Listeriosi

ATTIVITA'

Sorveglianza nazionale della Listeriosi

Focus sulla Listeriosi

Cos’è la Listeriosi

La listeriosi è una malattia infettiva, con una distribuzione a livello mondiale, causata da Listeria monocytogenes (L. monocytogenes). Fino al 1960 la listeriosi veniva segnalata raramente; a partire dal 1980 iniziarono ad essere segnalati, annualmente, migliaia di casi in tutto il mondo a dimostrazione della grande attenzione suscitata dopo che l’infezione venne associata al consumo di alimenti contaminati. La principale modalità di infezione è rappresentata, nel 98% dei casi, dal consumo di alimenti contaminati da L. monocytogenes, mentre altre forme di diffusione meno frequenti sono rappresentate dalla trasmissione verticale madre-figlio, zoonotica, nosocomiale e per aerosol. Generalmente la dose infettante minima è di circa 106 UFC (Unità Formanti Colonie) per grammo di alimento, mentre per le categorie a rischio, si aggira intorno a 102 - 104 UFC/g. È importante considerare che la dose infettante in grado di provocare l’infezione è influenzata non solo dalla virulenza e patogenicità del ceppo batterico e dalla quantità di alimento consumato in relazione al suo livello di contaminazione, ma anche dallo stato di salute dell’ospite. Le manifestazioni cliniche, infatti, assumono particolare gravità in alcune categorie di individui che presentano generalmente una compromissione della funzionalità del sistema immunitario.

Le categorie di soggetti considerati a rischio sono le seguenti: 

  • neonati, nei primi 30 giorni di vita
  • anziani, di età superiore ai 65 nei quali l’attività del sistema immunitario è fisiologicamente ridotta per un fenomeno di immunosenescenza
  • donne in gravidanza
  • malati di cancro 
  • soggetti sottoposti a trapianto d’organo
  • pazienti affetti da patologie autoimmuni spesso trattate con terapie immunosoppressive e farmaci antiinfiammatori, che predispongono il soggetto all’infezione 
  • soggetti con infezione da HIV (Human Immunodeficiency Virus)
  • soggetti diabetici

Fra le malattie trasmesse dagli alimenti, la listeriosi ha la più alta percentuale di ospedalizzazione e di letalità, registrata prevalentemente nei soggetti anziani.

La listeriosi può manifestarsi con due differenti forme cliniche: 

  • listeriosi non invasiva: colpisce i soggetti senza fattori predisponenti e si manifesta come una gastroenterite febbrile autolimitante, tipica delle tossinfezioni alimentari
  • listeriosi invasiva: interessa principalmente i soggetti appartenenti alle categorie a rischio, in cui l’infezione degli organi bersaglio primari (fegato e milza) non è efficacemente contenuta e di conseguenza il microrganismo può raggiungere altri organi bersaglio, tra cui il cervello. Le manifestazioni cliniche della listeriosi invasiva sono: 
    • malattie del sistema nervoso centrale quali meningiti, meningoencefaliti, ascessi; (L.    monocytogenes sembra essere responsabile di circa il 10% delle forme di meningite sviluppate a livello della popolazione)
    • sepsi
    • endocarditi e altre infezioni localizzate quali epatiti, peritoniti, miocarditi ecc. Il periodo di incubazione è variabile, ma può arrivare fino a 3 mesi, se la carica batterica infettante è molto bassa

Alimenti a rischio

Gli alimenti più frequentemente associati ai casi di listeriosi sono i cosiddetti Ready-To-Eat foods (RTE). Si tratta di alimenti pronti che, prima di essere consumati, non necessitano di alcun trattamento termico, capace di ridurre e/o eliminare la eventuale contaminazione da L. monocytogenes iniziale. Rientrano in questa categoria i prodotti lattiero-caseari, come ad esempio i formaggi a pasta molle, i formaggi erborinati e quelli poco stagionati; le carni lavorate come i salumi a breve stagionatura; i vegetali freschi e i prodotti della pesca trasformati, come il salmone affumicato.

Prevenzione

La migliore strategia di lotta alla listeriosi passa attraverso una efficiente prevenzione, che si può facilmente attuare applicando le generali norme di igiene e le attenzioni previste per tutte le altre tossinfezioni alimentari (consulta l'infografica).


Diagnosi

La corretta diagnosi di listeriosi si esegue mediante determinati criteri clinici, di laboratorio ed epidemiologici (Decision 2018/945/EU).

La diagnosi di listeriosi invasiva e delle forme associate alla gravidanza avviene generalmente attraverso l’isolamento di L. monocytogenes da un sito normalmente sterile. I campioni, prevalentemente sangue, liquor cefalorachidiano, liquido amniotico, meconio, tampone vaginale, tampone oculare, auricolare, nasale, ombelicale dei neonati, vengono direttamente seminati su terreni di coltura selettivi e arricchiti. Una volta isolato il microrganismo, l’identificazione avviene mediante: colorazione di Gram, test dell’emolisi, test biochimici. Per una diagnosi più rapida di tutte le forme di listeriosi, è possibile ricorrere alle tecniche molecolari.

Terapia
La terapia primaria per la listeriosi umana è rappresentata dall’associazione di antibiotici appartenenti alla famiglia dei beta-lattamici, quali ampicillina, penicillina e amoxicillina, ad un aminoglicoside ad es. gentamicina. Quasi tutti i ceppi di L. monocytogenes sono suscettibili alla maggior parte degli antibiotici comunemente utilizzati nella cura della listeriosi; tuttavia, sono stati osservati alcuni ceppi multiresistenti. 

Notifica
La notifica dei casi di listeriosi umana è obbligatoria nella maggior parte degli Stati membri dell’UE. In Italia, i casi umani confermati e sporadici di listeriosi devono essere segnalati con le modalità di notifica previste dal D.M. 15 dicembre 1990 per le malattie della Classe II, mentre i focolai epidemici devono essere segnalati secondo le modalità previste per le malattie di Classe IV che comprendono i focolai epidemici di infezioni e tossinfezioni di origine alimentare. Inoltre, in ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 7, comma 4 del D.lvo n. 191 del 04 aprile 2006, i focolai di tossinfezione alimentare devono essere registrati nella sezione “Uomo” del Sistema Informativo Nazionale delle Zoonosi (SINZOO). Dal 2017, in base a quanto stabilito dalla Circolare del Ministero della Salute del 13.03.2017, le segnalazioni, sia dei casi sporadici che dei focolai di listeriosi umana, devono essere inviate al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità; le segnalazioni dei focolai vanno anche inviate al sistema rapido di allerta. Gli isolati clinici, invece, devono essere inviati all’ OCP-ECDC per la listeriosi, presso l’Istituto Superiore di Sanità, per la caratterizzazione molecolare. 
Nella UE le infezioni da L. monocytogenes sono oggetto di sorveglianza in sanità pubblica nell’ambito del programma Foodborne and Waterborne Diseases (FWD) - https://www.ecdc.europa.eu/en/food-and-waterborne-diseases-and-zoonoses dello European Centre for Diseases Prevention and Control (ECDC) attraverso il sistema di sorveglianza europeo TESSy case-based (sorveglianza dei casi clinici di malattia) e TESSy isolate-based (sorveglianza molecolare sugli isolati di L. monocytogenes); rientrano, inoltre, nella sorveglianza event-based attraverso la piattaforma EPIS.