Pandemia, gli effetti sulla psiche (e non solo) dei gemelli italiani
ISS, 22 aprile 2021
Più dell’80% delle coppie di gemelli partecipanti alla prima indagine online curata dal Registro nazionale Gemelli dell’ISS ha dichiarato di non aver avuto sintomi durante lo stato di emergenza sanitaria, solo 163 (6.3%) gemelli sono stati sottoposti a tampone naso-faringeo, 24 (0.33%) hanno ricevuto una diagnosi di Covid-19 e 50 (1.9%) sono stati in isolamento domiciliare fiduciario. Ansia, depressione e stress non sono comunque mancati. La paura più grande: contrarre e trasmettere il virus, seguita dal senso di frustrazione e, da qui, la necessità di ricorrere ad un aiuto emotivo. Le donne hanno sperimentato di più preoccupazioni e disagi. Non pochi coloro che hanno avuto problemi economici: il 13% è stato messo in cassa integrazione, il 31% ha dichiarato di essere stato in difficoltà finanziarie. Sono questi i risultati preliminari dello studio «Sintomi da Covid-19, ansia e stress durante la pandemia: uno studio longitudinale sui gemelli italiani», (link) avviato nel giugno 2020 dal Registro Nazionale Gemelli a cui hanno partecipato 2741 gemelli dei circa 30.000 iscritti al Registro. L’età media dei partecipanti è di 45 anni, con un range compreso tra 18 e 93 anni.
I sintomi
La più alta frequenza di sintomi è stata riscontrata nel Nord e Centro Italia. Tosse, febbre, dolori muscolari e raffreddore, i sintomi manifestati con maggiore frequenza.
Bassa (0.5-2%) la percentuale di gemelli che hanno avuto bisogno di ricorrere a servizi sanitari quali: pronto soccorso, visite specialistiche, ricoveri o consulenze psicologiche.
Gli stati d’animo
Alla domanda su quanto le misure di contenimento abbiano influito sulla propria vita, il 38% ha risposto “abbastanza”, il 28.9% “molto” e il 16% in “maniera consistente”. Quanto agli stati d’animo, la paura di contrarre e trasmettere il virus risulta essere la principale. I dati raccolti mostrano che il 59% ha avuto paura di contrarre il Covid-19 e il 61% di trasmettere il virus. La paura di contrarre il virus o la malattia è più elevata nelle persone anziane, mentre la paura di infettare gli altri è stata provata dal 50% del campione di tutte le fasce di età. In generale, metà dei gemelli ha sperimentato una sensazione di frustrazione e ha sentito la necessità di supporto emotivo durante il periodo di lockdown. Per la totalità delle condizioni investigate le donne rispetto agli uomini hanno evidenziato maggiori disagi o preoccupazioni.
La giovane età, la presenza di un familiare con sintomi, i problemi finanziari e la solitudine sono i principali determinanti degli stati ansiosi e depressivi e dei livelli di stress percepito superiori alla norma. Tutto questo ha avuto ripercussioni sui bioritmi del sonno dei gemelli: è infatti consistente la percentuale di rispondenti che ha dichiarato di aver avuto difficoltà ad addormentarsi e/o a rimanere addormentato. I partecipanti hanno anche dichiarato di sentirsi più tesi e turbati, con percentuali più elevate nelle donne rispetto agli uomini.
Attività fisica
Durante il periodo della pandemia, e del confinamento a casa in particolare, molte persone (60% del campione intervistato) hanno svolto attività fisica. Gli uomini dichiarano di aver dedicato circa 5 ore a settimana all’attività sportiva e le donne leggermente meno, con una media di 4 ore a settimana.
Informazione e comunicazione
Circa il 19% del campione (prevalentemente giovani) ha dichiarato di non essere mai uscito di casa durante il lockdown, il 48% è invece uscito 1-2 giorni a settimana e il 10% tutti i giorni.
In molti hanno sperimentato nuove forme di comunicazione: il telefono insieme ai messaggi sono risultati i due mezzi più citati. La posta elettronica e le videoconferenze sono state ampiamente usate per comunicare con i colleghi di lavoro.
I notiziari televisivi e radiofonici, insieme ai giornali, sono stati i mezzi di informazione prediletti dai partecipanti allo studio. A garanzia di una corretta informazione, la metà del campione ha dichiarato di aver consultato siti istituzionali, quali quello del Ministero della salute, dell’Istituto Superiore di Sanità o della Protezione Civile.
Il lavoro
Il 71% del campione al momento della dichiarazione di pandemia svolgeva un’attività lavorativa (20% nel pubblico, 36% nel privato e il 14% un lavoro autonomo). L’11% circa dei rispondenti erano studenti. Il 59% dei lavoratori durante il lockdown ha lavorato da casa, mentre il 21% ha continuato a recarsi sul luogo di lavoro. Non trascurabile (13%) è la percentuale di chi è stato messo in cassa integrazione. Tra i lavoratori, il 50% ha dichiarato di svolgere un’attività che li espone a possibili rischi di contagio e il 15% ha svolto durante il lockdown una professione sanitaria.
Consistente è la proporzione di lavoratori che hanno guadagnato di meno durante il periodo di confinamento a casa. Il 31% circa ha espresso di avere problemi finanziari e il 9,6% ha dichiarato di aver chiesto aiuto a parenti, amici o altri.
Inoltre, il 13% dei gemelli ha affermato di aver usufruito delle misure che il Governo ha messo in atto a sostegno del reddito. L’82% di questi ha indicato di aver usufruito dell’indennità per i liberi professionisti.
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