevenzione delle complicanze della DPP (Milgrom J, Martin PR, Negri LM. (Ed.) Depressione Postnatale. Ricerca, prevenzione e strategie di intervento psicologico. Trento: Edizioni Erickson; 2003);
2. mettere a punto modalità di sensibilizzazione e informazione per le donne a rischio di DPP (e dei loro familiari) sull’importanza del disturbo in questione e sull’opportunità di un intervento precoce;
3. definire modalità di screening praticabili e accettabili nella realtà italiana per individuare le donne a rischio di DPP.

Per la realizzazione di questi obiettivi sono state coinvolte tre Unità Operative (UO):
- Azienda Unità Locale Socio-Sanitaria 9 (ULSS) di Oderzo, Treviso;
- Azienda Sanitaria Regionale Molise (ASReM), Campobasso;
- Azienda Ospedaliera di Treviglio, Bergamo.

Nel maggio 2013, tre presidi ospedalieri di Roma hanno manifestato il loro interesse ad essere coinvolti nel progetto:
- il Policlinico Universitario Agostino Gemelli (Unità Operativa Complessa di consultazione psichiatrica; Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e della Vita nascente, del Bambino e dell’Adolescente; Centro per la Sorveglianza Gestionale (Sor.Ge.); Centro HE.R.A. (HEalth human caRe and social intercultural Assessment);
- L’Ospedale Fatebenefratelli (Unità Operativa Complessa di Ostetricia e Ginecologia; Unità Operativa Semplice di Psicologia Clinica);
- Il Presidio Ospedaliero GB Grassi, ASL Roma D (Area Tutela della Donna e del Bambino; Unità Operativa Semplice di Ginecologia e Ostetricia; Dipartimento Salute Mentale; Unità Operativa Semplice SPDC; Unità Operativa Semplice di Psicologia Ospedaliera).
Essendo in una fase già avanzata del progetto, si è deciso di avvalersi della loro collaborazione limitatamente al raggiungimento degli obiettivi 2 e 3 su menzionati, non per la raccolta dei dati utili per lo studio di efficacia di cui all’obiettivo 1, ad eccezione del Policlinico Univesitario Agostino Gemelli.

Ogni UO ha formato un gruppo di coordinamento con rappresentanti di Dipartimenti di Salute Mentale, Dipartimenti Materno-Infantile, pediatri di base e altri attori coinvolti nei distretti sanitari competenti.
Lo studio ha previsto le seguenti fasi:

- messa a punto del materiale informativo di sensibilizzazione;
- formazione degli operatori sanitari;
- sensibilizzazione delle puerpere al problema della DPP;
- screening delle puerpere;
- approfondimento diagnostico-clinico;
- intervento psicologico, se indicato;
- valutazione degli esiti dell’intervento.

In collaborazione con le UO è stato realizzato il materiale informativo di sensibilizzazione al problema della DPP, in particolare l’opuscolo Come prevenire la depressione post partum e sentirsi nuovamente se stesse” e realizzato tutte le fasi del progetto

E' stato realizzato uno studio preliminare sui fattori clinici e sociodemografici associati a tale rischio. Il profilo psicologico e sociale che emerge é quello di una donna con una storia pregressa di ansia e/o depressione, con un basso sostegno sociale e familiare percepito e con una bassa autostima. 

Nel marzo 2015, in collaborazione con il Ministero della Salute-CCM ha organizzato il convegno “Dalla ricerca alla pratica: prevenzione e intervento precoce per il rischio di Depressione Post Partum”, con lo scopo di presentare i risultati del progetto e le esperienze delle Unità Operative nazionali che hanno collaborato.

Sono stati pubblicati due lavori sulla Rivista di Psichiatria "Positività allo screening e fattori di rischio della depressione post partum in donne che hanno partecipato a corsi pre parto" ed 'Efficacia di un intervento psicologico rivolto a donne positive allo screening per depressione post partum'.

Nel Rapporto Istisan 'Prevenzione e intervento precoce per il rischio di depressione post partum” (in allegato) oltre ai risultati, viene illustrata l’applicazione del modello d’intervento utilizzato e sono descritte le esperienze delle Unità Operative e dei Centri clinici supporter che hanno partecipato allo studio. Viene delucidato lo stato dell’arte in rifermento alla prevalenza e alle evidenze cliniche del problema e commentati i percorsi psicodiagnostici. Un capitolo è dedicato agli esiti sullo sviluppo del bambino. Sono riportate le evidenze dell’importanza di un intervento precoce, anche in riferimento al rischio di suicidio e infanticidio e delineati i traguardi futuri di avanzamento scientifico.

  
Per info
Gabriella Palumbo, Istituto Superiore di Sanità, Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale

gabriella.palumbo@iss.it