CHI SIAMO
A partire dagli anni ’90 in Italia si è assistito ad un incremento esponenziale delle offerte di gioco e di luoghi del gioco e l’avvento di internet, per le sue prerogative e facilità di accesso, ha soddisfatto le esigenze di giocatori che con i canali tradizionali si vedevano negato l’accesso al gioco (es. minori che giocano on line perché non possono per legge accedere ai luoghi di gioco).
La pratica del gioco d’azzardo può evolvere nello sviluppo di forme di vera e propria dipendenza che spiega la definizione “disturbo da gioco d’azzardo”.
Il gioco d’azzardo si contraddistingue grazie a condizioni ben definite:
• viene scommesso o puntato del denaro o altri valori
• la puntata non può essere ritirata
• l’esito della partita è deciso prevalentemente o esclusivamente dal caso (gioco di fortuna).
Ad oggi non si dispone in Italia di una rilevazione sistematica sull’abitudine degli italiani al gioco d’azzardo, né nella sua accezione sociale né in quella patologica. Esistono solo alcuni studi epidemiologici a livello nazionale che tentano di quantificare il fenomeno, sebbene le metodologie utilizzate non consentano di ottenere risultati statisticamente significativi.
Tra i giocatori d’azzardo patologico è possibile individuare categorie cosiddette “vulnerabili” tra cui i giovani, gli anziani che sempre più spesso soffrono la carenza di relazioni sociali, e coloro che si avvicinano al gioco perché necessitano di denaro subendo il fascino della “vincita” che potrebbe cambiare la loro vita.
Rispetto alla dipendenza da sostanze come tabacco o alcol, che provocano alterazioni psicotrope, nel caso del gioco si tratta di una dipendenza da comportamento attivata per es. dall’eccitazione della vincita. Il gioco può avere anche un effetto sedativo (dimenticare i problemi quotidiani) oppure supplire ad una carenza nella socializzazione (il giocatore patologico non è emarginato come il tossicodipendente, anzi è accettato nel contesto sociale).
Possiamo pensare a tre categorie di giocatori: il giocatore condizionato dal comportamento che è quindi assuefatto; i soggetti vulnerabili sul piano emotivo, che hanno la tendenza ad assumere rischi e non sopportano la noia; infine chi oltre alle precedenti caratteristiche associa anche comportamenti alterati con un’estrema tendenza all’impulsività.
I giocatori d’azzardo patologici possono essere più a rischio per attività come furti e frodi fiscali essendo alla ricerca costante di denaro per giocare
In molti casi inoltre presentano comorbilità, cioè chi gioca d’azzardo è anche soggetto alla dipendenza da fumo o alcol.
La terapia cognitivo-comportamentale, le terapie in gruppo e i gruppi di auto-mutuo-aiuto sembrano tra i trattamenti di maggiore successo per il disturbo da gioco d’azzardo.
Il disturbo da gioco d’azzardo è descritto dal DSM-5 come uno stato che compromette sia la salute psico-fisica del giocatore sia la sfera lavorativa e relazionale dell’individuo, a causa dei problemi economici e legali conseguenti. E’ stato riclassificato tra i “Disturbi Correlati alle Sostanze e Dipendenze” per le sue similarità con i disturbi propri delle dipendenze da alcol e le altre sostanze d'abuso e, in particolare, è stato posto nella sottocategoria “Disturbo non correlato all’uso di sostanze”. La denominazione viene modificata dal DSM-5 da Gioco d'Azzardo Patologico a Disturbo da Gioco d'Azzardo.
In questo contesto si inseriscono le attività dell’ISS che ha l'obiettivo di programmare interventi a carattere nazionale che affrontino il tema in chiave strategica, un lavoro indispensabile per fornire elementi conoscitivi e supporti anche alle organizzazioni impegnate quotidianamente nel contrasto del fenomeno.
In sintesi, l'Osservatorio FAD si occupa delle seguenti attività:
• Realizzare indagini conoscitive ed epidemiologiche
• Favorire lo sviluppo di una rete dei servizi
• Attuare programmi di formazione per gli operatori socio-sanitari
• Informare la popolazione attraverso interventi di sensibilizzazione e di promozione della salute
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