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UFFICIO STAMPA

Indietro Dengue e altre arbovirosi, situazione e prevenzione

Colpo d'occhio

Dal 1 gennaio al 31 maggio 2025 al sistema di sorveglianza nazionale coordinato dall’ISS risultano 60 casi confermati di Dengue (tutti associati a viaggi all’estero, età mediana di 41 anni, 53% di sesso maschile, nessun decesso), 13 casi confermati di Chikungunya (tutti associati a viaggi all’estero, età mediana 50 anni, 54% di sesso maschile, nessun decesso), 4 casi di Zika virus (tutti importati, nessun decesso), 5 casi di Tbe (tutti autoctoni, nessun decesso) e 1 caso di Toscana virus (nessun decesso). Lo afferma il primo aggiornamento stagionale della dashboard sulle arbovirosi pubblicato oggi. 

La dashboard, in questo momento, fornisce dettagli solo per i casi di Dengue e Chikungunya poiché, per le altre malattie sotto sorveglianza, l’esiguità del numero dei casi osservati (≤5) non permette di dare maggiori informazioni sui singoli casi al fine di garantire la privacy dei pazienti. 

Per maggiori informazioni consulta la dashboard dedicata

Riguardo i dati forniti dalla sorveglianza integrata del West Nile e Usutu virus, consulta la pagina dedicata del Centro Nazionale Sangue. 

Consulta anche la pagina dedicata alla sorveglianza nazionale delle arbovirosi e ai bollettini periodici. Con l’occasione della pubblicazione dei nuovi dati sulle arbovirosi EpiCentro aggiorna la pagina delle informazioni generali sulla Chikungunya , alcune pagine relative alla cosiddetta zanzara tigre e la  sezione sulla Dengue approfondendo diversi aspetti della malattia.

Per maggiori informazioni sulle malattie trasmesse dalle zecche e sulla loro prevenzione consulta la pagina dedicata. 


Cosa sono le arbovirosi
Le arbovirosi sono zoonosi causate da virus trasmessi da vettori artropodi (arthropod-borne virus, come per esempio zanzare, zecche e flebotomi) tramite morso/puntura. Interessano sia l’uomo che gli animali. Al momento attuale si contano oltre 100 virus classificati come arbovirus, in grado di causare malattia nell’uomo. In Italia, gli arbovirus possono essere causa di infezioni sia importate sia autoctone e possono causare malattie con presentazioni cliniche diverse. Per questo motivo, le arbovirosi devono essere considerate nella diagnosi differenziale in caso di storia di viaggio all’estero o in presenza di nota diffusione sul territorio nazionale.
In Italia, sono soggette a sorveglianza speciale le seguenti arbovirosi: Chikungunya, Dengue, Zika, di cui si registrano prevalentemente casi importati, e West Nile, Usutu, Encefalite da zecca (Tbe) e le infezioni neuro-invasive da virus Toscana, che invece si possono considerare endemiche. 

Come si previene l'esposizione ai vettori
Per il momento il principale strumento preventivo contro la diffusione delle arbovirosi è la riduzione dell’esposizione ai vettori durante il periodo favorevole alla trasmissione.
Per quanto riguarda le zanzare è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che possano riprodursi facilmente:
- usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
- usando delle zanzariere alle finestre e soggiornando in ambienti climatizzati
- svuotando di frequente i contenitori con acqua stagnante (per esempio, secchi, vasi per fiori e sottovasi, catini, bidoni, ecc.) e coprendo quelli inamovibili
- cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
- svuotando le piscinette per i bambini quando non sono usate.

Le attività di sorveglianza integrata delle arbovirosi in Italia sono coordinate dal Ministero della Salute e implementate dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e, nel caso delle sorveglianze dei virus West Nile e Usutu dall’Istituto zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise (Izs-AM). Il ministero della Salute, inoltre, coordina l’aggiornamento periodico di Piani di preparazione, prevenzione, sorveglianza e risposta .

Per approfondire
Consulta la pagina dedicata alla sorveglianza nazionale delle arbovirosi e ai bollettini periodici.


Arbovirosi endemiche in Italia
In Italia sono endemiche, ovvero trasmesse localmente ogni anno, le seguenti arbovirosi: West Nile, che è quella per cui si registra il maggior numero di casi, Usutu, Toscana virus, virus dell’encefalite da zecche.

