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Dalla salute mentale alla leadership, la medicina narrativa scende in campo con sei progetti sul territorio

Dalla salute mentale alla leadership, dall’integrazione socio-sanitaria alla gestione dello stress nei contesti ad alta intensità emotiva. Sono diversi i contesti della sanità pubblica nei quali la medicina narrativa può essere integrata con successo. In particolare, sono sei i progetti di lavoro direttamente applicabili sul territorio selezionati nell’ambito di un corso di formazione promosso dall’Istituto superiore di sanità e dalla Società italiana di medicina narrativa (SIMeN), rivolto ai responsabili dei servizi di formazione di Asl, Aziende ospedaliero-universitarie e Irccs.

“La formazione - evidenzia Marco Silano, Direttore del Centro nazionale malattie rare - può essere una leva strategica per l’innovazione organizzativa del servizio pubblico, capace di generare progetti immediatamente implementabili e di valore per i territori”.

Tra i sei progetti di lavoro vi sono ad esempio un percorso narrativo per le Unità di Salute Mentale per migliorare l’ascolto di pazienti e caregiver; un progetto dedicato alla continuità assistenziale territoriale ispirato al DM 77/2022; un intervento per dirigenti e coordinatori finalizzato a trasformare narrazioni e reclami in strumenti di governance; un’iniziativa che combina Medicina narrativa e digitale per produrre podcast e video contro lo stigma; un laboratorio per coordinatori infermieristici volto a rafforzare leadership empatica e coesione dei team; e un percorso per i professionisti dei Dipartimenti di Emergenza centrato su intelligenza emotiva e micro-narrazioni audio/video.

Sei partecipanti, provenienti da quattro Regioni, hanno già inserito i progetti nei piani formativi 2026 delle rispettive organizzazioni: due in Toscana, uno in Puglia, uno nel Lazio e due in Piemonte, tra approvazioni già formalizzate e processi autorizzativi in corso. Un risultato che testimonia il passaggio concreto “dalla formazione all’azione”. I partecipanti hanno inoltre valorizzato in modo particolare l’importanza del percorso fatto al corso di formazione come esperienza in sé, ritenuta fondamentale per la collaborazione e lo sviluppo di relazioni professionali.

“La rete professionale emersa dal corso – aggiunge Amalia Egle Gentile, responsabile del Laboratorio di health humanities del Centro nazionale malattie rare- rappresenta un patrimonio da valorizzare: è anche nei legami tra colleghi che si costruisce la sostenibilità delle pratiche innovative”.

 “La collaborazione Iss–SIMeN – conclude Marco Testa, Presidente SIMeN e co-responsabile del percorso formativo- ha permesso di costruire percorsi formativi basati sulla narrazione e sull’esperienza, valorizzando la dimensione umana e professionale dei partecipanti”.

Con l’iniziativa, l’Istituto Superiore di Sanità conferma il proprio impegno nello sviluppo di percorsi formativi che uniscono dimensione scientifica e operativa e forniscono ai professionisti strumenti immediatamente utili per implementare attività nei propri contesti organizzativi.

Ulteriori informazioni, tra cui il programma del corso, l’elenco dei partecipanti e dei project work, sono disponibili nella pagina dedicata all’iniziativa.


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