Screening e gestione della depressione: efficacia nella pratica
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I disturbi depressivi sono frequenti e si associano a elevati livelli di sofferenza, disabilità, e compromissione della qualità della vita, nonché a più alta mortalità, non solo per suicidio ma anche per altre cause, in relazione sia a possibili effetti psicobiologici sia alla maggior frequenza nei pazienti di stili di vita meno salutari, comportamenti a rischio, minore cura di sé. Poiché sono disponibili trattamenti efficaci, un intervento tempestivo potrebbe alleviare notevolmente la sofferenza del paziente, i costi per la società, e l'impegno dei servizi sanitari. Tuttavia, numerosi studi hanno evidenziato che un'alta proporzione di pazienti depressi non viene trattata o non riceve comunque un trattamento adeguato.
Alla base del mancato o inadeguato trattamento, vi è per lo più il mancato riconoscimento della presenza di un disturbo depressivo. Il miglioramento dell'efficienza diagnostica rappresenta dunque un primo passo importante per affrontare una questione prioritaria di sanità pubblica come quella dei disturbi depressivi, e da questo punto di vista l'ambulatorio del medico di medicina generale costituisce un luogo privilegiato per attività di diagnosi precoce e prevenzione secondaria.
Lo studio SET-DEP (Screening and Enhanced Treatment of DEpression in Primary care), condotto a Roma presso 15 ambulatori di medicina generale di una medesima ASL situata in zona centrale, ha inteso esaminare l’efficacia e il rapporto costi/benefici di un programma di screening e gestione clinica integrata della depressione, includente un supporto specialistico attivo e sostanziale alla valutazione diagnostica e al trattamento dei casi identificati come con sospetta depressione mediante lo screening.
Lo studio ha utilizzato un disegno randomizzato controllato a gruppi paralleli per determinare l’efficacia del programma di screening e gestione clinica integrata della depressione. In particolare, è stato esaminato se la comunicazione immediata dei risultati dello screening ai pazienti positivi, unitamente alla messa a disposizione di un ambulatorio psichiatrico dedicato ove i pazienti potessero fruire gratuitamente di una valutazione specialistica e se necessario di un trattamento, conduca a migliori esiti di salute rispetto alla mancata comunicazione dei risultati dello screening, che approssima il normale iter diagnostico e terapeutico seguito da un paziente in assenza di screening.
Tale studio costituisce uno dei pochi studi metodologicamente forti sul tema finora svolti a livello internazionale.
Il programma si è integrato bene all’interno delle attività cliniche di routine degli ambulatori di medicina generale nei quali è stato implementato. L’integrazione è stata favorita dalla messa in opera di procedure finalizzate a favorire la reciproca comunicazione tra medici di medicina generale e operatori di salute mentale e il flusso delle comunicazioni clinico-assistenziali riguardanti gli assistiti giunti presso l’ambulatorio specialistico dedicato al progetto
Lo screening è inoltre risultato ben accetto dai pazienti, che in generale l’hanno riguardato come un modo di prendersi cura di loro da parte del personale sanitario. Lo studio ha dunque documentato che un programma di screening e gestione integrata della depressione è fattibile e ben accetto dai pazienti.
L’efficienza dello screening è risultata soddisfacente in entrambi i contesti clinici. Infatti, lo strumento impiegato, il Primary Care Screener for Affective Disorder (PC-SAD) ha mostrato alti valori di sensibilità (90%) e specificità (83%) rispetto alla diagnosi di Disturbo Depressivo Maggiore, nonché un elevato valore predittivo nei negativi (98%); il valore predittivo nei positivi, che rappresenta in genere un punto dolorosamente debole degli strumenti di screening per la depressione, è risultato buono (51%) rispetto ai comuni riscontri di questo parametro.
Lo screening mediante il PC-SAD è dunque risultato in grado di individuare la grande maggioranza dei pazienti con disturbo depressivo, a fronte di un numero accettabile di falsi positivi, peraltro spesso risultati affetti da altri disturbi psicopatologici e dunque comunque portatori di bisogni di trattamento specialistico.
Sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale "Journal of Affective Disorders" i risultati dello studio clinico controllato randomizzato SET-DEP (Screening and Enhanced Treatment of DEpression in Primary care), condotto a Roma presso 15 ambulatori di medicina generale in collaborazione con ASP Regione Lazio, AGENAS e Sapienza Università di Roma, che ha esaminato l’efficacia di un programma di screening e gestione clinica integrata della depressione.
I risultati dello studio mostrano che tali programmi, se svolti con il coinvolgimento di professionisti della salute mentale, sono efficaci, e suggeriscono che è importante che, per gli aspetti organizzativi, simili programmi tengano conto del punto di vista dei pazienti.
Per info
Angelo Picardi, Istituto Superiore di Sanità, Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale
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