West Nile
Informazioni generali
La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, WNV), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del genere Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. In Italia ormai da diversi anni si verificano nel periodo estivo alcune decine di casi di West Nile, (fino ad alcune centinaia negli anni con maggiore incidenza), trasmessi da puntura di zanzara, mentre non sono mai stati documentati casi di trasmissione da trasfusione o trapianto, anche grazie alle misure specifiche messe in atto ogni anno (per maggiori informazioni consulta la pagina dedicata del Centro Nazionale Sangue e quella del Centro Nazionale Trapianti).

Incubazione e sintomi
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infettate non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, mentre nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone fragili, ad esempio per malattie pregresse, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150) e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.


Arbovirosi prevalentemente di importazione

Sono prevalentemente contratte in paesi endemici e riscontrate in Italia dopo viaggio all’estero (di importazione) arbovirosi come Dengue, Chikungunya e Zika. Negli ultimi anni, tuttavia, la diffusione di virus come Dengue e Chikungunya (qui metterei i link alla pagina revisionata lo scorso anno) è aumentata con focolai di trasmissione locale in alcuni paesi Europei, compresa l’Italia. Lo scorso anno in particolare la Dengue ha causato diversi focolai di trasmissione sul territorio nazionale.

Dengue
Informazioni generali
La Dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus (la c.d. ‘zanzara tigre’, unica presente in Italia). La Dengue è conosciuta da oltre due secoli, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione della dengue è aumentata in molte regioni tropicali e focolai di trasmissione locale sono stati confermati in alcuni paesi Europei compresa l’Italia. Nei paesi dell’emisfero nord, in particolare in Europa, costituisce un pericolo in un’ottica di salute globale, dato che si manifesta soprattutto come malattia di importazione (il cui incremento è dovuto all’aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone) e di salute pubblica per il rischio di trasmissione locale.

Sintomi e diagnosi
Le infezioni da virus Dengue sono normalmente lievi, e la maggioranza delle persone che contraggono il virus non sviluppa sintomi. Occasionalmente, tuttavia, il virus può causare una malattia grave che richiede assistenza medica.  La malattia dà luogo a febbre anche molto elevata nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara. La febbre è accompagnata da mal di testa, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. La diagnosi è normalmente sospettata in base ai sintomi, ma è confermata con esami di laboratorio volti alla ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue. Più raramente, l’infezione si può manifestare in forma grave, potenzialmente fatale, con manifestazione, spesso dopo la scomparsa della febbre, di sintomi come gravi dolori addominali, vomito persistente ed emorragie. In questi casi è molto importante ricevere rapidamente assistenza sanitaria.
Per maggiori informazioni sul virus Dengue consulta la Faq (lo metterei come link, il testo lo copio sotto)


Domande frequenti sul virus Dengue

Che cos’è il virus Dengue?
Il virus dengue (DENV), è uno dei membri del genere Orthoflavivirus, appartenente alla famiglia Flaviviridae. Il virus si trasmette all'uomo, che rappresenta l’ospite principale, attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes, principalmente Aedes aegypti (non presente in Italia)  e  Aedes albopictus (zanzara tigre). Sono noti 4 sierotipi distinti di virus Dengue ed è possibile infettarsi più volte con sierotipi diversi. La successiva reinfezione con un sierotipo diverso espone al rischio di sviluppare una malattia grave ad esito potenzialmente fatale.

Qual è la situazione in Europa e in Italia?
Nell’ Europa continentale (escludendo territori in zone endemiche per DENV), i primi casi di dengue autoctoni, non associati a viaggi in paesi endemici, sono stati rilevati a partire dal 2010 in Croazia e Francia. Nel 2023 e nel 2024 sono stati documentati contemporaneamente diversi episodi di trasmissione autoctona in tre paesi membri dell’Unione Europea (nel 2024 in Italia sono stati notificati 503 casi confermati di infezione associati a viaggi internazionali a fronte dei 238 autoctoni).  È importante rafforzare la consapevolezza generale del rischio che rappresenta questo patogeno, in particolare quando ci si reca in luoghi in cui la probabilità di contrarre questa malattia è più elevato. Dall’altro è rilevante per gli operatori sanitari essere consapevoli che si possono verificare focolai di DENV in Italia in modo da considerarne la possibilità nell’ambito del processo diagnostico.  

