SEIEVA - Sistema Epidemiologico Integrato dell'Epatite Virale Acuta

SEIEVA - Sistema Epidemiologico Integrato dell'Epatite Virale Acuta

Epatiti acute e dati epidemiologici

I processi infiammatori acuti del fegato possono essere dovuti a cause diverse. Quelli attribuibili a specifici virus epatotropi costituiscono un importante e frequente gruppo di malattie a diffusione mondiale che, pur avendo simili aspetti clinici, biochimici e morfologici, differiscono dal punto di vista etiologico (diversi virus responsabili dell’infezione), epidemiologico (diversa distribuzione e frequenza di infezione e malattia) ed immuno-patogenetico.

Le epatiti virali acute attualmente conosciute sono 5, determinate dai cosiddetti virus epatitici maggiori: epatite A (HAV), epatite B (HBV), epatite C (HCV), epatite D (o Delta - HDV) e epatite E (HEV).

Per circa il 10-20% dei casi tuttavia l’agente responsabile resta ignoto. Nell’ultimo decennio del secolo scorso sono stati isolati altri virus potenzialmente coinvolti in questi processi infettivi, quali il virus dell’epatite F (HFV), il virus dell’epatite G (HGV) il cui ruolo rimane ancora poco chiaro, sebbene sia responsabile di infezione umana, il virus TT, frequentemente isolato in pazienti con vari tipi di patologie epatiche così come in soggetti sani, ed ultimamente il SEN virus, isolato in soggetti con epatite virale.

Esistono poi altri virus che, accanto alla malattia di base, possono a volte causare un quadro di epatite di varia gravità. Questi vengono definiti virus epatitici minori e principalmente sono: citomegalovirus, virus di Epstein-Barr, virus Coxsackie, il virus della febbre gialla ed herpesvirus. Le infezioni del fegato dovute a tali virus sono considerate malattie a parte e, di solito, non vengono comprese nel gruppo delle epatiti virali acute.

In Italia le epatiti virali sono malattie soggette a notifica obbligatoria (Classe II, malattie rilevanti perché ad elevata frequenza e passibili di interventi di controllo), come stabilito dal D.M. del 15.12.1990 “Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive” - SIMID. Alla notifica ministeriale, affidata attualmente al “Sistema di segnalazione delle malattie infettive” (PREMAL), si affianca il SEIEVA al fine di approfondire gli aspetti epidemiologici.

In questa pagina vengono presentati i tassi di inceidenza delle epatiti A, B e C, a partire dall'inizio della sorveglianza, nonché la distribuzione dei casi notificati al SEIEVA, negli ultimi 5 anni, per virus responsabile dell'infezione.

 

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Negli ultimi decenni le curve di incidenza delle epatiti B e C evidenziano un andamento in continua diminuzione e un andamento, relativamente all’epatite A, caratterizzato da ricorrenti picchi epidemici di importanza variabile. Negli ultimi 2 anni si osserva un trend in leggero aumento dei casi di epatite A.

 

​​​​​​Come mostrato nella figura precedente, negli ultimi 5 anni la maggior parte delle notifiche ha riguardato casi di epatite A (44%), seguiti dal 27% dei casi notificati attribuibili al virus dell’epatite B. A seguito del calo osservato negli ultimi decenti nell’incidenza dell’epatite C acuta, in questi ultimi 5 anni i casi attribuibili all’epatite E rappresentato una percentuale di casi analoga a quella relativa all'epatite C (in entrambi i casi la percentuale è intorno al 9% del totale delle notifiche del quinquennio in esame).

 

NOTA: Nel corso del 2020 e 2021 il SEIEVA ha registrato un numero di notifiche di epatite acuta nettamente inferiore a quanto registrato negli anni precedenti. Sicuramente le misure di contenimento adottate per la pandemia da SARS-CoV-2 hanno contribuito a diminuire anche il rischio di contrarre altre malattie infettive, tra cui l’epatite. Non si può però escludere la possibilità che l’interesse massimo concentrato sulla pandemia possa aver ridotto l’attenzione su altre patologie, anche per ciò che riguarda la diagnostica e la conseguente notifica. I dati presentati in questa pagina possono risentire di questa problematica.