Posso capire di aver contratto il virus Dengue dai sintomi?
Sebbene in alcuni casi determina delle conseguenze cliniche molto gravi, l’infezione da virus dengue può presentarsi in forma asintomatica o con sintomi lievi e/o molto aspecifici (febbre accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle). Quindi è necessario un esame di laboratorio specifico (isolamento/molecolare/antigenico/sierologico con evidenza di siero conversione o neutralizzazione)  per confermare una infezione.
Quando devo fare il test?
- Se si è rientrati da un viaggio in un paese in cui il virus è endemico e si hanno sintomi compatibili con l’infezione
- Se si è in un’area in cui c’è stato un caso confermato del virus e si hanno sintomi compatibili con l’infezione
- Se si viene individuati come contatto stretto di un caso confermato nel corso delle indagini epidemiologiche, anche in assenza di sintomi

Perché è importante diagnosticare una infezione da virus dengue?
La conferma o smentita di una infezione da virus dengue avviene solo tramite esami di laboratorio specifici (isolamento/molecolare/antigenico/sierologico con evidenza di siero conversione o neutralizzazione) ed è importante per due motivi:
- Per monitorare clinicamente la persona che ha contratto l’infezione e per  identificare precocemente segnali di un peggioramento clinico tipico delle forme più gravi di dengue.
- Anche nei casi asintomatici o con pochi sintomi, la conferma di una infezione è importante per adottare consapevolmente comportamenti che diminuiscano significativamente rischio di esposizione alle zanzare . Infatti una persona con presenza di virus dengue nel sangue (viremica) se punta da una zanzara tigre può infettarla e questa, a sua volta, pungendo un’altra persona può avviare o amplificare la trasmissione dell’infezione nel nostro paese.

Cosa rischia chi viene infettato? Ci sono cure o vaccini?
Il periodo di incubazione va dai 3 ai 14 giorni mentre il periodo medio di incubazione è di 4-7 giorni. L’ infezione può essere asintomatica in più del 50% dei casi o caratterizzata da una malattia febbrile moderata, la febbre da dengue (DF), fino ad arrivare, in circa il 5% dei casi sintomatici, alle forme più gravi. Il tasso di mortalità può infatti variare da meno dell’1% fino a circa il 10-15 % nelle forme gravi.
Pur rappresentando un’intensa area di ricerca scientifica e sperimentazione, non è disponibile una terapia antivirale specifica autorizzata, ovvero in grado di inibire la replicazione di DENV nell’individuo infetto. La cura dei malati sia nelle forme lievi che in quelle più severe, si basa quindi su terapie sintomatiche e di supporto.
Per quanto riguarda la prevenzione, a livello globale, sono ad oggi disponibili sul mercato, dopo molti anni di ricerche, sperimentazioni e trial clinici, due vaccini tetravalenti formulati con virus vivi attenuati, i cui nomi commerciali sono DENGVAXIA e QDENGA; solo quest’ultimo è commercializzato in Italia e viene utilizzato nell’ambito della medicina dei viaggi (per maggiori informazioni consulta la pagina dedicata).  

Come funziona la sorveglianza?
In Italia, la sorveglianza per virus dengue è attiva tutto l’anno e non solo per eventuali casi trasmessi sul nostro territorio ma anche per la sorveglianza di casi contratti in paesi endemici/epidemici per questa malattia. La trasmissione in Italia dipende dall’attività del vettore che è in grado di trasmettere l’infezione all’uomo. Il periodo in cui questa attività è più elevata, e quindi è più possibile la trasmissione, è dalla primavera all’autunno. Per questo motivo la sorveglianza viene intensificata in questi mesi. Le misure di contrasto sono definite in Italia da un piano nazionale Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi) pubblicato dal Ministero della Salute che prevede attività di comunicazione, formazione, sorveglianza, prevenzione della trasmissione tramite sostanze biologiche di origine umana (sangue, emocomponenti, cellule, tessuti, organi) e contrasto al vettore.
 


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